La nuova Volvo XC90, un grande salto generazionale

Volvo XC90, la rivoluzione svedese: design,
qualità, tecnologia per il più sicuro dei Suv

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Appena la guardi ti accorgi di essere di fronte a qualcosa di importante. Certo che non è solo una nuova auto, è la prima pagina di un libro affascinante che miscela la gloriosa tradizione europea con i capitali, l’organizzazione e i ricchi mercati della grande Cina.


Il design è pulito, semplice, quasi essenziale. Ma bello, rassicurante, equilibrato. Aprendo la portiera si entra in un salotto svedese. Le sospensioni attive ad aria abbassano la vettura per facilitare l’ingresso a bordo, l’eleganza si fonde con la precisione, l’elevata qualità dei materiali con la cura delle finiture. Piacevole il rivestimento dei sedili e quello della plancia, intrigante e intuitivo il grande display touch verticale che gestisce numerose funzioni, molte della quali possono essere attivate anche con i comandi vocali.

Originale il pulsante di avviamento che non si spinge, ma si gira, moderno e funzionale il cruscotto formato da un grande schermo sul quale possono comparire le informazioni preferite. Forse una Volvo mai era stata tanto raffinata. C’è un po’ di attesa, quasi curiosità, per vedere come rispondono gli efficienti quattro cilindri benzina e diesel completamente in alluminio su un corpo vettura tanto importante.

Piccoli dubbi che volano via in un attimo, tutti i propulsori si comportano egregiamente, alcuni sono quasi esaltanti. Il cuore della D4, che arriverà dopo l’estate e in Italia sarà trazione anteriore, sviluppa 181 cavalli, quello della D5 con doppio turbo arriva a 225, una delle potenze più elevate della categoria, premium compresi (l’unico due litri che fa meglio è il nuovo Volkswagen che si spinge fino a 240). Il picco di coppia di 470 Nm, che si mantiene stabile fino a 2.500 giri, dà grandi vantaggi per la prontezza di risposta e la fluidità.

Anche la T6 ha un due litri turbo, ma è alimentato a benzina ed eroga 320 cavalli con una coppia di 400 Nm costante durante quasi tutto l’arco di utilizzo (da 2.200 a 5.400 giri). Lo stesso cuore con tarature leggermente diverse (i cavalli sono 318) si fa valere sull’ammiraglia T8, ma in questo caso non si può parlare di motore, ma di motorizzazione poiché il Suv ibrido plug-in monta anche due propulsori elettrici che lavorano insieme o separatamente al termico.

Quello da 82 cv e 240 Nm di coppia è sull’asse posteriore, garantisce la trazione integrale e spinge la vettura da solo quando si vuole viaggiare a zero emission (40 km). L’altro elettrico (34 kW, 150 Nm) che funge da generatore e fa ripartire il benzina si trova fra motore e cambio, l’automatico sequenziale con convertitore a 8 rapporti. I tecnici svedesi non hanno saggiamente perso tempo con un manuale che sarebbe stato anacronistico su un Suv di questo livello.

La T8 ha prestazioni da sportiva (230 km/h, 0-100 in 5,9 secondi) con efficienza record (59 gr/km di CO2, 2,5 l/100km) perfettamente controllate da una meccanica e un’elettronica all’avanguardia: il servosterzo è elettrico, le sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante, dietro c’è un’originale barra di torsione trasversale al posto delle molle elicoidali.

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Venerdì 14 Agosto 2015 - Ultimo aggiornamento: 18-08-2015 15:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA