Dal 2009 GT Academy è il programma di reclutamento e addestramento organizzato insieme da Nissan e Playstation con il celebre gioco Gran Turismo

Nissan GT Academy, chi vince alla Playstation scende in pista a Le Mans

di Nicola Desiderio
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SILVERSTONE - Immaginare di trasformare la propria poltrona nel sedile di un’auto da corsa e, tutto d’un tratto, averne tra le mani una vera, con la possibilità di dimostrare di essere piloti veri. È quello che dal 2009 fa GT Academy il programma di reclutamento e addestramento organizzato insieme da Playstation con il celebre gioco Gran Turismo e Nissan. Il meccanismo è semplice: sei un asso della consolle? Allora puoi cominciare ad affrontare le eliminatorie online per poi passare a quelle nazionali.

Da lì si comincia a fare sul serio e si va al Race Camp di Silverstone, dove si decide chi sono i migliori in Europa e si vola ad Abu Dhabi dove si lascia la consolle e si affronta il Driver Development Programme dal quale escono i piloti destinati a correre la 24 Ore di Dubai con una Nissan GT-R. È una finzione? Tutt’altro. Lo spagnolo Lucas Ordoñes al primo anno della GT Academy ha esordito nel campionato europeo GT4 con un terzo posto e vincendo altre due gare ha conquistato il secondo posto nel campionato piloti. Nel 2011 ha debuttato alla 24 Ore di Le Mans nella classe LMP2 con un 2° posto e due anni dopo è arrivato 3° prima di essere arruolato nella squadra ufficiale Nissan, dapprima alla guida della ZEOD-RC nel 2014 e poi con la GT-R LM Nismo nella classe regina LMP1.

Ordoñes è dunque diventato un pilota vero e lo stesso è accaduto al britannico Jann Mardenborough che può vantare un 3° posto della LMP2 a Le Mans e svariate partecipazioni ai campionati Blancpain, GP3 e GP2. L’altro astro nascente è il russo Mark Shulzhitskiy che nel 2013 ha iniziato con il Blancpain e il FIA GT, nel 2014 ha raggiunto un 5° posto a Le Mans proprio con Mardenborough e invece ha trovato Ordoñes nel 2015 come compagno di squadra. Insomma è tutto vero, è proprio il caso di dirlo, e l’unico rammarico è che tra i pinocchio della consolle diventati piloti veri non vi sia stato ancora alcun italiano.

La cosa sicura è che il simulatore fa parte oramai della formazione e dell’allenamento di qualsiasi pilota. Anni fa fece scalpore sentire Jacques Villeneuve dire ”non conosco quella pista, ma ci ho giocato alla Playstation”, salvo vedere il pilota canadese scendervi come se vi avesse corso da sempre. Anche Lewis Hamilton è cresciuto a pane e GranTurismo mentre i simulatori di guida sono diventati veri e propri segreti industriali tanto che a Maranello è più facile visitare il reparto corse della Ferrari che non vedere il simulatore dove si allenano Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen.
 

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Lunedì 15 Febbraio 2016 - Ultimo aggiornamento: 16-02-2016 17:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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