Il nuovo Haval H2

Haval H2, sbarca in Italia il marchio cinese del gruppo Great Wall con un Suv compatto

di Giampiero Bottino
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PALAZZOLO - L'offensiva italiana dell'auto "made in China" parte da Palazzolo sull'Oglio. In questo operoso centro lombardo di 20.000 abitanti adagiato, come si evince dal nome, sulla sponda orientale del fiume che segna il confine tra le province di Bergamo e Brescia, ha infatti sede Eurasia Motor Company, la società nata nel 2006 per importare e distribuire in esclusiva i prodotti Great Wall.

Presente in 60 Paesi, con un peso dell'export che supera il 30% delle vendite totali, il più grande gruppo automobilistico privato cinese è fortemente orientato al mondo dei Suv nel quale opera sia con il proprio brand, sia soprattutto con il marchio specializzato Haval che ora debutta sul mercato italiano con il modello H2, il più compatto della gamma che, con la lunghezza di 4.335 mm, si inserisce nella categoria delle vetture a ruote alte più apprezzate dalla clientela italiana.

Oltre alle dimensioni, giocano a suo favore i buoni contenuti tecnologici, lo stile magari non originalissimo ma di piacevole impronta europea, il moderno motore 1.5 a benzina da 140 cv (per ora abbinato solo a un cambio manuale a 6 marce) che compensa la mancanza del diesel con l'impianto a Gpl «griffato» Brc e il listino accattivante: 17.900 euro (+ Ipt) per l'allestimento Easy e 19.900 per la versione Premium praticamente full optional, per consegne a partire da settembre.

Lo sbarco del nuovo brand è solo il primo passo di un ambizioso programma di crescita nel quale Eurasia Motor Company – ricorda l'amministratore delegato Federico Daffi – vuol fare la sua parte nell'ambito del piano strategico «521» annunciato nel corso delle celebrazioni per i 5 milioni di Suv Haval consegnati. Questi numeri significano che entro 5 anni il marchio vuole arrivare a 2 milioni di unità prodotte annualmente e conquistare il 1° posto del mercato Suv globale. Senza trascurare l'attenzione alle alimentazioni alternative, di grande attualità in Cina e confermate dall'annuncio che le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 vedranno il debutto della prima Haval a idrogeno.

È una strategia ambiziosa che coinvolge l'intero gruppo, deciso a estendere la propria attività ben oltre i confini della Grande Muraglia da cui ha preso il nome. In quest'ottica si inquadrano non solo la fresca partnership con Bmw per la sviluppo in Cina di motori elettrici e per la produzione delle Mini a batteria destinate al mercato locale, ma anche l'intenzione di portare in Europa entro il 2020 il marchio Ora che per ora produce due vetture elettriche (la berlina iQ e la microcar a 4 porte R1), mentre l'anno successivo toccherà al brand di lusso Wey sbarcare in Europa e Usa con una gamma di cui fa parte anche la P8, crossover ibrido con tecnologia plug-in già in vendita sul mercato locale.

«Tra l'altro – commenta Daffi – Pechino ha adottato la nuova normativa China 6 alla quale tutti i costruttori locali devono adeguarsi entro la fine del 2019. Sono standard molto stringenti, più di quelli previsti dalle Euro 6, e questo potrebbe tradursi in un'opportunità anche sui nostri mercati».

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Giovedì 6 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 16:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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