Toyota punta sulla nuova TS50 per riuscire finalmente a vincere la 24 Ore di Le Mans

Toyota, hybrid per la vittoria: il costruttore giapponese punta tutto su una nuova TS50

di Nicola Desiderio
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LE MANS - Riprovarci. Sempre. E la Toyota riprova anche quest’anno a vincere la 24 Ore di Le Mans, la gara che ha sempre desiderato fare sua e la cui vittoria ha mancato più volte, proprio quando sembrava che non potesse sfuggirle. L’ha sfiorata nel 1992 con la TS010 e negli anni 1998 e 1999 con la TS020 “GT One” e, più recentemente nel 2014 dove una TS040, che dava due secondi al giro a tutti gli avversari, si fermò dopo 14 ore di dominio assoluto sul prato dopo la curva Arnages.
 

 

Quell’auto avrebbe conquistato a mani basse il titolo WEC vincendo 5 gare su 8 del campionato, ma si è rivelata viceversa disastrosa nel 2015. Allora a Marsdorf, vicino Colonia, dove ha sede la Toyota Motorsport Gmbh, e al centro di ricerca e sviluppo di Higashi-Fuji, si sono tirati su le maniche e hanno costruito un’auto completamente nuova, a cominciare dalla livrea che prende i colori della Toyota Gazoo Racing, il brand con il quale la casa delle Tre Ellissi si presenterà d’ora in poi in tutte le competizioni internazionali. La TS050 infatti ha abbandonato il V8 aspirato di 3,7 litri in favore di un V6, 2,4 litri, biturbo ad iniezione diretta e il supercondensatore per la batteria al litio, realizzata dalla Toyota stessa e che contiene più energia a parità di massa pur essendo meno rapida nel caricarla e scaricarla. Il resto dello schema ibrido è invece identico a quello precedente. Ci sono infatti due motogeneratori: uno della Aisin collegato alle ruote anteriori e uno della Denso posizionato tra il motore a combustione interna e il cambio a 7 rapporti, rinforzato per sopportare la maggiore coppia sviluppata. Come sulla TS040 e TS030, è disposto trasversalmente, per favorire il profilo dell’estrattore posteriore, ma anche la posizione della macchina elettrica anteriore è stata rivista per sollevare il muso e facilitare il flusso d’aria lungo il fondoscocca

La potenza totale del sistema ibrido è di circa mille cv, equamente distribuiti tra parte elettrica e parte termica, mentre le concorrenti prevedono una preponderanza di quest’ultima. Come previsto, la TS050 passa dalla classe energetica di 6 MJ a quella massima di 8 MJ e questo impone la riduzione del serbatoio a 62,5 litri di benzina e di utilizzare un quantitativo massimo di energia pari a 124,9 MJ per giro con un consumo, attentamente controllato dal flussometro della FIA, di non più di 80,6 kg di carburante per ora. Questo vuol dire che la TS050 deve avere un consumo medio inferiore del 7,5% rispetto alla TS040 del 2015, ma con l’onere di recuperare il grosso differenziale di competitività che la divideva dalle avversarie. L’aerodinamica, messa a punto nelle due avanzatissime gallerie del vento presenti in Germania, appare evoluta, ma non rivoluzionaria, con aperture in corrispondenza delle ruote anteriori (obbligatorie) più ampie, pance più alte ed arrotondate e una zona posteriore più bassa e sottile. Per il resto, gli uomini del team nippo-tedesco tengono il massimo riserbo. Si sa solo che le sospensioni, pur riviste, mantengono lo schema a puntone di spinta (pushrod). Del V6 si sa che ha le bancate a 90 gradi e i turbocompressori, che soffiano fino a 4 bar per regolamento, sono posizionati sui lati in basso insieme agli intercooler.

La sensazione “acustica” è che questo V6 giri nettamente meno in alto del V4 Porsche (che raggiunge i 9.000 giri/min), se così fosse, gli ingegneri giapponesi avrebbero seguito due linee guida: il downsizing, ovvero la riduzione di cilindrata e del numero dei cilindri, e downrevving, cioè ridurre i giri per ridurre il numero di scoppi e gli attriti e dunque migliorare l’efficienza. Si sa anche che l’auto può entrare ed uscire dalla pitlane solo in elettrico, anzi a Spa Francorchamps una delle due TS050 ha compiuto un intero giro ad emissioni zero per essere classificata nonostante la rottura del motore a scoppio. E proprio in Belgio la TS050 ha mostrato tutto il suo potenziale, raggiungendo il terzo posto nelle qualifiche e dominando fino ad un’ora e mezza dalla fine, ma senza di fatto concludere la gara con entrambe le vetture. Al contrario, a Silverstone le qualifiche sono state disastrose, per un errore di messa a punto del sistema ibrido, mentre in gara i tempi erano distanti solo 2-3 decimi da Audi e Porsche ed entrambe le auto sono andate a punti conquistando la testa provvisoria del campionato.

La TS050 ha mostrato un’ottima efficienza aerodinamica, un telaio che preserva gli pneumatici Michelin e la capacità di mantenere un ritmo elevato proprio a Spa, che ha le caratteristiche più vicine a quelle di Le Mans. C’è un ulteriore elemento che favorisce le Toyota: anche le avversarie gareggeranno quest’anno con due vetture, addirittura i vertici del team non ne hanno escluso una terza per la stagione 2017, anno nel quale la casa giapponese tornerà nei rally con la Yaris. A guidare il prototipo con il numero 5 sarà l’equipaggio formato da Anthony Davidson (GBR), Sébastien Buemi (CH) e Kazuki Nakajima (JPN) mentre la numero 6 sarà affidata a Stéphane Sarrazin (FRA), Michel Conway (GBR) e Kamui Kobayashi (JPN).
 

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Giovedì 7 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 13-02-2017 12:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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