La Opel Corsa-e

Corsa-e, Fulmine ecologico. Arriva la versione elettrica della best seller compatta di casa Opel

di Giampiero Bottino
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RÜSSELSHEIM - Ci sono voluti i francesi per riportare sulla retta via la tedeschissima Opel. Non ce ne voglia l’orgoglio teutonico, anche perché le differenti situazioni contabili rendono i dati non perfettamente confrontabili, ma resta il fatto che in meno di un anno Psa è riuscita nell’impresa inutilmente tentata da General Motors per 17 anni: riportare i conti in nero. Gli effetti positivi dell’ingresso del gruppo Psa, aggiungendosi a Citroën, DS e Peugeot, non si esauriscono però con il pur fondamentale ritorno all’utile: la “ricetta Tavares, infatti, ha anche consentito a Opel di riattaccare la spina, riprendendo il cammino dell’elettrificazione che sembrava avere abbandonato, dopo averlo intrapreso in tempi non sospetti, quando l’auto a batteria sembrava agli occhi di molti poco più che il miraggio di un sognatore. Risale al 1968, per esempio, la Kadett B Stir Lec, vettura sperimentale dotata di un piccolo motore termico utilizzato solo per ricaricare le 14 batterie al piombo acido.
 

 

Era il concetto di “range extender” riproposto dopo 43 anni – con ben più evoluti contenuti tecnologici – dalla Ampera, automobile “vera” anche se salutata da risultati commerciali inferiori alle attese. Nel 1971, poi, il pronipote del fondatore George von Opel stabilì ben 6 primati mondiali per veicoli elettrici al volante della Electro GT grazie alla spinta dei due motori accoppiati da 120 cv, alimentati da una batteria al nickel-cadmio che alla velocità costante di 100 km all’ora garantiva 44 km di autonomia. L’impegno è continuato negli Anni 90 con i tre diversi esemplari, alimentati da batterie di vario tipo, inclusi nel progetto Impuls, seguito agli albori del terzo millennio dalla sperimentazione delle fuel cell a idrogeno della flotta HydroGen e successivamente dal debutto commerciale di Ampera (2011) e della compatta Ampera-E, innovativa berlina “full electric” del 2016 con cinque posti, altrettante porte, 204 cv, 360 Nm di coppia e 423 km di autonomia calcolati secondo l’attuale standard Wltp. Un progetto straordinario che a suo tempo sembrò una sorta di canto del cigno delle ambizioni elettriche del marchio. Ambizioni tornate improvvisamente alla ribalta sull’onda del piano “Pace!” e del relativo, inequivocabile slogan “Opel goes electric”. Un piano già in fase di decollo, con la rapidità tipica di Carlos Tavares, numero uno di Psa, favorita dalla possibilità di sfruttare le sinergie disponibili all’interno del gruppo, a cominciare dalla piattaforma multi-energia condivisa con l’altrettanto nuova declinazione a batteria della Peugeot 208. Il compito di rilanciare l’offensiva elettrica spetta infatti alla best seller Opel, la Corsa che ha appena celebrato l’arrivo della sesta generazione alla quale appartiene, con un look sostanzialmente identico, fatti salvi alcuni dettagli estetici specifici, la variante elettrica spinta da un motore da 136 cv che garantisce un’accelerazione da 0 e 100 km/h in 8,1 secondi.
Accreditata di 330 km di autonomia secondo il ciclo Wltp, affre al conducente la scelta fra tre modalità di guida (Normal, Eco, Sport), oltre a numerose opzioni di ricarica (quella rapida consente di recuperare in 30 minuti l’80% dell’autonomia) che possono anche comprendere il caricatore universale compatibile con tutte le tipologie di erogazione della corrente.

Dotata di ricchi equipaggiamenti, spesso ereditati dai segmenti superiori, per quanto riguarda i sistemi di assistenza alla guida, connettività e infotainment, la Corsa-e sarà consegnabile in Italia nella primavera del 2020 con un listino ancora da definire. In Germania, dove la prevendita è già partita, costa 29.900 euro, che diventano 32.900 per la ricca versione di lancio “First edition”, praticamente full optional visto che comprende tra l’altro i fari full Led e l’evoluto quadro strumenti al 100% digitale. Contestualmente parte, sempre in Germania, la campagna ordini del secondo protagonista dell’offensiva elettrica Opel, il Grandland X Hybrid4. È il primo modello con tecnologia plug-in del brand e abbina il motore 1.6 a benzina con due unità elettriche, una per asse, responsabili della trazione integrale 300 cv in grado di percorrere fino a 52 km affidandosi alla sola trazione elettrica e di ricaricare completamente la batteria in meno di due ore, oltre che per mezzo della frenata rigenerativa. Il suo prezzo tedesco parte da 49.940 euro. È solo l’inizio di un cammino che nel solo 2020 prevede di portare sul mercato quattro Opel elettrificate (di cui tre al 100% elettriche) nell’ambito del piano «Pace!» che prevede entro il 2024 – come ricorda il Ceo Michael Lohscheller – l’elettrificazione dell’intera gamma.

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Giovedì 4 Luglio 2019 - Ultimo aggiornamento: 15:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2019-07-04 16:38:55
bella. purtroppo il problema della macchine elettriche è come si produce l'energia elettrica per farle camminare, se usi carbone o gasolio non mi sembra apportino benefici. la vera macchina ecologica a impatto zero non esiste.
2019-07-05 05:34:45
La bosch, per chi non lo sapesse, produce anche componentistica per auto di tutti i tipi e per tutte le auto. Recentemente ha tenuto una conferenza in cui ha mostrato i risultati della sua ricerca. Le auto elettriche non ne sono uscite bene in una analisi che comprende l’inquinamento prodotto dalla costruzione allo smaltimento. In germania siamo al contrordine compagni e alla marcia indietro perché la guerra contro il diesel ha portato all’incremento del co2 dovuto al maggior uso delle auto a benzina. Quindi si tornerà ai diesel più puliti, certo se l’italia non permettesse l’uso di certi carburanti diesel particolarmente sporchi di natura sarebbe tutto di guadagnato. Ovviamente ci sono ma costano di più, ovvio visto cosa ci cacciano dentro i produttori in quello tradizionale, ma la macchina va meglio. Purtroppo per lunghe percorrenze non è economico