Alcune auto storiche prima del via di una tappa

Targa Florio 100ª edizione: tra vip e campioni del passato celebrato il fascino di “a Cursa"

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PALERMO - Un giorno l'auto elettrica e a guida autonoma ci priverà di valori consolidati come il piacere di guida e la passione per i motori tradizionali. C'è chi prevede, persino, che le corse automobilistiche diventeranno sfide tra robot... Si rivelano dunque occasioni importanti, diremmo necessarie se non rischiassimo di sembrare antistorici, quelle che testimoniano ancora oggi, in questi tempi di veloce transizione, quanto forte sia il legame di noi tutti con l'automobile che fu. Con la passione e la tradizione.

Una testimonianza efficace è arrivata dalla Sicilia, dove è stata celebrata, in uno splendido weekend di primavera, la 100ma edizione della Targa Florio, la corsa su strada più antica del mondo. Un evento speciale, al quale le Poste italiane hanno dedicato un francobollo celebrativo e i siciliani un'accoglienza strepitosa. Eravamo agli inizi del secolo scorso e l'auto avanzava faticosamente “contro” il cavallo quando Vincenzo Florio ebbe la sua lungimirante intuizione. La prima Targa era una corsa lunga e avventurosa: si disputava lungo strade impervie, impolverate, disseminate di curve e d'insidie.

Ma anche la Targa moderna, quella che ebbe validità per il Mondiale Marche fino agli anni 70, non era certo una passeggiata: 72 chilometri di curve e controcurve, in un susseguirsi di salite e discese, centri abitati da attraversare a tutto gas, un rettilineo da 300 e passa km/h come quello di Buonfornello, e passaggi nel cuore della campagna, con l'incubo delle pecore, dei cani, dei muli, delle mucche.

«Una volta - ha raccontato Nino Vaccarella, il campionissimo siciliano che nella Targa ha trionfato tre volte - investii due pecore... il pastore mi aiutò a ripartire e m'incoraggiò dicendomi “non ti preoccupare... le vendo, e se dico che sono quelle investite da ‘o professore valgono di più”». Dai tempi eroici ai giorni nostri ‘a cursa ha resistito al tempo e al progresso, aggiornandosi nel percorso e nella formula di gara (la versione moderna è, dal 1978, un rally valido per il campionato italiano), ma la storia resta, racchiusa in cinque musei che nel palermitano si fanno concorrenza tra loro e, soprattutto, nei ricordi di chi c'era.

Come Arturo Merzario, che sul circuito delle Madonie ha vinto due volte (nel '72 su Ferrari, in coppia con Munari; nel '75 su Alfa Romeo, con Vaccarella), e oggi afferma, convinto: «La Targa gode di una fama paragonabile, in Italia, solo a quella della Mille Miglia e, nel mondo, alla Carrera Panamericana». Quando il presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani, d'intesa con l'Aci di Palermo (e con l'appoggio di munifici sponsor) ha varato il piano per le celebrazioni del centenario, l'adesione è stata massiccia. E infatti sono arrivati sulle Madonie tutti i grandi dell'automobilismo, in testa il presidente della Fia, Jean Todt, che ha definito la Targa «un patrimonio da salvare» e non s'è fatto mancare un giro alla guida di un'Alfa anteguerra.

Massiccia l'adesione dei grandi campioni del passato: al richiamo dell'happening siciliano non hanno resistito personaggi del calibro di Jacky Ickx, Helmut Marko, Jochen Mass, Gijs Van Lennep, Vic Elford; la legione italiana è stata rappresentata, oltre che dal padrone di casa Vaccarella, dai vari Arturo Marzario, Andrea De Adamich, Nanni Galli, Sandro Munari, Carlo Facetti, Gian Luigi Picchi, Mauro Pregliasco. Tra un selfie e un autografo, tutti si sono rimessi al volante delle auto della Historic Speed, l'evento clou del weekend siciliano, svoltosi su un percorso-palcoscenico di 7 km, con base di partenza e arrivo a Floriopoli, davanti a una folla di oltre 20.000 persone entusiaste.


Ha contribuito al successo la partecipazione diretta delle Case che sul circuito siciliano hanno scritto pagine di storia. In testa la Porsche, che alla Targa ha ottenuto 11 vittorie, record assoluto. E poi Ferrari, Alfa Romeo, Abarth. Per l'occasione FCA (main sponsor dell'evento) ha tirato fuori dal museo di Arese alcuni dei pezzi più importanti della storia Alfa Romeo, mentre molti privati hanno esibito auto di altissimo valore collezionistico, come la Cisitalia di Carlo Facetti, le Alfa da corsa della Scuderia del Portello, la 33 TT 12 dell'italo americano Joe Nastasi (è tornato a guidarla Helmut Marko, l'uomo che in Spagna ha messo Verstappen al volante della RedBull).

Tra le più ammirate, la Ferrari P4 di mister Glickenhaus, miliardario americano che di buon grado ha ceduto il volante all'83enne Vaccarella. A completare il parterre, alcune rarità in perfetta efficienza firmate Bugatti, Jaguar, Lotus, McLaren. Renato Pozzetto ha esibito una magnifica Mercedes. Muhtar Kent, Ceo di Coca Cola (presente in veste di concorrente, di sponsor, e di «innamorato della Sicilia») ha guidato una bella Alfa SS del 1960. Della stessa età la Giulietta SZ coda tronca guidata da John Elkann, in gara con la moglie Lavinia Borromeo nella Targa Classic, competizione di regolarità riservata a vetture di particolare interesse storico costruite tra il 1906 e il 1970 (ha vinto il siciliano Giovanni Moceri, a bordo di una Fiat 508 C del 1939). In parallelo, si sono svolti anche una Targa Historic Rally (valida per il campionato rally auto storiche), un Ferrari Tribute e un rally per auto moderne (vinto dalla Peugeot 208 di Paolo Andreucci).
 

 

  • condividi l'articolo
Martedì 17 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 20-05-2016 15:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti