Un prototipo Continental

Continental, non solo pneumatici le magìe della tecnologia tedesca

di Mattia Eccheli
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HANNOVER - Pneumatici ed acquisizioni hanno trasformato Continental, uno dei colossi planetari della fornitura del comparto automotive. Nel 2016 il fatturato è stato di oltre 40 miliardi di euro, mentre dopo 146 anni di storia il numero dei dipendenti ha superato quota 220.000. Le attività non sono mai state così globali e articolate: poco meno di 450 siti distribuiti in 56 paesi su 5 divisioni (Powertrain, Tyres, Chassis & Safety, Interior e ContiTech). Dal punto di vista dei volumi, con i suoi 27 marchi ed i suoi 150 milioni di unità prodotte, quella degli pneumatici incide per il 26% sul fatturato complessivo di Continental, controllato dalla famiglia Schaeffler (che già possiede l’omonimo gruppo).
 

 

L’Italia è importante per i bilanci della società: da una parte c’è Fiat Chrysler Automobiles, i cui ordini la collocano fra i buoni clienti (fra il 10 ed il 20% del giro d’affari complessivo) e dall’altra ci sono le attività nel Belpaese, dove sono occupate circa 1.550 persone, che nel 2016 hanno fruttato circa 610 milioni di euro di ricavi.
Continental è un interlocutore tecnologico importante dell’industria dell’automotive: tre vetture su quattro montano almeno un componente del colosso tedesco. Nel corso del TechShow 2017, la società ha anticipato le oltre 30 novità che verranno esibite al prossimo Salone di Francoforte. Fra queste c’è il Super Clean Electrified Diesel, una tecnologia per l’ibridizzazione del motore a gasolio che viene accreditata di una riduzione fino al 60% delle Nox e fino al 4% dei consumi e delle emissioni di CO2.

Il sistema potrebbe incidere attorno al 5% sul prezzo, un “arrotondamento” sostenibile per modelli di segmento superiore, e potrebbe allungare di qualche anno la vita del diesel. La stessa Continental prevede che la quota globale di mercato dei propulsori a gasolio scenderà dal 20% dello scorso anno al 12% del 2025. Solo che quella delle auto elettriche non supererà il 10%, mentre quella delle ibride schizzerà al 30%. L’interrogativo è se veramente l’elettrificazione del diesel interessi ai costruttori, visto che Volvo che disponeva di un motore ibrido a gasolio ha già imboccato strade diverse.

La società tedesca lavora a sistemi evoluti di connettività (per collegare le auto più datate), a funzioni aggiornate per la “comunicazione” (è già stata brevettata una soluzione per memorizzare gesti con due dita) oltre che ad ulteriori opportunità nel campo della sicurezza, della raccolta e dell’utilizzo dei dati e dell’infotainment. Con Meteo-France è stato realizzato un sistema che trasforma l’auto in una stazione mobile per il rilevamento e la diffusione dei dati sul tempo, mentre grazie ai vari sensori un prototipo di Continental è in grado di imparare un percorso per parcheggiare da sola: per il momento il tragitto è di 80 metri, ma la distanza aumenterà presto.
 

 

Ci sono poi una tecnologia per la ricarica elettrica universale che risolverebbe l’attuale problema dei diversi standard e l’impianto audio senza altoparlanti che alleggerisce l’auto (anche nell’ordine di un paio di decine di chilogrammi) senza penalizzare la qualità del suono.Con i sistemi di mappatura e di assistenza alla guida, la società punta ad un obiettivo nobile ed ambizioso, cancellare la piaga delle vittime della strada: «Crediamo che gli incidenti debbano diventare un fenomeno del passato – dice il Ceo Elmar Degenhart – Non è un obiettivo utopico: possiamo veramente raggiungerlo».


 

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Domenica 9 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 10-07-2017 19:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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