Una conferenza stampa al Ces di Las Vegas

Innovazione e tradizione, l’anno riparte dall’America. L'Automotive fa tappa al Ces ed a Detroit

di Giorgio Ursicino
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LAS VEGAS - L’automotive non si ferma mai e, com’è ormai tradizione, l’anno riparte dall’America. Proprio dove si era chiuso il 2017 visto che l’ultimo salone internazionale era stato quello di Los Angeles. I fuochi di Capodanno non si sono ancora spenti ed ecco che accende i riflettori la fiera del Nevada. In realtà il Ces (Consumer Electronic Show) di Las Vegas, la più importante rassegna mondiale di elettronica, forse il più grande evento espositivo del pianeta, non è certo una sfilata di vetture.

L’enorme valore che ha ed avrà la mobilità, però, ha reso la North Hall del Lvcc (Las Vegas Convention Center) un vero motor show con l’auto protagonista assoluta. Se Los Angeles è la patria del design, delle performance e del divertimento, quindi il palcoscenico perfetto per le supercar e i gioielli dedicati al tempo libero (vedi la nuova Wrangler), Las Vegas dà spazio all’innovazione più estrema, a tutte quelle componenti che trasformeranno radicalmente il nostro modo di muoverci, rendendolo più sostenibile, connesso e sicuro, un percorso lungo il quale il supporto dell’elettronica è assolutamente indispensabile.

Il Ces passerà il testimone a Detroit, la capitale americana dell’auto, il salone del business e della concretezza, quello dove vengono svelati i veicoli di produzione elevata che garantiscono occupazione e generano utili. Tre gemme diverse fra loro tutte di grande importanza e in grado di confermare che la mobilità avrà un futuro più radioso di quanto non sia stato il passato poiché continuerà a garantire libertà riducendo gli aspetti negativi, cioè l’inquinamento e la perdita di vite umane. Quest’anno il trittico arriva in una fase particolarmente buona per il settore, soprattutto da questa parte dell’Atlantico. L’anno che si è appena concluso è stato un altro esercizio record, le vendite globali sono cresciute ancora e i risultati finanziari si annunciano ambiziosi.

Il mercato, che in Europa si è rafforzato, negli States ha tenuto dopo un decennio di vertiginosa crescita e l’industria dell’auto sembra quella che più ha trovato feeling con le politiche di Trump. Fca, che continua a correre in borsa e in poco più di 10 giorni ha aumentato di oltre un quarto il suo valore (dopo averlo quasi raddoppiato nel 2017), è solo la punta dell’iceberg, per tutto l’automotive dovrebbe essere l’anno del Toro. Proprio in questi giorni Toyota e Mazda (ormai consolidate alleate) hanno annunciato la costruzione di una fabbrica ad Huntsville in Alabama: un investimento di 1,6 miliardi di dollari per produrre 300 mila veicoli l’anno. Anche Fca ha fatto la sua dichiarazione: nel 2020 il nuovo pick up Ram heavy duty dal Messico tornerà negli States e nello stabilimento di Warren sarà investito oltre un miliardo.
 

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Sabato 20 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 21-01-2018 15:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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