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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Ferrari senza artigli, non sale nel podio dei Principi

Ancora gambero rosso. Anche nel salotto del Principe, il gran premio più prestigioso e affascinante della stagione, la Ferrari non riesce a graffiare e, per la prima volta nel 2016, entrambi i Cavallini restano fuori dal podio. Vince di nuovo una Mercedes (è la quinta volta in sei gare), quella del campione del mondo Lewis Hamilton che interrompe un digiuno ormai lungo iniziato dopo il trionfo ad Austin lo scorso anno. Ma per le Stelle a Monaco non è stata affatto una passeggiata, le Frecce di Stoccarda non hanno dominato qualifiche e gara come ci hanno abituato a fare.

Solo un regalo del box Red Bull, infatti, ha consentito al britannico di passare in testa sotto la bandiera a scacchi privando Ricciardo di una vittoria quasi certa dopo la mezza beffa di due settimana fa in Spagna quando, per una strategia poco felice, a sfrecciare per primo sul traguardo non fu l’australiano che guidava il plotone, ma il suo giovane compagno di squadra Verstappen all’esordio con il bolide di Adrian Newey. Imprendibili i primi due, i ragazzi di Maranello si sono fatti sfuggire anche il terzo gradino del podio con Sebastian Vettel preceduto dalla sorprendente Force India motorizzata Mercedes del messicano Perez.

Raikkonen era da un pezzo fuori gara, nelle fasi iniziali aveva appiccicato la sua SF16-H sul guardrail del tornantino della Vecchia Stazione, la curva più lenta dell’intero Mondiale. Seb, forse per nascondere un nervosismo che lo accompagna da mesi, si è presa una parte delle colpe sostenendo che la monoposto aveva il passo per lottare con i migliori, ma se non dai la zampata in Q3 è difficile coltivare sogni di gloria soprattutto sui saliscendi di Montecarlo dove i sorpassi sono impossibili anche per chi è quattro secondi al giro più veloce. È vero, il quattro volte campione del mondo è rimasto diversi giri intruppato dietro la Williams di Massa che aveva ancora le gomme da pioggia, ma se ti fermi prima degli altri su un tracciato del genere è un’eventualità da mettere in conto.

Perez è stato sicuramente bravo, non ha nemmeno sofferto troppo la pressione di Sebastian che lo braccava da vicino, ma a dare spettacolo sono stati in due, Daniel e Lewis, uno ha dominato il weekend, l’altro ha conquistato la coppa che tanto desiderava sfruttando l’unico spiraglio che aveva a disposizione. Hamilton, infatti, nei primi giri dopo il rientro ai box della safety car che ha dato il via alla gara ha perso molto tempo dietro al compagno Rosberg che aveva problemi ai freni e mai averebbe ripreso Ricciardo andato subito in fuga. Quando ai box hanno dato ordine a Nico di far passare il compagno inglese, Lewis ha rimesso in piedi la gara da vero campione e pare che la strategia sia farina del suo sacco, cioè ha deciso lui dall’abitacolo come bisognava utilizzare le gomme mettendo in piedi un approccio apparentemente suicida.

Cosa ha fatto di tanto formidabile? Su una pista dove non si passa e quindi meno ti fermi è meglio è, ha pensato di fare una sosta meno degli altri, cioè di entrare ai box una volta soltanto (l’esperienza dello scorso anno quando per un inutile pit stop buttò la vittoria gli è servita). A Monaco di solito si fa una sosta, ma sotto il sole, con l’asfalto che si asciugava progressivamente, la logica richiedeva di passare dagli pneumatici da pioggia pesante, agli intermedi, poi agli slick, cioè due stop. Hamilton ha tirato lungo con il primo treno, quello pesantemente tassellato, poi dopo il trentesimo giro ha montato le ultrasoft con l’idea di arrivare fino in fondo. Quasi 50 giri, sembrava una follia per una mescola che non doveva arrivare a venti.

Dal punto di vista del tempo assoluto una tattica non pagante, ma Lewis sapeva che a Monaco non conta chi è più veloce, ma chi è in testa perché, se sa fare bene il suo lavoro, non lo passi mai. Così ha impostato un passo per far durare le ultrasoft 50 giri e ci è riuscito: ha fatto capire a Daniel che non era il caso di infilare il muso, poi ha evitato di spingere allungando di tanto in tanto per far vedere che aveva del margine. La diabolica strategia non sarebbe servita a nulla senza l’aiuto dei ragazzi della Red Bull che si sono fatti trovare senza gomme in mano quando Ricciardo è rientrato per marcare Hamilton e lo avrebbe facilmente sopravanzato anche con la sosta in più.

Sul podio Lewis ha riconosciuto la grande gara dell’australiano che invece era così nero da smorzare il suo proverbiale sorriso: «Una volta va bene, ma due è troppo, perdere così è dura, preferisco non parlare». Rosberg è arrivato solo settimo, il Campionato si riapre, ma le Ferrari perdono posizioni. Stare dietro la Force India non si ripeterà, ma la Red Bull con il nuovo motore Renault è tornata a far paura anche alla Mercedes.

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Lunedì 30 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 18:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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