La sindaca di Torino Chiara Appendino e l' ideatore-organizzatore Andrea Levy tagliano il nastro per l'inaugurazione dell'edizione 2017 del salone di Torino

Gran festa dell'auto nel cuore di Torino: tanti i gioielli a 4 ruote in scena al Parco Valentino

di Giampiero Bottino
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TORINO - Sono bastate due edizioni al rinato (sotto vesti completamente rinnovate) Salone dell'Auto di Torino per conquistare fama e credibilità, e al suo ideatore-organizzatore Andrea Levy per vincere la scommessa e lo scetticismo che l'aveva accolta. Il terzo appuntamento sembra disegnare il ritratto di un evento che ha già raggiunto la maturità, l'occasione – ha detto la sindaca Chiara Appendino nel discorso inaugurale – «per rialzarsi dopo i drammatici fatti di piazza San Carlo e per dimostrare che Torino ha la capacità di creare eventi internazionali vivibili all'aperto e non ha dimenticato la sua vocazione manifatturiera».
 

 

Che l'appuntamento sia importante lo dicono i numeri: gli 800.000 visitatori attesi in 5 giorni sono da Guinness dei primati, negli stand sono presenti 56 marchi che rappresentano il 90% del mercato automobilistico automobilistico italiano, tra gli oltre 100 modelli esposti figura un nutrito drappello di anteprime nazionali. Certo non è un salone convenzionale, di quelli che si danno battaglia a colpi di debutti mondiali ed europei (anche se non mancano alcune chicche firmate da carrozzieri e centri di design che hanno in Piemonte la loro roccaforte), ma un appuntamento che offre a chi ne varca i cancelli un'intrigante e completa panoramica della più recente offerta automobilistica.

Alle basi del successo sono numerosi i fattori che hanno giocato a favore della tenacia lungimirante di Levy. C'è la location, cioè il Parco del Valentino con il contiguo castello che gli ha dato il nome, uno degli angoli più suggestivi affascinanti di una città che l'automobile l'ha nel cuore e nella storia. C'è l'intuizione di concedere alle case automobilistiche l'opportunità di portare negli spazi a loro riservati non più di quattro vetture, a garanzia di di una scelta ristretta ai modelli più recenti e di maggiore impatto col pubblico. Last but not least, l'ingresso gratuito costituisce un ulteriore motivo di attrazione di una manifestazione che ne vanta già molti.

Se il parco e il castello del Valentino restano il cuore del Salone, la manifestazione ha ampliato i propri confini trasformandosi in un evento diffuso che ha coinvolto l'intera città con appuntamenti organizzati dalla case (Mazda in piazza Vittorio, l'approfondimento “elettrico” che Volkswagen ha promosso in piazza Solferino a margine dell'esposizione di auto elettriche e ibride plug-in di piazza San Carlo, il raduno delle Citroën 2 Cv ancora in piazza Vittorio) a da enti come la Protezione Civile che per il proprio raduno – completo di mostra dei mezzi in servizio – ha scelto il Parco Dora. Mentre le 40 regine d'epoca iscritte al Concorso d'eleganza Asi hanno “peregrinato” tra il Valentino e la Palazzina di Caccia di Stupinigi.

In questa autentica festa dell'auto non potevano certamente mancare i momenti celebrativi come quelli organizzati per festeggiare i 70 anni della Ferrari e della coetanea Polizia Stradale, oppure l'incontro nel corso del quale Volvo ha spento le sue 90 gloriose candeline. In questo contesto, l'appuntamento forse più significativo è stato il Gran Premio Parco Valentino, rievocazione di una pietra miliare nella storia dell'automobilismo sportivo italiano. Prototipi, supercar e vetture del motorport sono state protagoniste di una parata di 18 km – da piazza Vittorio alla Palazzina di caccia di Stupinigi – aperta, come è ormai tradizione, dalla Lancia D50 con cui Alberto Ascari vinse nel 1995 l'ultima edizione del Gran Premio del Valentino.
 

 

 

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Giovedì 8 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 26-06-2017 10:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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