La nuova Alpine A110

Alpine, il ritorno della sportiva francese. La A110 si ispira alle origini: leggera, agile, veloce

di Alberto Sabbatini
  • condividi l'articolo
  • 39

AIX-EN-PROVENCE - Chi ha più di cinquant’anni ricorderà le leggendarie Alpine Renault. Berlinette blu dal design tondeggiante che dominavano i rally nei primi anni Settanta battendosi contro le Fulvia HF. Nel mondo scintillante e dorato del Principato di Montecarlo, che già in quegli anni stava cominciando a diventare il luogo esclusivo dove si mescolavano vip, ricchezza ed esibizionismo, le piccole Alpine durante i giorni del rally assurgevano al ruolo di reginette del Principato più delle opulente Rolls Royce dei miliardari locali. Parcheggiate sul lungomare della cittadina monegasca oppure davanti all’hotel de Paris o al Casinò, le blu Alpine in attesa della corsa si ponevano al centro dell’attenzione del pubblico che passeggiava nel paddock aperto del rally. Ben poche auto hanno simboleggiato la storia del rally di Montecarlo come lei.
 

 

L’Alpine, marchio sportivo francese di nicchia, ha vissuto poche decine di anni ma ha lasciato ricordi importanti. Adesso che l’industria dell’auto sta riscoprendo miti e leggende del passato per proporre automobili con una forte personalità e distinguersi fra centinaia di modelli più anonimi, l’Alpine A110 torna a vivere per iniziativa di Renault. Il costruttore francese, che aveva acquisito il marchio Alpine nel 1973 e l’aveva chiuso nel 1995, ha deciso di rilanciarlo in chiave esclusiva. Tanto che del primo modello, la A110 Première Edition, ne verranno costruiti appena 1.955 esemplari. Un numero che omaggia l’anno di nascita del marchio Alpine. Già tutti prenotati e venduti prima ancora che l’auto fosse completamente svelata.

La moderna Alpine si ispira completamente alla piccola berlinetta A110 dei primi anni Settanta. Fin dallo stesso nome, Alpine, che il suo costruttore, Jean Rédéle, scelse nel 1955 per la sua agile coupé perché simboleggiava il piacere di guidare sulle strade delle Alpi. Ovviamente è blu Francia, il colore-simbolo delle Alpine.
Ed ha lo stesso design compatto con i fari tondi e la medesima ispirazione tecnica - motore centrale posteriore, peso ridotto trazione posteriore, elevata maneggevolezza - che aveva reso insuperabile questa coupé francese tra le tortuose strade di montagna e nei rally. L’Alpine originaria aveva un telaio monotrave al quale era “attaccata” la meccanica. La nuova Alpine invece ha una moderna scocca completamente in alluminio.
Scelta appositamente per rispettare l’obiettivo tecnico principale del progetto: realizzare un’automobile il più leggera possibile, appena sopra i mille chili. In questo, l’Alpine segue pedissequamente la vecchia ma sempre valida regola cui si ispirano tutti i progettisti di auto sportive: meglio un chilogrammo di peso in meno che un cavallo di potenza in più.

Perché il peso inferiore ti fa accelerare prima in uscita di curva dovendo il motore spostare una massa inferiore, ma soprattutto rende più maneggevole l’auto nelle curve e migliora l’inserimento quando giri il volante. Così la A110 moderna pesa appena 1.080 kg (1.103 kg nella versione Première Edition più accessoriata). Compattezza e agilità fra le curve sono le armi migliori della Alpine.

Quando ci si siede al volante si rimane sorpresi da quanto la A110 risulti maneggevole nel misto. Abbiamo avuto l’occasione di guidarla in anteprima sulle tortuose stradine francesi della Provenza contornate da bassi e insidiosi muretti. La Alpine in quel contesto serpeggiava fra le curve come uno sciatore tra i pali dello slalom.
Merito delle dimensioni compatte (è lunga appena 4,18 metri e alta 1,25 metri) ma anche della geometria delle sospensioni; i progettisti hanno adottato uno schema a quadrilatero, sia davanti che dietro, che permette alle ruote anche sotto l’effetto del rollìo in curva di restare sempre perfettamente perpendicolari e aderenti al terreno. La particolare distribuzione dei pesi, con il 44% della massa che grava davanti e ben il 56% sul retrotreno, contribuisce a aumentare l’aderenza delle ruote posteriori motrici e a rendere leggero ma direzionale l’avantreno.

La compatta e agile Alpine è la dimostrazione che non serve una potenza smisurata per andare forte lo stesso; la A 110 monta un propulsore 4 cilindri turbo Renault di appena 1,8 litri che eroga 252 cavalli, ma che ha un coppia generosissima di 320 Nm che resta costante da 2.000 a 5.000 giri/minuto; e quindi rende elastico e reattivo il motore appena si pigia sul gas. Tanto che la A110 accelera da 0 a 100 km/h in appena 4,5 secondi (il cambio è Getrag automatico-sequenziale a 7 marce con comandi al volante). Certo, la A110 è pur sempre una due posti secchi con tutti i limiti di abitabilità interni delle coupé compatte; pensate che non c’è nemmeno un vano per riporre la giacca a vento d’inverno: dovrete far ricorso al baule anteriore; perciò non è fatta per l’uso di tutti i giorni.
Ma chi è un vero appassionato di guida sportiva si ritroverà per poco meno di 60mila euro - tanto costerà la versione “Pure” che uscirà in primavera - un’auto da divertimento assoluto.
 

  • condividi l'articolo
  • 39
Martedì 2 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 03-01-2018 17:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti