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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
George Russell con la tuta della Mercedes

George Russell, il fenomeno predestinato: tanto forte che sembra un clone del Re Nero

di Giorgio Ursicino

Diavolo di un Wolff, ha azzeccato anche questa. Ormai sembra Elon Musk della Formula 1: trasforma in oro tutto quello che tocca. E da lezioni a destra e manca di come si gestiscono le situazioni “difficili”, trasformando in opportunità ogni minimo problema. Dopo aver inventato una Stella capace di monopolizzare sette campionati del mondo Piloti e Costruttori consecutivi, e fatto nascere il binomio del secolo con sua maestà Lewis Hamilton, manda un messaggio chiarissimo a tutta il Circus approfittando del covid. «Quando il mio pupillo si stancherà di girare in tondo, ecco qui il nuovo fenomeno».

Il giovane rampollo è ancora una volta britannico, si chiama George Russell ed è un predestinato sul serio. Campione di GP3 al primo colpo. Campione di F2 all’esordio. Poi l’hanno mandato alla Williams, un posto sicuro dove farsi le ossa, ma una monoposto ferma come un vecchio cancello. Così ieri ha messo dentro l’astronave di Stoccarda il pischello e non si è accorto nessuno che il Re Nero fosse in quarantena. Sabato ha mancato la pole per soli 26 millesimi di secondo facendo sbiancare di paura il povero Bottas che appena sceso dalla macchina è andato vicino all’altra Freccia per controllare che dentro la monoposto di Lewis non ci fosse veramente Hamilton.

Poi la gara, un’autentica dimostrazione di bravura tanto che dall’eterno era impossibile notare che dentro la Mercedes non ci fosse il Sovrano di colore, ma lo spilungone anglosassone (è alto 185 centimetri). Spento il semaforo è scattato come un veterano dalla parte sporca della pista andandosi a prendere la testa del gruppone. L’altra settimana, con un gran premio che ha avuto due start, nessuno ci aveva neanche provato. Poi un orologio su una pista insidiosa perché ricoperta dalla sabbia del deserto. Non c’è dubbio, sembrava proprio “hammer time”. Metteva sempre più spazio fra lui e Bottas, mentre Verstappen e Leclerc si erano già ritirati alla terza curva andando ad appoggiarsi contro le barriere coinvolgendo anche Sergio Perez.

Si vede che doveva essere un gran premio matto perché il messicano andava ai box a cambiare le gomme e ripartiva buon ultimo per andare a vincere le gara, la prima della ormai sua lunga carriera (190 GP). Sotto il podio Stroll papà, padrone del team che l’anno prossimo diventerà Aston Martin, invece di festeggiare anche per il terzo posto del suo figliolo, sembrava preoccupato di aver messo alla porta Sergio per far spazio a Vettel che, in questa annata di addio alla Ferrari, sembra veramente appannato (ieri 12°). Intanto Russel continuava a dare lezioni di guida come un vecchio maestro togliendo a Valtteri quel poco di auto-considerazione che ancora aveva.

Ormai era fatta, anche l’unico pit-stop passava indenne. George, essendo in testa, veniva chiamato ai box per primo. Con freddezza glaciale effettuava la sosta andando, se mai ce ne fosse stato bisogno, a monetizzare anche l’under-cut. A quel punto all’inglesino bastava fare una passeggiata trionfale per andare a ritirare la Coppa, la prima in F1 della sua promettentissima carriera. Il gioco era da ragazzi per un baby che si era messo tutti gli ostacoli alle spalle. Non solo velocissimo, come spesso avviene per i ragazzi, ma anche molto bravo a gestire l’auto e, soprattutto, a coccolare gli pneumatici.

Le Frecce avevano fatto quasi mezza gara con il serbatoio pieno e le gomme medie, dovevano fare l’altra mezza con le dure e la monoposto scarica. Bastava non disturbare i piloti per fare la solita doppietta con l’unica sorpresa della vittoria di Russell. Da quel momento è cambiato tutto. Ci sono state una serie di virtual safety car e poi una vera e al team Mercedes sono veramente andati in tilt. E questa volta, forse, non c’è l’occulta regia di Toto Wolff. Approfittando dei rivali che in pista giravano più lentamente, i tedeschi chiamavano inutilmente i piloti ai box scatenando l’inverno. Prima cosa due monoposto insieme al cambio è sempre un’operazione anomala per driver abituati a fare le soste in meno di due secondi.

Poi hanno montato a George una gomma di Valtteri e, quando se ne sono accorti, hanno ricambiato quelle di Bottas per evitare di penalizzare anche lui. Non avevano le rosse pronte e gli hanno rimontato la bianche appena tolte. Il giro successivo nuovo stop di Russell per evitare la squalifica, ma almeno gli montavano le rosse. George si scatenava, superava con un manovra audace e spettacolare anche il compagno e metteva nel mirino Perez ma, quando c’era aria di sorpasso e di vittoria all’esordio con la Mercedes, si doveva fermare un’altra volta per una foratura. Alla fine Bottas 8° e Russel 9° con 4 soste invece di 1. Se non c’è la regia di Wolff, senza Hamilton in pista, al garage Mercedes si sono addormentati.

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Lunedì 7 Dicembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 14-12-2020 11:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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