Blinken non ha usato frasi rotonde e senza spigoli come vuole invece la liturgia cinese. Ha detto in modo diretto prima al ministro degli Esteri, Wang Yi, poi al presidente Xi Jinping: «Sia gli Usa sia gli alleati europei sono pronti a imporre sanzioni alle aziende cinesi se continuano a inviare materiale e attrezzature all’industria degli armamenti russi. La Cina è il principale fornitore di macchine utensili, microelettronica, nitrocellulosa fondamentali per produrre munizioni, propellenti per missili e altri prodotti a duplice uso che Mosca sta utilizzando per potenziare la sua base industriale della difesa». In altri termini: «La Russia farebbe fatica a sostenere il suo attacco all’Ucraina senza l’aiuto della Cina».
Blinken, monito a Xi: «La Cina smetta di aiutare Putin o agiremo». Visita a Pechino, il nodo Taiwan
Dopo San Francisco
Nella missione a Pechino, che segue il vertice tra Xi e Biden di novembre a San Francisco, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha enumerato una serie di elementi di divisione, anche seri.
Bene, ma Xi Jinping cosa ha risposto? Ecco, qui emerge una retorica asiatica apparentemente meno spigolosa: «Anche gli Stati Uniti - ha detto Xi - possono avere una visione positiva dello sviluppo della Cina. Quando questo problema fondamentale sarà risolto, le relazioni potranno veramente stabilizzarsi, migliorare e progredire. Dovremmo essere partner, non rivali. La Terra è abbastanza grande perché sia la Cina sia gli Usa possano prosperare». Belle parole, per affermare: l’America non freni con dazi e divieti la nostra economia. Sugli aiuti militari a Mosca, Pechino replica: «Le accuse degli Usa sono infondate, con la Russia abbiamo normali scambi commerciali ed economici». Blinken in realtà ha anche chiesto collaborazione a Xi per allentare la tensione in Medio Oriente: «La Cina - ha spiegato il segretario di Stato Usa - può dissuadere l’Iran e i suoi proxy dall’allargamento del conflitto».
Replica
Per comprendere come in Cina sia stata giudicata la missione di Blinken a Pechino, può essere utile rileggere l’analisi di Global Times, organo di informazione in inglese che fa capo al Partito comunista cinese. Spiega in questo modo il punto di vista di Pechino: «Xi ha affermato che la Cina è disposta a cooperare con gli Stati Uniti, ma la cooperazione dovrebbe essere una strada a doppio senso». Ancora, citando Li Haidong, professore della China Foreign Affairs University: «Le mosse negative degli Stati Uniti come la vendita di armi a Taiwan, il tentativo di vietare TikTok e la campagna diffamatoria sullo Xinjiang, sono in corso. La principale fonte di incertezza per le relazioni è negli Stati Uniti». Come dire: Cina e Usa si stanno parlando, ma ci sono ancora molte ore di volo.