La necessità di migliorare l'allocazione di risorse sempre meno generose non ha portato solo al downsizing, alla migrazione verso auto più compatte e motorizzazioni meno potenti, piuttosto che all'allungamento dei tradizionali contratti di leasing e nol

Aziendali, risvolti della spending review: l'auto condivisa fatta in casa

di Giampiero Bottino
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MILANO - Razionalizzare le dimensioni, la composizione e l'utilizzo del parco auto. Anche se la situazione economica generale mostra un (lento) miglioramento, gli anni terribili dai quali stiamo faticosamente uscendo hanno lasciato il segno, e anche il settore delle flotte ha fatto tesoro dell'amara lezione, sperimentando la spending review ha inciso - spesso in modo drammatico - su tutte le funzioni aziendali.


La necessità di migliorare l'allocazione di risorse sempre meno generose non ha portato solo al downsizing, alla migrazione verso auto più compatte e motorizzazioni meno potenti, piuttosto che all'allungamento dei tradizionali contratti di leasing e noleggio a lungo termine, ma ha favorito la ricerca di soluzioni innovative capaci di rendere più funzionale e produttivo l'uso della flotta aziendale. Forte del favore con cui, almeno nelle grandi città, è stato accolto dalla clientela privata, il car sharing bussa alle porte delle aziende, puntando su ottime carte da giocare, come ci conferma Davide Gibellini, fondatore e partner di GR Advisor, società leader in Italia per la consulenza nel campo della mobilità aziendale che garantisce i propri servizi non solo alle organizzazioni rappresentative del settore - Assilea per le società di leasing e Aniasa per il noleggio a lungo termine - ma anche a molte delle aziende che gestiscono i parchi auto più cospicui del Paese, come spiega lui stesso.
«Abbiamo collaborato con oltre 100 flotte italiane, portando a termine dei lavori di analisi, ottimizzazione ed efficientamento. Abbiamo riscontranto che lo spostamento dal car sharing “cittadino” a quello corporate all'interno delle aziende è un fenomeno nei cui confronti l'interesse è in evidente crescita soprattutto negli ultimi due anni».


Dal punto di vista aziendale, secondo il nostro interlocutore la pratica dell'auto condivisa applicata al mondo degli utilizzi professionali presenta tre vantaggi fondamentali. Il primo è la facilità di utilizzo, grazie alla possibilità di prenotare anche in ambito aziendale la vettura che serve anche con lo smartphone, tramite apposite app, esattamente come si fa con il car sharing “privato”, mentre fino a ieri la prenotazione avveniva in maniera statica, via carta o tutt'al più via web. Il secondo vantaggio è rappresentato dal costante controllo del veicolo tramite la telematica, gestendo in automatico gli interventi di manutenzione e i tagliandi in modo da garantirne sempre la perfetta efficienza. Insomma, l'auto utilizzata in car sharing non è più una sorta di figlia di nessuno come accadeva prima del massiccio intervento della tecnologia. Terzo - ma forse ancora più decisivo - vantaggio, il risparmio. La possibilità di condividere il veicolo, utilizzandolo con una maggiore intensità, consente di ridurre le dimensioni complessive del parco auto perché la telematica, monitorando con estrema precisione quando e quanto una vettura viene utilizzata, consente di stabilire degli algoritmi per calcolare il corretto dimensionamento della flotta aziendale.


Per quanto riguarda l'approvvigionamento, la scelta aziendale è assolutamente libera: le auto posso essere acquistate direttamente piuttosto che affittate in noleggio a lungo termine. L'importante e che siano a disposizione esclusivamente del personale dell'azienda. Ed è ovvio che i vantaggi siano tanto più rilevanti quanto più grande è la dimensione del parco auto, esattamente come accade nel caso car sharing cittadino, diffuso e affermato soltanto nei centri urbani di maggiori dimensioni. Perché la condivisione è tanto più significativa quanto più ampia è la platea dei potenziali utilizzatori. «Per essere franco - conclude Gibellini - molte sono le società che studiano il problema, ma sono meno numerose quelle che hanno già adottato in pieno il Corporate Car Sharing. Ma quelle che lo hanno fatto possono vantare risparmi oscillanti tra il 10 e il 15%».
 

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Giovedì 28 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 00:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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