Hans Herrmann, al volante di una Porsche 917 vinse la 24 Ore di Le mans nel 1970

Herrmann, una sconfitta da leggenda: solo 100 metri dopo 24 Ore

di Hans Herrmann
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LE MANS - La vittoria alla 24 Ore di Le Mans con la Porsche 917 è stata la più bella esperienza della mia carriera di pilota, una delle più coinvolgenti della mia vita. Era arrivata alla fine di una gara massacrante, sia per la pioggia sia per le rotture e gli incidenti: alla fine fummo solo in 7 a finire quella che poi fu definita “La battaglia dei Titani”.
Quella vittoria era arrivata anche l’anno dopo che l’avevo persa contro Jacky Ickx e la sua Ford GT40 per soli 120 metri dopo una lunga serie di sorpassi negli ultimi giri di gara. Inutile dire che le imprecazioni non bastarono a smaltire la delusione in quel momento ma, a distanza di anni, rimane invece la soddisfazione di aver lottato per una vittoria così importante contro un pilota e una macchina fortissimi.

E di averlo fatto in entrambi i casi con un costruttore della mia città, Stoccarda. Ho avuto il privilegio di correre anche con l’altro marchio cittadino la Mercedes, e di farlo con alcuni tra i piloti più forti della storia come Juan Manuel Fangio e Stirling Moss. Sono i piloti che mi hanno impressionato di più e ho vissuto con loro momenti sportivamente esaltanti e personalmente piacevoli. Nella stessa squadra ho corso in Formula 1 e la Mille Miglia del 1955, quella in cui Moss vinse con la SLR300 stabilendo il record imbattuto. L’anno prima vi avevo corso con la Porsche 550 e con Herbert Linge ci infilammo sotto il passaggio a livello che si chiudeva mentre il treno stava arrivando. Per questo e per altri incidenti spettacolari nei quali sono stato coinvolto senza alcuna conseguenza, mi sono guadagnato il soprannome di “Hans il fortunato”.


Se invece mi si chiede in quale pilota mi rivedo oggi, io rispondo in nessuno: ogni pilota è unico perché diversi sono i tempi e le premesse. So solo che ho sempre desiderato fare il pilota fin da bambino, anche mentre studiavo da pasticcere per lavorare nell’azienda di famiglia, e ho sempre guidato per vincere anche nelle competizioni più pericolose come Le Mans, la Carrera Panamericana oltre alla 12 Ore di Sebring e alla Targa Florio, che ho vinto entrambe nel 1960 con la Porsche. Anzi di recente sono tornato proprio a seguire la Targa Florio del centenario in Italia, un paese dove ho ancora molti amici e del quale amo praticamente tutto: il passaggio, la gente, il cibo e anche le auto visto che ho corso anche con Abarth, Ferrari e Maserati.


La mia carriera di pilota mi ha reso felice e non nutro alcun rimpianto, neppure di aver abbandonato le corse subito dopo aver vinto la 24 Ore di Le Mans per una promessa fatta a mia moglie. A volte il destino sceglie per te e oggi mi godo la mia vecchiaia seguendo, con un certo distacco, le sorti dell’automobilismo che ai miei tempi era pionierismo e oggi invece rappresenta l’avanguardia tecnologica. Sono pronto anche quest’anno a seguire la corsa francese, in compagnia dei miei ricordi.
 

 

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Martedì 5 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 06-07-2016 16:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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