Un parco moto

Focus2R, Italia a due ruote: molte ombre e poche luci per chi va in moto in città

di Antonino Pane
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MILANO -  Andare su due ruote può diventare un rompicapo. Le regole cambiano da città a città per quanto riguarda, ad esempio, l'accesso ai centri storici e l'utilizzo delle corsie preferenziali. È quanto emerge dallo studio condotto da Ambiente Italia e Legambiente per conto dell'Ancma (Associazione italiana ciclo motociclo e accessori). I comuni italiani capoluogo di provincia hanno risposto in massa al questionario. Sono 104 le città capoluogo di provincia messe sotto i riflettori. L'80% delle amministrazioni locali interpellate ha fornito informazioni relative alle azioni a favore della mobilità di biciclette e motocicli implementate nel corso dell’ultimo anno. Il monitoraggio – il primo in assoluto mai realizzato in Italia su questo argomento – ha evidenziato una situazione a macchia di leopardo, sia dal punto di vista geografico, che sul piano delle misure attuate.

E veniamo ai dati raccolti. Il 63% delle città partecipanti consente il libero accesso di ciclomotori e motocicli all’interno delle Ztl, evidenziando che questo tipo di mobilità è percepito dagli amministratori locali come una reale soluzione ai problemi del traffico e dell’inquinamento. Di contro, solo l’8% delle amministrazioni coinvolte autorizza la circolazione delle moto nelle corsie riservate ai mezzi pubblici, percentuale che sale al 38% nel caso delle biciclette. Un dato che fa riflettere; infatti gli analisti precisano subito: «Questa pratica - che è diffusa in diverse capitali europee perché mette in sicurezza gli utilizzatori di veicoli a due ruote separandoli dal flusso del traffico ordinario – non è ancora stata adeguatamente compresa dagli amministratori locali, forse anche per un difetto di comunicazione, al quale l’Osservatorio si propone di porre rimedio».


E veniamo agli spazi per parcheggiare. Dall'inchiesta risultati che è del tutto insufficiente lo spazio riservato al parcheggio delle due ruote: più di un terzo delle città interpellate dichiara di dedicare a ciclomotori e motocicli meno del 10% degli stalli complessivamente disponibili all’interno del territorio comunale, dato che spiega in parte il fenomeno del parcheggio selvaggio , purtroppo diffuso in tanti centri urbani. Va tenuto presente che a livello totale Italia il parco circolante moto è pari a 8.540.000 utenti, circa il 23% del totale auto. Abbastanza sorprendente, invece, il dato relativo alla presenza di parcheggi di interscambio per le biciclette in prossimità delle stazioni ferroviarie: il 70% dei comuni dichiara di averne allestiti, almeno presso la stazione principale, 9 città hanno predisposto parcheggi con più di 500 stalli per le biciclette.

Dallo studio emerge anche una situazione a due facce per quel che riguarda lo sharing: mentre il 60% dei comuni offre un servizio di condivisione delle biciclette (con una media di 220 biciclette e 3.300 abbonati per città), lo sharing di motocicli è attestato in sole quattro città, sicuramente anche per la maggiore complessità organizzativa di questo tipo di servizio. Percorso a due velocità anche rispetto alle misure a favore della sicurezza degli utilizzatori: il 75% dei comuni dichiara di averle inserite nel Piano Urbano della Mobilità per quel che riguarda i ciclisti, mentre la percentuale scende al 23% relativamente ai motociclisti (un segnale positivo arriva però dal tema dei guardrail: una città su tre dichiara di avere istallato - o di avere in programma di farlo - protezioni progettate appositamente per i motociclisti).

Infine, un cenno anche alla mobilità a zero emissioni: il 58% delle città dichiara di non avere alcun punto di ricarica per biciclette o motocicli elettrici e solo cinque centri offrono più di 50 colonnine compatibili con le due ruote: decisamente poco se si considera che la mobilità elettrica presenta una maggiore penetrazione nel settore dei motoveicoli  che nel mondo auto.

«L’Osservatorio Focus2R - dice Corrado Capelli, Presidente di Confindustria Ancma - si propone di diventare lo strumento di analisi dello stato dell’arte della mobilità a due ruote che - per la prima volta in Italia – consente la possibilità di confrontare le politiche di mobilità con quelle degli altri comuni italiani, dandoci l’opportunità di proporre in modo mirato azioni di stimolo e consulenza per migliorare le condizioni attuali. Inoltre tali informazioni innescano un meccanismo virtuoso di scambio di best practices e messa in rete delle misure a favore delle due ruote. Dal nostro punto di vista solo il 24% delle città applica politiche incentivanti per l’uso delle due ruote, quindi c’è molto lavoro da fare su tutte quelle realtà che ancora non sono sensibili alla soluzione delle problematiche relative all’utilizzo di bici, scooter e moto. Il nostro auspicio è che si possa favorire l’utilizzo delle due ruote migliorando le infrastrutture e garantendo un livello di sicurezza adeguato agli utenti».
 

 

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Giovedì 10 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 11:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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