La Ferrari 812 Superfast

Falvio Manzoni: «Lo stile della Ferrari Supefast rispetta la tradizione e l’aerodinamica»

di Sergio Troise
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MARANELLO - La nuova Ferrari 812 Superfast ha le forme di una fastback: due volumi lunghi e profilati, con la coda caratterizzata da una sorta di spoiler integrato che dà l’impressione di accorciare l’insieme, regalando un’immagine più compatta dell’auto. In realtà la forma della coda assicura il carico verticale necessario al posteriore. Il design, in effetti, è stato condizionato dalle esigenze aerodinamiche. Lo ha rivelato lo stesso Flavio Manzoni, responsabile del Centro Stile di Maranello, spiegando che «in Ferrari la forma non può prescindere dalla funzione. E dunque abbiamo dovuto modellare la carrozzeria attenendoci scupolosamente alle esigenze imposte dall’aerodinamica».
 

 

Il progetto stilistico è nato dunque intorno alle regole imposte da Matteo Biancalana, che in Ferrari si occupa esclusivamente di… aria. Un tecnico impegnato a 360 gradi sull’evoluzione dell’aerodinamica, ma consapevole del fatto che sulle auto di serie non si possono utilizzare tout court gli stessi strumenti impiegati sulle monoposto di Formula 1. «Il progetto aerodinamico della 812 Superfast – ha spiegato Biancalana - si inserisce in un trend di continuo miglioramento delle performance dei modelli Ferrari, finalizzato sia alle prestazioni velocistiche, che alla esaltazione della dinamica della vettura a giovamento delle sensazioni di guida. Le linee guida dello sviluppo sono state il raggiungimento di elevati valori di efficienza aerodinamica ottenuti incrementando il carico verticale funzionale alla guidabilità della vettura, senza comprometterne la resistenza».

Importante il ruolo delle soluzioni mobili. Spiega ancora Biancalana: «Abbiamo lavorato sia sul piano meccanico, con l’aerodinamica mobile attiva, sia sulla pressione stessa dall’aria, cioè sulla aerodinamica mobile passiva, in modo da garantire valori molto contenuti di resistenza. Lateralmente agli ingressi d’aria dedicati al raffreddamento di motopropulsore e freni, il paraurti anteriore è stato dotato di un “turning vane”, la cui funzione è quella di incanalare e orientare i flussi che impattano la vettura nella parte frontale e mantenerli aderenti alla fiancata, riducendo la larghezza di scia della vettura con sensibili vantaggi sulla riduzione di resistenza all’avanzamento della vettura. Sul fondo è stata adottata una soluzione a triplice coppia di sciabole, che contribuisce al 30% dell’aumento del carico rispetto alla F12 berlinetta, così come già sperimentato sulla visione speciale F12tdf».
 

 

L’obiettivo era ottimizzare l’aerodinamica ben sapendo che l’esperienza maturata in Formula 1 può ispirare certe soluzioni, ma poi bisogna conciliare le esigenze di penetrazione aerodinamica e aderenza al suolo con quelle dello stile di una granturismo. «Per questo abbiamo fatto impazzire il povero Flavio Manzoni – ammette Biancarana – ma alla fine abbiamo realizzato, tutti insieme, un’auto al top sia per l’aspetto estetico sia per l’efficienza aerodinamica».

In effetti la 812 Superfast, a differenza di altre supercar estreme, può vantare un appeal da autentica star. Sa essere dolce e aggressiva allo stesso tempo. E se si aggiunge il dettaglio che è anche efficiente, si avrà chiaro il quadro di un’auto formidabile, in grado di ammaliare al primo sguardo. Davanti spiccano i fari a Led, di nuovo disegno, profilatissimi, posti sulla parte superiore dei parafanghi, mentre in basso paraurti e profilature aerodinamiche assolvono al compito di conciliare stile, penetrazione, aderenza al suolo. Sotto, due canali tra le ruote veicolano l’aria sul fondo. La fiancata scultorea e tridimensionale è caratterizzata da un impressionante svuotamento dietro alla ruota anteriore. Ciò dà un’impronta forte, muscolare, ma soprattutto la soluzione risponde ai succitati criteri: serve per evacuare dagli archi ruota l’alta pressione facendo scivolare l’aria lungo la porta.

Nella zona posteriore, oltre allo spoiler integrato di cui s’è detto, spiccano le quattro luci circolari, chiara citazione della tradizione Ferrari. L’impressione è che la coda sia bassa e larga, e ciò conferisce compattezza all’insieme, facendo sembrare la grande sportiva di Maranello un’auto di dimensioni più piccole. Inutile dire dell’aggressività, sottolineata dagli evacuatori e dagli scarichi, da cui viene emanato un sound strepitoso, come è facile attendersi da un 12 cilindri aspirato.

Gli interni sono stati realizzati puntando a un radicale cambiamento, mirato a dare una maggior caratterizzazione sportiva all’abitacolo. Rispetto alla F12 Berlinetta sono nuovi il volante, i sedili, la plancia. Il comfort è degno di una super granturismo di questo lignaggio, ma tutto è ispirato a uno stile “corsaiolo”, che assicura essenzialità e anche una certa raffinatezza, ma senza eccessi ridondanti. La plancia si basa su una struttura orizzontale passante da parte a parte che ingloba le bocchette aria e crea una scultura metallica con forte caratterizzazione sportiva che strizza l’occhio agli interni de LaFerrari. Ben visibile, al centro del cruscotto, campeggia il contagiri. Ben posizionato anche il tachimetro, mentre si poteva fare qualcosa di meglio per il navigatore. In compenso le informazioni principali sono a disposizione anche del passeggero, come ormai abituale sulle Ferrari di ultima generazione.


 

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Martedì 13 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 16-06-2017 15:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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