La nuova Lexus LS svelata a Detroit

Detroit motore d'America, svelate al Salone diverse novità globali

di Nicola Desiderio
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DETROIT - L’America dei motori ha smesso di correre, ma mantiene un passo sicuro e al Salone di Detroit festeggia un leggero segno “più” per il 2016 mentre l’industria affila le armi per il nuovo anno con una serie di novità fondamentali come il rinnovato Ford F-150, dominatore incontrastato da 40 anni delle classifiche di vendita accanto alla Toyota Camry che al Cobo Center si presenta per l’ennesima volta con la corona dell’automobile più targata d’America e rilancia con l’ottava generazione. Nettamente più dinamica e sportiva nello stile, la nuova Camry dice immediatamente che non vuole più essere semplicemente l’auto media per la classe media puntando ad una clientela più giovane. Sfrutta la stessa piattaforma Tnga di Prius e C-HR ed è il primo pezzo di un’offensiva per la quale le Tre Ellissi spenderanno solo negli Usa ben 10 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni. Parola del presidente Akio Toyoda in persona, giunto a Detroit anche per un’altra novità fondamentale: la Lexus LS.

Anche qui è rivoluzione nello stile per un’auto che nel 1989 poggiò la pietra angolare del marchio di lusso di Toyota. La nuova ammiraglia incarna un punto di svolta non solo nelle forme, più simili a quelle di una Maserati Quattroporte che di una Mercedes Classe S, ma anche nell’immagine, rinnovata con iniziative come il nuovo yacht in fibra di carbonio, motorizzato con due V8 da 440 cv l’uno, e lo Skyjet, il veicolo che sarà il protagonista di “Valerian”, il nuovo film di fantascienza di Luc Besson ambientato tra 7 secoli e in uscita il prossimo luglio. La quinta LS della storia ha un abitacolo ispirato all’estetica giapponese, abbandona (solo per il momento) il V8 in favore di un V6 3.5 biturbo da 420 cv con cambio a 10 rapporti e farà il suo debutto europeo in marzo a Ginevra con l’immancabile versione ibrida, ma non sarà su strada prima della fine del 2017. È la prima al mondo che salva il pedone non solo frenando, ma anche sterzando autonomamente. E per un’auto che dalla realtà va nel mondo della fantasia, a Detroit ce n’è una che fa il percorso inverso: è Saetta McQueen, esposta al Naias in grandezza naturale per annunciare il proprio ritorno a giugno nei cinema per Cars 3.

A Detroit c’è anche la BMW Serie 5 di settima generazione. Aerodinamica da primato (cx 0,22) e peso diminuito di 100 kg per tagliare i consumi del 10%, la bavarese avrà una versione ibrida plug-in da 50 km con un litro, funzioni avanzate di guida semiautonoma, alcuni comandi gestuali e, per la prima volta, la possibilità di specchiare con CarPlay gli smartphone iOS senza collegarli con il filo. È la risposta alla Mercedes Classe E che proprio qui completa la propria gamma con la versione Coupé aggiungendola alla berlina, alla Station Wagon e all’inedita All-Terrain. Sul terreno della guida autonoma e dell’elettrificazione batte un colpo, anzi due, la Chrysler: il primo è la Pacifica in versione plug-in pronta per la sperimentazione con Waymo; la seconda è la Portal, un nome che parla già di auto connessa per un minivan elettrico da 400 km di autonomia, giunto direttamente dal Ces di Las Vegas.

Monovolume e futuro anche per la Volkswagen, con la ID Buzz, e la Honda che presenta il nuovo Odissey e annuncia un’offensiva che prevede entro l’anno una versione elettrica e ibrida plug-in per la Clarity ad idrogeno, un inedito modello ibrido per il 2018 e un piano che porterà ad elettrificare metà della gamma entro due anni con l’obiettivo di farne due terzi delle proprie vendite. Su questo e su altro ha già parlato chiaro la Nissan che a Detroit presenta la Vmotion 2.0, antipasto della prossima Altima, media venduta sul mercato nordamericano. Come in altri concept della casa di Yokohama, la plancia risucchia il volante quando l’auto viaggia in autonomia e la propulsione è elettrica. Ben altre intenzioni, almeno apparentemente, hanno i coreani che, oltre alla Genesis G80 Sport, presentano la Stinger ovvero la Kia che non ti aspetti, ma che, a ben vedere, era già stata annunciata dai concept GT nel 2011.

È infatti un coupé 4 posti lungo 4,83 metri con trazione posteriore o integrale, spinto da un V6 3.3 biturbo da 370 cv con cambio a 8 rapporti che ha prestazioni (269 km/h, 0-100 km/h in 5,2 s.) degne di una granturismo di razza. In alternativa ci sarà un 2 litri da 258 cv. Ma la sportività della nuova Kia Stinger non è solo sulla carta né una fugace cometa. È stata sviluppata infatti al Nürburgring sotto la direzione di Albert Biermann, arrivato nel 2014 nel gruppo Hyundai dopo 30 anni passati al reparto Motorsport di BMW, e potrebbe essere seguita da una sorellina più piccola. In attesa di scoprirlo e della famigerata guida autonoma, la Kia promette di mantenere il volante e tutti i suoi piaceri, partendo da Detroit.
 

 

 

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Martedì 24 Gennaio 2017 - Ultimo aggiornamento: 09:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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