Sulla famosa pista francese la corsa automobilistica più prestigiosa del mondo

Le Mans, il giorno più veloce dell'anno: l'irresistibile fascino della regina delle gare

di Giorgio Ursicino
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LE MANS - Il grande giorno è arrivato. La giornata più lunga dell’anno, sicuramente la più veloce. Puntuale come l’estate, nella seconda metà di giugno accende i motori la 24 Ore di Le Mans, la corsa automobilistica più ambita e prestigiosa, quella che ogni pilota sogna di vincere almeno una volta nella vita. Una cavalcata a tutto gas dove si vivono intensamente non solo ore e minuti, ma anche i secondi e diventano fondamentali decimi, centesimi e millesimi poiché un battito di ciglia può esaltare o mandare in fumo l’impegnativo lavoro di 12 mesi interi. Come nel 1969 quando il tedesco Hans Herrmann e il francese Gerard Larrousse con la Porsche furono beffati sul traguardo per soli 100 metri dalla Ford GT40 di Jacky Ickx e Jackie Oliver dopo aver percorso 5 mila chilometri a 210 di media oraria.

Se vinci è gloria, se perdi niente rivincita. Per cancellare la delusione non c’è il gran premio successivo, bisogna aspettare 365 interminabili giorni. Negli ultimi tempi l’evento planetario ha ripreso vigore e interesse anche nel nostro paese come negli anni Sessanta quando a dominare la scena era la Ferrari poi insidiata dalla Ford prima di lasciare il testimone alla Porsche che diventò regina nel decennio successivo. Bolidi dal fascino estremo e dalla tecnica rivoluzionaria guidati dai migliori campioni di Formula 1. Che la maratona francese sia molto su di giri lo conferma il dorso de Il Messaggero salito a 24 pagine (come le ore della corsa...) per ospitare gli illustri pareri di top manager globali e campionissimi del volante che hanno scritto per il nostro giornale. Ognuno ha la sua visione di Le Mans, la sua personale interpretazione dall’angolazione con cui l’ha vissuta (al volante, ai box, in tribuna).

Tutte sono accomunate da emozione e passione, interesse e grande rispetto per la competizione che più di ogni altra richiede una perfetta miscela di tecnologia e talento, innovazione e coraggio, investimenti e determinazione. Anche il driver più valoroso e il bolide più rapido saranno costretti ad arrendersi alla legge della 24 Ore se non fanno parte del pacchetto ideale, se non sono l’ingranaggio di un meccanismo perfetto. La componente umana e quella meccanica si fondono magicamente, la power unit più evoluta può avere lo stesso valore del lavoro dei meccanici che riforniscono i bolidi per oltre trenta volte, anche di notte, con il sole o sotto il diluvio. In una sola occasione si possono confrontare stili di guida diversi, al volante si alternano fenomeni delle categorie più diverse (F1, gara americane, rally, raid).

Ma è anche possibile assistere a sfide fra impostazioni tecniche completamente differenti, motori diesel e benzina, aspirati e turbo, 4, 6 o 8 cilindri, tutti contro tutti per andare il più lontano possibile e passare primi sotto la bandiera a scacchi quando la lancetta delle ore avrà terminato il secondo giro. Al contrario della Formula 1 dove le auto sono quasi tutte uguali a Le Mans la diversità è un valore, una virtù: ognuno può scegliere la strada che vuole per utilizzare nel miglior modo possibile l’energia (il carburante) che ha a disposizione. Se in Formula 1 i costruttori in campo ufficialmente sono tre (Ferrari, Mercedes e Renault), nei rally il prossimo anno diventeranno quattro (Volkswagen, Hyundai, Citroen e Toyota) alla 24 Ore sono già sette fra quelli impegnati con i mostruosi prototipi e quelli che si sfidano nella categoria GT, le vetture derivate dalla serie.

A lottare per la vittoria assoluta Audi, Porsche e Toyota, fra le Gran Turismo Ford che torna a sfidare la regina Ferrari dovrà vedersela anche con Aston Martin, Corvette e Porsche. In queste pagine anche notizie intriganti. Sergio Marchionne ha forse per la prima volta esternato il grande rispetto che ha per questa corsa, ha messo insieme considerazioni senza legami destinate a far sognare gli appassionati. Ha riconosciuto il valore di questa gara per la storia Ferrari, ricordando che anche l’Alfa Romeo ha una tradizione gloriosa a Le Mans e che il suo impegno è di riportare il Biscione... Bill Ford ha raccontato l’indissolubile legame dell’Ovale Blu per la 24 Ore, ricordando il mancato accordo fra suo zio Henry II e l’ingegner Ferrari: quando tre anni fa andò a Le Mans per dare il via alla gara aveva già deciso che la Ford sarebbe tornata in forze.

Fernando Alonso ha ribadito che prima o poi la correrà per vincerla, il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani ha svelato l’idea (dopo aver sistemato il dossier Formula 1) di provare a riportare a Monza anche i bolidi di Le Mans. Andrea Bonomi, che ha reso grande la Ducati nel Motorsport, ha raccontato perché secondo lui Valentino non è riuscito a vincere con la Rossa. Vaccarella ed Herrmann ci hanno trasmesso le emozioni di quando i piloti erano eroi e rischiavano la vita ad ogni curva. Non solo Le Mans, la Mille Miglia, la Targa Florio, fino alla Carrera Panamericana.
 

 

 

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Lunedì 4 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 05-07-2016 17:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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