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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Niki Laauda negli anni Settanta fu la prima a montare dischi Brembo il Formula 1

Brembo festeggia 50 anni nel motorsport: dalla F1 alla MotoGP, da Le Mans a Indy, oltre 700 Mondiali conquistati

di Giorgio Ursicino

La madre di tutte le eccellenze tricolori che vanno alla conquista del mondo. Il testimonial e il traino dell’intero made in Italy ritenuto spesso un riferimento quando si tratta di miscelare la lunga tradizione con l’incredibile capacità di innovare. Considerare Brembo una semplice eccellenza è certamente riduttivo. Questa infatti svetta sui rivali. Primeggia con facilità su tutti gli avversari. Ebbene, l’azienda bergamasca, nel suo particolare campo d’azione, è qualcosa in più. Molto di più. In poco tempo, in qualsiasi settore sia entrata, con la sua qualità e tecnologia ha fagocitato i competitor grazie ad una superiorità indiscussa, sancita dalla forza di risultati che non lasciano dubbi come i trionfi nel motorsport. Il 2025 per Brembo è un anno di festa, dodici mesi da ricordare e per brindare.

È passato esattamente mezzo secolo da quando l’azienda, che all’epoca aveva meno di tre lustri di storia alla spalle, decise di entrare nello sport automobilistico dalla porta principale. La Ferrari, che già da un ventennio dominava su tutte le piste della Terra, accettò di montare sui propri bolidi di F1 i dischi freno in ghisa realizzati dalla giovane “officina” lombarda. La decisione venne presa dall’Ingegner Enzo in persona, determinato a riportare il Mondiale a Maranello dopo un digiuno di 11 anni (nel 1964 aveva trionfato l’ex motociclista britannico John Surtees con la 158). Ebbene, le 321 T di Niki Lauda e Clay Regazzoni furono protagoniste di una stagione da incorniciare, vincendo 6 dei 14 gran premi, conditi con 9 pole position e 11 podi, che consentirono di mettere in bacheca sia la corona Piloti (con l’austriaco) che Costruttori.

Da cinquant’anni la partnership con il Cavallino non si è più interrotta, nonostante Brembo abbia man mano allargato la sua presenza fino a fornire tutti i team presenti sullo schieramento. I risultati sono impressionati: 531 gran premi vinti su 851 disputati, con 30 titoli Piloti e 34 Costruttori. Ma i confini di Brembo non si sono fermati alla massima Formula delle 4 ruote, hanno dilagato in ogni categoria del motorsport. Nell’anno da poco concluso il dominio è stato totale anche in Formula E, MotoGP, Moto2, Moto3 e WSBK, WEC, GT, IMSA, EWC, Gen-7 Car, MXGP, Enduro, Trial, Formula 2, Formula 3, WRC, Super Formula, MotoAmerica, Porsche Mobil1 Supercup e tanti altri ancora. In una stagione d’oro sono arrivati nella bergamasca 69 Campionati Mondiali che portano il totale ad oltre 700. Un record difficile da battere.

L’appetito vien mangiando e l’anno successivo all’esordio (era il 1976) ci fu l’ingresso nella classe regina della due ruote: Brembo fornì le pinze alle Suzuki del Team Gallina. Virginio Ferrari, con una moto del team italiano, vinse il primo GP nell’ultima tappa del 1978, in Germania. Da allora sono 36 i Campionati Piloti conquistati nella Classe regina (prima la 500 poi la MotoGP) e 37 quelli Costruttori, con 592 vittorie. In 29 stagioni l’eccellenza italiana ha ottenuto il 100% dei gradini più alti del podio. Aveva l’intero impianto frenante Brembo e le ruote Marchesini (azienda del Gruppo) la Ducati GP24 del team privato Prema Pramac di Jorge Martin che si è da poco laureato campione. Nel 1988 c’è l’esodio in Superbike, nella stagione successiva a Le Mans e nella Indycar.

Il trionfo nel 2024 di Toprak Razgatlıoglu con la BMW è il 37° consecutivo nel Campionato Costruttori SBK, nello stesso periodo i piloti con freni Brembo si sono laureati Campione ben 33 volte. Alla 24 Ore francese la Ferrari ha bissato il successo del 2023 con l’impianto italiano. Nel circuito de La Sarthe Brembo ha vinto 33 volte ed attualmente equipaggia numerose vetture di tutte e tre le categorie (44 su 62). I dischi in carbonio di 380 mm di diametro e 38 mm di spessore sopportano senza problemi le oltre quattromila decelerazioni, molte delle quali superiori ai 200 km/h, senza bisogno di sostituire qualsiasi materiale d’attrito già dall’inizio del millennio. Erano dischi in acciaio, ma sempre Brembo, quelli della Mercedes che nel 1989 fece doppietta superando i 400 km/h nel rettilineo delle Hunaudières prima della feroce staccata di Mulsanne.

Con l’introduzione di regolamenti più restrittivi, sia in F1 che a Le Mans, sono stati introdotti impianti meno sofisticati e più leggeri senza penalizzare minimamente l’affidabilità. Nel 2020 i dischi in carbonio F1 della Brembo avevano fino a 1.470 fori disposti su 7 file. Nel 2014 sulla Mercedes di Hamilton, l’azienda italiana fece esordire l’impianto “brake by wire”. Dal 2011 Brembo è fornitore di tutti i team di Indycar, dal 2016 di tutti i team di MotoGP, dal 2022 ha il monopolio anche in F1. Attualmente tutte le Formula E e le Moto E hanno freni tricolori, mentre sfoggia i Brembo anche la Hyundai del Campione del Mondo Rally Thierry Neuville. Con una presenza così massiccia e totalizzante è evidente che i freni Brembo so o stati in pole position in tutte le pagine storiche del motorsport.

Frenava italiano la Red Bull che, il 15 maggio 2016, consentì a Max Verstappen di diventare il più giovane pilota che abbia mai vinto in F1. Aveva lo stesso impianto la Honda che, il 21 aprile del 2013, accompagnò Marc Marquez alla sua prima vittoria in MotoGP. Valentino Rossi, 9 Mondiali conquistati in oltre un ventennio di carriera, ha sempre avuto freni Brembo, mentre Michael Schumacher, nell’ottobre del Duemila, spezzò il più lungo digiuno (21 anni) della Ferrari dal titolo Mondiale usando i freni lombardi. Stessa cosa che ha fatto Jonathan Rea nelle sue 6 cavalcate iridate consecutive in Superbike e l’italianissimo Tony Cairoli nelle magiche 9 stagioni di dominio nel Motocross.

Matteo Tiraboschi, Presidente Esecutivo di Brembo, ha dichiarato: «I dati raccolti dai nostri ingegneri dimostrano che spesso il vincitore non è chi va più veloce, ma chi frena meglio...». Ma non solo motorsport, Brembo è leader globale nella progettazione e produzione di sistemi e componenti frenanti ad alte prestazioni per i principali produttori di auto, moto e veicoli commerciali. Fondata nel 1961, è conosciuta da tutti per le sue soluzioni innovative, grazie alla sua visione strategica “Turning Energy into Inspiration”, ha l’ambizione di contribuire a plasmare la mobilità del futuro attraverso soluzioni all’avanguardia, digitali e sostenibili. La compagnia può contare su oltre 16.000 persone in 15 paesi, 32 siti produttivi e sedi commerciali, 9 centri di ricerca e sviluppo ed ha un fatturato che ha sfiorato i 4 miliardi di euro nel 2023.

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lunedì 10 febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 11-02-2025 19:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA