La nuova Audi A7

Audi svela la nuova A7: una superlativa coupé 4 porte figlia della progettazione digitale

di Sergio Troise
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INGOLSTADT - Arriverà in Italia entro marzo 2018, ma la nuova Audi A7 Sportback è stata già definita in tutti i dettagli e presentata in anteprima mondiale a Ingolstadt, nella sede del nuovo Centro Design della casa dei quattro anelli, dove il numero uno del marchio tedesco, Rupert Stadler, ha illustrato con orgoglio la trasformazione di Audi “in una New Digital Company” e ha annunciato un piano d’attacco di straordinaria portata, che prevede nel 2018 “il lancio di un nuovo modello ogni tre settimane”, con la prospettiva di avere in gamma “entro il 2025 venti auto totalmente o parzialmente elettriche” e di “diventare leader assoluti nel settore dei Suv, perché entro sette anni un’Audi su due sarà una sport utility”. Stadler non ha fatto cenno alla guida autonoma, ma anche su questo fronte Audi è molto avanti, come recentemente dimostrato con la nuova ammiraglia A8 (da cui l’A7 eredita gran parte della tecnologia).
 

 

Tanta roba, insomma, come tradizione quando si parla di panzer tedeschi, sistematicamente in prima linea negli investimenti, nelle attività di ricerca e sviluppo e dunque nell’innovazione. E l’Audi A7 Sportback, ispirata per molti versi al concept Prologue del 2014, è proprio un concentrato di stile e hi-tech avanzato, in grado di ripetere, se non migliorare, il successo del modello uscente, di cui sono state vendute nel mondo oltre 200.000 unità, prevalentemente negli Usa, in Cina e in Germania, dove ha conquistato la leadership nel qualificato segmento delle coupé sportive a quattro porte: auto un po’ speciali, capaci di esaltare valori apparentemente inconciliabili come eleganza, lusso, comfort, sportività. Se a ciò si aggiungono valori consolidati come la trazione integrale “quattro”, l’efficienza delle motorizzazioni mild-hibrid, e novità assolute come il rivoluzionario sistema d’illuminazione digitale, si avrà chiaro il quadro di un prodotto d’avanguardia, in grado di stupire.

Tolti i veli nella suggestiva cornice del nuovo Design Center di Ingolstadt (6 piani pieni di luce naturale, 600 addetti), è stata svelata dunque una “signora macchina”, lunga quasi 5 metri (4.969 mm), larga quasi 2 (1.908 mm), con passo di 2.926 mm, che si fa notare per il cofano lungo, la linea del tetto spiovente (altezza massima 1.422 mm) e la linea di cintura sensibilmente abbassata, in modo da esaltare il profilo sportiveggiante, contrassegnato anche dalla coda tronca (ma più “dolce” rispetto al modello uscente), dai grandi cerchi da 21 pollici e dallo sbalzo anteriore corto (quello posteriore è invece più lungo).

La silhouette sportiveggiante non impedisce di salvaguardare funzionalità e spazio a bordo, tanto che la lunghezza interna dell’abitacolo aumenta di 21 mm, lasciando maggiori margini per le ginocchia di chi sta seduto dietro; risulta migliorato anche lo spazio per la testa dei passeggeri ed è aumentato l’angolo d’apertura delle portiere. Quanto al vano bagagli, misura 535 litri e può ampliarsi fino a 1.390. Roba da station wagon, l’esempio lampante di come si possano esaltare valori diversi in un’unica auto, facendola anche bella.

A sovrintendere alla definizione dello stile (deliberato due anni fa) c’era del resto un certo Walter de Silva, oggi fuori dal gruppo Volkswagen, ma all’epoca supremo giudice chiamato a scegliere tra 9 progetti proposti da diversi team interni all’azienda. Tra i designers dell’Audi gratificati dal “via libera” di de Silva anche un giovane tedesco di origini siciliane, Sebastiano Russo, 35 anni. Il quale ha spiegato: “Dovevamo presentare una maquette in polistirolo che illustrasse nei dettagli lo stile dell’auto. Vincemmo noi, grazie anche a un piccolo colpo di fortuna: quel giorno c’era un bel sole, e il nostro progetto venne esaltato dal gioco di luci e ombre, che in certi casi è determinante. Da allora abbiamo lavorato alla definitiva realizzazione del progetto, marciando sul doppio binario dei processi analogici e digitali, passando dagli schizzi al disegno tridimensionale di ogni dettaglio, fino alla modellazione della plastilina, con personale specializzato che lavora come artisti scultori”.

L’elemento di novità più importante, sul piano tecnico oltre che stilistico, sta nel sistema d’illuminazione, frutto di progettazione digitale e impreziosito dalla possibilità di utilizzare anche la tecnologia laser. Che non è un capriccio legato alla voglia di sentirsi “moderni”, ma un autentico supporto alla sicurezza e alla serenità di chi sta al volante, visto che il raggio d’azione degli abbaglianti passa da 350 metri a 600. “E’ frutto della sperimentazione fatta nelle corse,” spiegano i tecnici di Ingolstadt, ricordando che alla 24 Ore di Le Mans la portata di luce delle Audi arrivava addirittura a 900 metri.

“Il risveglio digitale” è dunque alla base dell’innovazione presente sulla nuova A7. “Ed è grazie a questi nuovi metodi di progettazione che siamo riusciti a creare un’auto con lo sguardo di un puma e con un sistema di connettività e infotainment di assoluta avanguardia, dicono, con un po’ di enfasi, i progettisti del team dedicato all’illuminazione esterna e interna dell’auto. Un lavoro meticoloso, diviso in più fasi, che ha contribuito a configurare il nuovo linguaggio stilistico e molte funzionalità di questa nuova esponente del made in Deutchland.

Esternamente il sistema d’illuminazione si distingue per i gruppi ottici separati, al loro interno, da sottili spazi interstiziali; nei proiettori, poi, sono posti uno accanto all’altro 12 segmenti luminosi che si richiamano visivamente al principio del linguaggio digitale. Sulle versioni top di gamma – è stato spiegato - saranno disponibili proiettori a LED Matrix HD con luce laser.

Posteriormente, invece, una sottile banda luci (peculiarità del design dei modelli top di gamma Audi) collega l’uno all’altro i gruppi ottici sulla coda, dove la luce di posizione è costituita da 13 segmenti verticali. Particolare tutto da scoprire: allo sbloccaggio e alla chiusura delle portiere, nei gruppi ottici posteriori e nei proiettori si accendono coreografie illuminotecniche. Un modo per richiamare l’attenzione sull’auto anche quando è ferma.

Tra i valori perseguiti dai progettisti c’è anche la capacità di trasmettere emozioni. Può darsi che il gioco di luci contribuisca. Ma a dire il vero ciò che trasmette senza risparmio la nuova Audi A7 è un senso di perfezione assoluta. Nessun dettaglio è trascurato: materiali, colori, accoppiamenti, finiture, tutto trasmette certezze. E tutto ciò è esaltato dalla cura messa negli interni, simili a quelli di una lounge futurista, dove il lusso è funzionale al comfort e le dotazioni sono funzionali alla sicurezza.

Le linee orizzontali e la plancia sottile danno aria all’abitacolo. E la console centrale rivolta verso il conducente, con un display da 10,1 pollici, è un valore aggiunto apprezzabile. Se poi contribuisca a migliorare anche, assieme all’altro display da 8,6 pollici, l’intuitività di certi comandi e la semplicità di certe operazioni, potrà dirlo soltanto l’uso quotidiano. Per ora è certo che non ci sono né tasti da schiacciare né manopole da ruotare, tutto avviene con comandi a sfioramento oppure a voce. Presumibilmente chiarissimo ed efficace sarà il supercollaudato virtual cockpit, ormai irrinunciabile sulle Audi, e in questo caso con display di ben 12,3 pollici.

Al momento del lancio sul mercato la nuova Audi A7 Sportback sarà disponibile inizialmente con il motore 3.0 V6 TFSI, 340 cv e una coppia di 500 Nm, abbinato al cambio automatico S tronic a 7 marce e alla trazione integrale quattro. Così equipaggiata, l’auto scatta da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi e tocca la velocità massima di 250 km/h. La Casa dichiara un consumo di 6,8 litri/100 km, con 154 grammi di emissioni di CO2. Altri motori (a 6 e 4 cilindri, sia benzina che diesel) seguiranno poco dopo il lancio sul mercato.

Tutte le motorizzazioni della nuova A7 Sportback disporranno di serie di un nuovo sistema mildhybrid (MHEV). Nei motori V6 esso è presente con una rete di bordo principale a 48 volt. Un alternatore-starter azionato a cinghia (RSG) opera insieme a una batteria agli ioni di litio e raggiunge in decelerazione una capacità di recupero fino a 12 kW. L’auto può marciare dunque in veleggiamento tra 55 e 160 km/h a motore disattivato in fase di rilascio e poi ripartire agevolmente tramite RSG.

Il sistema start/stop è potenziato e si attiva a partire da 22 km/h. Con la collaborazione della telecamera anteriore di serie il motore in folle si riavvia in modo prospettivo, non appena il veicolo che precede si mette in movimento. Secondo la Casa “in situazioni di guida reale la tecnologia MHEV riduce i consumi di carburante fino a 0,7 litri per 100 km”.

Costruita a Neckarsulm, utilizzando acciao e alluminio per la carrozzeria e la meccanica, la nuova A7 promette un comportamento dinamico e un comfort di altissimo livello. Tutto da verificare, certo, ma la scheda tecnica dovrebbe rassicurare anche i più scettici. Tra le tante peculiarità, basti citare lo sterzo integrale dinamico, la nuova piattaforma elettronica dell’assetto (EFP), il sistema di sospensioni pneumatiche ottimizzato, i freni con struttura fissa in alluminio e dischi fino a 400 mm di diametro. Le ruote posteriori, inoltre, non sono fisse, ma ruotano in senso opposto a velocità ridotta, in manovra, mentre oltre i 60 km/h girano nello stesso verso di quelle anteriori, con l’obiettivo di migliorare la tenuta di strada.

Nella configurazione dell’assetto si potrà scegliere tra quattro varianti: un assetto convenzionale con molle in acciaio, l’assetto sportivo con abbassamento delle sospensioni di 10 mm, taratura a regolazione elettronica e Adaptive air suspension con compensazione dei livelli. Tra gli optional sarà disponibile il differenziale sportivo, che ripartisce attivamente le coppie tra le ruote posteriori, completando in tal modo la trazione integrale quattro.

Sono 39 i sistemi di assistenza alla guida che faciliteranno i compiti al volante della nuova A7, dalla guida assistita su strada e in città con gli ormai arcinoti supporti per frenata, distanza, distrazione, rispetto dei limiti di velocità, fino al parcheggio automatico azionabile anche da remoto. A seconda dell’allestimento saranno presenti a bordo fino a 5 sensori radar, 5 telecamere, 12 sensori a ultrasuoni e uno scanner laser.

Inizialmente non si potrà andare oltre la guida autonoma di livello 3 (come sulla A8), ma in casa Audi sono molto avanti nella sperimentazione: dopo aver stupito tutti con un viaggio senza pilota dalla Silicon Valley a Las Vegas, e poi con il record sulla pista di Hockenheim, la Casa dei quattro anelli ha già fatto circolare una “vecchia” A7 sull’autostrada che collega Monaco a Berlino, dimostrando di essere in grado di eseguire tutte le manovre di guida necessarie in maniera totalmente autonoma e, soprattutto, tenendo conto degli altri utenti della strada. Bontà loro, i signori di Ingolstadt hanno proclamato che “la nuova A7 vuole valorizzare anche il piacere di guida”. Meno male.


 

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Lunedì 23 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 24-10-2017 12:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2017-10-23 18:17:43
Ma tu pensa quelli dell’ Alfa Romeo che non hanno più prodotto l’Alfa Sud ed i crucchi dell’Audi ci stanno facendo i soldi !!!!!