Il Noleggio a Breve Termine va, ma la crescita è “spinta”

Il Noleggio a Breve Termine va, ma la crescita è “spinta”

di Mattia Eccheli
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ROMA - L’Italia dell’auto accelera grazie anche al noleggio a breve termine e marcia spedita verso un progressivo allineamento con i grandi mercati del Vecchio Continente. Le stime per questo settore sono di quasi 165 mila auto targate entro fine dicembre, con una crescita di quasi 30 mila unità rispetto al 2016 (erano 119.500 due anni fa). Volumi che da soli valgono oltre l’8% del mercato complessivo se le previsioni vicino ai 2 milioni verranno confermate. Nei primi dieci mesi, il “rent a car” (Rac) ha sfiorato le 155 mila immatricolazioni con una crescita del 20% su base annua a fronte di un +8,6% del mercato nel suo complesso. Il trend di ottobre ha mitigato l’andamento di settembre, per il quale era stata contabilizzata una impennata dei volumi (+70,9%).

Il mercato non sembra tuttavia rispecchiare la realtà, come dovrebbero dimostrare i dati relativi ai primi mesi del prossimo anno. La spinta di questa fine anno è dovuta soprattutto a ragioni “tecniche”: nella sua analisi, Dataforce parla di «forzature di mercato che alcuni Costruttori hanno chiesto agli operatori». Sfruttando i benefici assicurati dalle case, alcune società hanno optato per un prematuro inflottamento che dovrebbe penalizzare il trend dei primi mesi del 2018.

La domanda c’è, ma non nella misura in cui sembrano rivelare questi tassi di crescita. In ottobre è stata registrata un’altra anomalia: i dealer hanno targato ad uso noleggio il 90% di vetture in più. L’Unrae, l’associazione delle case estere, certifica che «senza la spinta delle autoimmatricolazioni il noleggio a breve termine segnerebbe un risultato in flessione».

Volumi simili (2.511 unità contro le 1.309 dello stesso mese del 2016) sono insoliti ed è pertanto improbabile che questi veicoli (sono compresi anche quelli commerciali leggeri) vengano immediatamente destinati al Rac. Nei primi dieci dell’anno, la Panda ha scavalcato la 500L nella top 10 dei modelli più acquistati dalle società di noleggio a breve. La “tascabile” di casa Fiat viaggia poco sopra le mille unità al mese (10.700 destinate al Rac su 126 mila commercializzate), mentre la regina dello scorso anno è scivolata addirittura al terzo posto, passando da 9.700 a 5.900 esemplari targati. Come nel 2016, il costruttore “nazionale” piazza sei modelli fra i dieci più venduti, anche se quest’anno la Punto è subentrata all’Alfa Romeo Giulietta.

La prima vettura straniera è sempre francese ed è sempre sesta, posizione dalla quale la Citroen C3 ha scalzato la Renault Clio. Fra i marchi, alle spalle di Fiat ci sono tre case transalpine: lo stesso Doppio Chevron (che ha guadagnato quattro posizioni), Peugeot e Renault.

Assieme a Maggiore, acquisita nel 2015, Avis vale oltre il 28% delle nuove immatricolazioni con poco meno di 47 mila veicoli. E tuttavia, con una crescita del 7,5% ha ceduto il 3 punti di quota. Poi ci sono Hertz (35.799) ed Europcar (scesa all’8,5% di penetrazione) e la controllata Goldcar, che ha incrementato del 17% il numero dei veicoli targati. Tra le società dai nomi altisonanti, Sixt è cresciuta di quasi l’87% e due operatori di dimensioni minori, Noleggiare e Autovia, hanno fatto registrare aumenti in tripla cifra: +139,5 e +102%.

Il turismo è uno dei grandi motori del mercato del Rent a car che in Italia vale 1,1 miliardi di euro di fatturato. I contratti di “affitto” ruotano attorno ai cinque milioni, mentre i giorni di noleggio hanno sfondato la quota dei 32 milioni con quasi mille stazioni di prelievo. Anche se i segmenti B e C sono quelli più importanti, ci sono nuove formule che consentono ai clienti di scegliersi modelli precisi ed esclusivi. È un’evoluzione del mercato che rivela un’interesse diverso da parte degli automobilisti che non vogliono più soltanto un’auto “semplicemente” per andare da un luogo ad un altro. La macchina diventa parte integrante della trasferta.
 

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Giovedì 14 Dicembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 12:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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