Pietro Innocenti numero uno di Porsche Italia

Innocenti (Porsche): «Le vittorie in gara le portiamo sulle auto di serie. Investiamo più di 1 mld di euro nell'elettrico»

di Cristiano Chiavegato
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LE MANS - La Porsche ha appena rivinto la mitica «24 Ore» di Le Mans con la 919 Hybrid dotata di soluzioni molto raffinate e tecnologicamente avanzate. La power unit si è dimostrata particolarmente efficace. Il motore termico posteriore centrale piccolo e leggerissimo, turbo a 4 cilindri, un primo sistema elettrico di recupero d’energia, alimentato in frenata, che interviene sulle ruote anteriori, trasformando la trazione posteriore in integrale e il secondo che viene caricato dai gas di scarico. In questo senso la Casa tedesca non ha pensato solo alle competizioni, ma sta anche raccogliendo dati e collaudando ogni soluzione, in maniera anche esasperata, in vista della realizzazione della Mission E, presentata per la prima volta al Salone di Francoforte del 2015.

Continua quindi, anche in pista, lo sviluppo della Porsche completamente elettrica. Vettura a quattro porte e altrettanti posti, quattro ruote motrici e sterzanti con l’inconfondibile stile della marca, con un design più avanzato e dotata di tutti i sistemi tecnologici attuale e quelli che verranno sviluppati nei prossimi anni, fino al 2019 quando, secondo il programma, la Mission E verrà inizierà a essere prodotta in serie.

La maratona francese, ha rappresentato dunque una buona occasione per riparlare dell’auto elettrica con Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia. «Dalla 918 Spyder c'è stato un notevole trasferimento tra ciò realizziamo nel motorsport e quello che portiamo sulle macchine di serie. Siamo arrivati alla terza generazione di ibrido sulla Panamera e stiamo lavorando intensamente sulla Mission E il regolamento del Mondiale endurance va in questa direzione e per noi significa anche capitalizzare gli investimenti. L’impegno della Porsche non è concentrato solo sulle gare ma anche sulle vetture di serie. Stiamo investendo più di 1 miliardo di euro per realizzare una fabbrica dentro la fabbrica di Zuffenhausen, e questo tipo di tecnologia verrà trasferito anche su altri modelli elettrici».

«Ovviamente - ha aggiunto il manager della Casa tedesca - esiste un problema che riguarda le infrastrutture, cioè le stazioni di rifornimento per le ricariche veloci. L'Europa non è ancora pronta e senza una rete capillare non si va da nessuna parte. Per questo abbiamo creato un consorzio assieme ad Audi, Bmw, Daimler, Ford e Volkswagen per creare un sistema valido, installando colonnine ogni 200 km per dare tranquillità ai nostri clienti. In Italia al momento sono previste 44 stazioni ad alte prestazioni. Con la tecnologia derivata dalla 919 Hybrid vincitrice a Le Mans, che lavora a 800 Volt e l’utilizzo di batterie di nuova generazione si potrà effettuare l’80 per cento della ricarica in 15 minuti, per un’autonomia di 400 km.

Stiamo facendo valutazioni in maniera che le aree di rifornimento vengano collocate nei posti gusti, ossia dove i nostri clienti viaggeranno maggiormente. La Mission E, il cui nome è ancora da definire, sostituirà un modello della gamma attuale. Si andrà anche nella direzione Suv ma è prematuro parlarne,  non vogliamo fare speculazioni sul futuro, prima vogliamo concentrarci su questa vettura, che rimarrà comunque fedele alla tradizione di eccellenza del marchio». 
 

 

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Mercoledì 5 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 07-07-2017 16:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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