Mini Cooper elettrica

Mini, Countryman e Cooper green: via le emissioni. Rimangono anche le varianti termiche: al vertice la JCW da 300 cv

di Nicola Desiderio
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Si dice che Alec Issigonis, il padre della Mini, fosse un grande appassionato di treni, ma allora non poteva certo immaginare che le eredi dirette della sua creatura avrebbero avuto lo stesso tipo di propulsione di un locomotore. Mini infatti si avvia ad essere elettrica al 100% per il 2030 ed è già a buon punto visto che, con la sola Cooper SE 3 porte, ha superato il 15% nelle vendite nel 2023 ed è alla vigilia di una vera e propria offensiva che la porterà in meno di un paio d’anni a ristrutturare tutta la propria gamma con modelli che hanno almeno una versione ad emissioni zero. È la sorte anche della Countryman di terza generazione, la prima ed essere costruita in Germania presso lo stabilimento di mamma BMW a Lipsia.

Lunga 4,43 metri, la nuova Countryman è cresciuta di 13 cm, è più efficiente nelle forme (cx di 0,26) e offre più spazio al suo interno con un bagaglio che va da 505 a 1.530 litri. Lo stile è più semplice dentro e fuori tanto che scompaiono lo strumento di fronte al guidatore, le cromature e quasi tutti i cursori che erano parte stessa dell’immagine Mini. Rimane solo un unico quadrante centrale OLED da 24 cm di diametro che offre connettività ridondante e giocosa. Un minimalismo digitale frutto dei tempi, ma nello spirito della Mini, progettata da Issigonis nel 1959 per fronteggiare la crisi creata dalla crisi del Canale di Suez creatasi 3 anni prima, proprio in nome dell’essenzialità. Nella sostanza la Countryman non è certamente l’auto che porta rinunce, anzi… Ha alle spalle un gruppo che all’inizio del secolo l’ha rilanciata dandole tecnologia, comfort, alti livelli di sicurezza e prestazioni.
Tutto questo trova conferma insieme alla possibilità di personalizzazione che oggi passa non solo per i tessuti, i materiali e i colori, ma anche attraverso la digitalizzazione. E poi ci sono sistemi di propulsione avanzati, con o senza il tubo di scarico.

Ci sono un 3 cilindri 1.5 da 170 cv, un 2 litri da 218 cv a trazione integrale e un diesel di pari cilindrata, tutti mild-hybrid 48 Volt e con cambio doppia frizione a 7 rapporti. Per onorare la tradizione c’è anche la John Cooper Works da 300 cv (250 km/h, 0-100 km/h in 5,4 s.), ma la versione più potente è la SE elettrica con doppio motore da 230 kW (313 cv) che è più lenta in accelerazione di 2 decimi, ma solo al cronometro e per il peso superiore perché all’acceleratore e nella guida ha l’effervescenza di una vera Mini. La batteria da 66,5 kWh (64,6 kWh netti) è ricaricabile a 22 kW in corrente alternata e a 130 kW in continua per un’autonomia di 433 km che sale a 462 km per la versione monomotore E da 150 kW. La nuova mini Countryman è disponibile nei quattro allestimenti Essential, Classic, Favoured e JCW che è l’unico appannaggio dell’omonima versione che chiede 51mila euro tondi. Il listino invece parte da 34.900 e per l’elettrica più accessibile occorrono almeno 40.700 euro.

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venerdì 7 febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA