• condividi il post
  • 88
MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Libretto e bollo dell'auto

Stretta sul bollo dell'auto, a rischio ambiente e sicurezza

Ci sono alcune priorità inderogabili che, soprattutto per il nostro Paese, dovrebbero essere degli autentici punti di riferimento. Vogliamo parlare delle riforme? O dell’evasione fiscale? A parole nessuno mette in discussione argomenti del genere. Se in questi due campi ci mettessimo in linea con la media degli altri paesi, almeno di quelli europei, la Penisola tornerebbe a essere la virtuosa locomotiva del boom economico, quella che aveva aperto all’Italia le porte dorate del G5. Ci sono però altri aspetti che, sull’altare dei due totem, non possono esser trascurati perché in questo campo il nostro Paese è sempre stato all’avanguardia. Si tratta del rispetto dei diritti fondamentali delle persone di fronte ai quali vale la pena sacrificare esigenze pur importanti.

Uno Stato che protegge e coccola i cittadini nelle cose a loro più care è sicuramente virtuoso. In questa fase di necessari cambiamenti non vanno persi di vista alcuni principi per non rischiare di buttare il bambino con l’acqua sporca e causare più danni dei benefici ottenuti. Serve agire con attenzione e salvaguardare ciò che funziona. Su un tema in particolare il legislatore dove essere cauto: il settore dell’auto. Un comparto di straordinaria importanza con troppa frequenza trascurato in passato (accise esagerate, parcheggi a pagamento, Ztl, autovelox trabocchetto) che muove non solo l’economia, ma garantisce il diritto fondamentale alla mobilità. Un diritto che, a quanto pare, solo l’auto può tutelare perché resta il mezzo di trasporto più utilizzato non per scelta, ma per necessità.

Negli ultimi anni l’utilizzo delle vetture rispetto agli altri mezzi di trasporto è addirittura aumentato (in alcune regioni 7 cittadini su 10 si muovono quotidianamente in questo modo) perché i mezzi pubblici sono peggiorati e, secondo le previsioni, questa tendenza crescerà ancora. Sarebbe anacronistico considerare le vetture ancora come un lusso. L’automotive, inoltre, è il principale contribuente dell’erario: con oltre 70 miliardi l’anno rappresenta il 16% del gettito fiscale corrispondente al 4,4% del Pil (la media europea è del 3,4%). Quando il mercato dell’auto va è una boccata d’ossigeno per l’economia; la ripresa da poco più di 1,3 milioni di auto nuove vendute nel 2015 ai quasi 2 milioni previsti nel 2017 è una delle cose più liete avvenute in Italia.

Come è stata di straordinaria importanza la ripartenza delle fabbriche Fca che in brevissimo tempo hanno raddoppiato i volumi, un’autentica manna per la nostra produzione industriale, le esportazioni e l’occupazione con il conseguente quasi azzeramento della cassa integrazione utilizzata dall’azienda. Nelle iniziative che il governo sta portando avanti per combattere l’evasione c’è anche una stretta sul “bollo”. Un passaggio prevede che, nel caso il proprietario non paghi la tassa di possesso per tre anni, la sua vettura venga cancellata dal Registro nazionale dei veicoli e dal Pra con il contestuale ritiro delle targhe e della carta di circolazione da parte delle autorità di polizia. In pratica quel veicolo, anche se di qualità, non esiste più e, di conseguenza, non può essere utilizzato da nessuno con danno per la collettività e l’ambiente.

Ancora più pericolosa appare l’iniziativa di impedire la revisione del veicolo se non si è in regola con la tassa di possesso. In questo periodo di crisi molte fasce di popolazione, soprattutto quelle più deboli, sono andate in difficoltà con i pagamenti accusando ritardi. In questo caso, al danno si aggiunge la beffa: vengono private dell’auto, magari perfettamente efficiente e in grado di offrire un servizio prezioso (andare al lavoro, portare i bambini a scuola). Oltre a scatenare questo dramma il cambiamento potrebbe spingere alcuni automobilisti ad evitare la revisione cosa che invece andrebbe incentivata (magari con un bonus...).

Il nostro parco circolante è infatti uno dei più grandi d’Europa (circa 35 milioni di vetture) e nell’ultimo periodo è preoccupantemente invecchiato, superando il decennio di età media: le revisioni sono una garanzia per le emissioni e la sicurezza, temi di grande importanza per tutti. Per quanto il pagamento delle tasse sia sacrosanto, sarebbe prioritario puntare i riflettori su chi, sempre per lo stesso motivo delle difficoltà economiche, non stipula l’assicurazione Rca, mettendo a rischio la collettività. Potrebbe sembrare un paradosso, ma impedire la revisione del veicolo a chi non è in regola con il bollo sarebbe come mettere i sigilli all’abitazione di chi non ha tempestivamente pagato l’Imu...
Giorgio Ursicino

  • condividi l'articolo
  • 88
Martedì 23 Maggio 2017 - Ultimo aggiornamento: 24-05-2017 12:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti