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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
L'energia nella città del futuro

JuicePass, la app di Enel X per rifornire l'auto da oltre 700.000 colonnine nel mondo entro il 2022

di Giorgio Ursicino

Potrà sembrare strano ma, per utilizzare l’auto elettrica, servono i punti di ricarica. Tanti. È come l’acqua per un pesce. Enel X, il principale protagonista italiano del settore, ha annunciato nei giorni scorsi un importante accordo di eRoaming. I propri clienti che utilizzano la app JuicePass avranno la possibilità di rifornirsi da un numero di colonnine triplo rispetto a quello attuale, soprattutto all’estero. Siamo certi che, molto prima di quanto si possa pensare, questo scenario cambierà. Magari anche radicalmente e, di certo, in meglio. L’evoluzione delle celle delle batterie è stata enorme negli ultimi anni, con progressi addirittura a due o a tre cifre in percentuale. Sulla capacità di accumulare energia, sugli ingombri, sul peso e sui costi.

E lo sarà ancora di più in futuro. I paesi più evoluti e industrializzati come Cina, Usa, Giappone e Corea,ai quali stanno cercando di aggiungersi Germania e Francia (purtroppo manca l’Italia), hanno fiutato l’affare e in questo campo hanno schierato gli investimenti più rilevanti e le menti migliori, sia a livello statale (linee guida e di sistema) sia delle proprie multinazionali globali. Sarà un sogno, ma è lecito farlo: fra non molto tempo l’“incubo da autonomia” non sarà più la sindrome che affligge gli automobilisti ecologici perché fare il pieno ad una vettura a batterie diventerà più facile di quanto oggi non sia rifornire i veicoli termici, sia come “manovra” che come “velocità”.

Questi modelli si potranno ricaricare da soli, senza che il proprietario se ne accorga, risparmiando tempo, fatica e denaro. È all’orizzonte una scoperta magica? Niente affatto. È sufficiente sviluppare le soluzioni già disponibili e il gioco è fatto, aiutando addirittura a razionalizzare tutta l’energia che ognuno di noi utilizza nella vita quotidiana. Poter contare su una “capace” batteria dell’auto si rivelerà un investimento azzeccato. Avere un serbatoio semovente sempre disponibile per immagazzinare energia e renderla disponibile al momento più opportuno è un grosso vantaggio per sfruttare al massimo le fonti rinnovabili che hanno picchi di produzione spesso legati alle condizioni meteo e alle fasce orarie.

Energia distribuita capillarmente sul territorio, senza la necessità di intasare i nodi cruciali della grande rete. Le vetture, da questo punto di vista ma non solo, diventeranno molto intelligenti e saranno in grado di organizzarsi in assoluta autonomia, senza coinvolgerci e lasciandoci tempo disponibile che, come ben sappiamo, è uno dei beni più preziosi. Qualche esempio di come le auto cattureranno energia dall’ambiente che le circonda, pronte a trasformarsi da “consumatrici” a “fornitrici” se le condizioni lo richiedono. Prima cosa cambierà il modo in cui si fa il pieno, dimenticando il tradizionale, e per ora quasi indispensabile, cavo: si farà per “induzione”, una procedura già ora utilizzata per i piccoli device (gli smartphone) ed anche per le vetture.

Per fare rifornimento basterà semplicemente parcheggiare nel posto dove c’è una “piastra” e l’auto, come un cucciolo, si alimenterà. L’operazione può avvenire nel box di casa, al centro commerciale o in un parcheggio pubblico e la vettura tiene da sola il conto senza coinvolgerci sulla quantità di energia che ha preso o ha dato e il prezzo che aveva in quel preciso momento, una cifra variabile in tempo reale. Utilizzare l’auto in modo intelligente diventa un affare: il valore dell’energia consumata può essere inferiore alla differenza fra quella acquistata e quella ceduta nel modo più conveniente. L’evoluzione avrà sviluppi ancora più promettenti che già ora sono in fase di collaudo.

La ricarica ad induzione potrà avvenire pure durante l’utilizzo del veicolo. In movimento (eh sì, proprio come i caccia bombardieri), senza però la necessità di alcun tipo di collegamento fisico, rendendo di fatto l’autonomia “infinita”. Una vera rivincita per l’auto a batterie che aveva (è ancora in parte ha) in questo aspetto uno dei principali talloni d’Achille. Si arriverà al paradosso che il mezzo andrà a rottamazione dopo il suo normale periodo di utilizzo, senza che il proprietario abbia materialmente effettuato un rifornimento (sublime). I veicoli si ricaricheranno transitando su un particolare tratto di strada (l’auto può sapere dov’è senza che chi è al volante ne sia a conoscenza) o, addirittura, dagli altri veicoli in circolazione.

Una vettura impegnata in un viaggio a lungo raggio ha sicuramente più bisogno di energia di una che sta facendo il tragitto casa-ufficio e quindi può facilmente cedere energia ricaricandosi poi durante la notte a costi inferiori. Ecco che avviene lo “scambio”: le due auto sanno da sole se è reciprocamente conveniente, anche per brevi periodi, anche in marcia o se si è fermi al semaforo. Ma il futuro, a volte, non arriva tutto insieme, spesso va conquistato progressivamente. E adesso sono necessarie le colonnine se vogliamo utilizzare da subito mezzi che non emettono nè sostanze nocive, nè CO2, innocua per l’uomo, ma alterante per il pianeta (è quasi certo che è una delle principali responsabili del dannoso effetto serra e, di conseguenza dell’innalzamento della temperatura del globo terracqueo).

Ecco, quindi, la svolta di Enel X che, attraverso un accordo con l’operatore olandese Allego, la Bosch e la società tedesca Innogy, ha esteso la propria rete di ricarica con JuicePass da 10.500 a altre 30 mila colonnine. In Italia è estremamente faticoso incrementare il numero dei punti di ricarica, non esiste un piano strategico nazionale (a meno che non sia segreto...), non ci sono incentivi statali ed è una lotta quotidiana con la burocrazia. All’estero, invece, si può fare in fretta e le aziende dinamiche possono rapidamente allargare il bacino attraverso eRoaming perché le colonnine sono già operative.

Utilizzando la piattaforma di mobilità elettrica Hubject, gli utenti che hanno l’app di Enel X possono rifornire senza dover stipulare altri contratti con altri abbonamenti in 19.500 punti in Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. In questi paesi i clienti di JuicePass possono visualizzare attraverso la app informazioni sulla posizione dei punti di ricarica, la potenza disponibile, il tipo di connettore, la fruibilità in tempo reale e i prezzi del roaming. Le reti di Bosch e Innogy sono presenti in Germania. La prima ha 550 punti, l’altra 5.000 punti pubblici, di cui 4.000 (300 delle quali Fast da 50 a 175 kW) attraverso Hubject che rende disponibili anche le colonnine Bosch.

Più vasta la rete Allego che ha 15 mila punti di ricarica pubblici, tutti disponibili attraverso Hubject in Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito. Dell’operatore olandese più di 1.000 colonnine sono Fast (da 50 a 175 kW) e 200 Ultra-Fast (da 175 a 350 kW). Finora Enel X attraverso JuicePass offriva un’infrastruttura pubblica di ricarica composta da 10.500 punti di ricarica, compresi quelli della propria rete in Italia, Spagna e Romania. L’azienda sta allargando gli accordi di interoperabilità (eRoaming) per espandere le rete o l’offerta di servizi di mobilità elettrica in Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.

La società nel 2022 prevede di avere un’offerta internazionale di 736.000 punti di ricarica pubblici e privati rispetto ai 100 mila attuali. Un grande impegno per «favorire la diffusione dei veicoli elettrici e la decarbonizzazione del settore dei trasporti». Francesco Venturini, numero uno di Enel X, ha dichiarato: «Offriamo ai conducenti di veicoli elettrici un’esperienza di ricarica uniforme in tutta Europa senza doversi preoccupare di dover stipulare contratti con altri fornitori. Abbiamo finalizzato questo progetto in piena sicurezza e, guardando al futuro, continueremo a lanciare iniziative di eRoaming simili per promuovere la ripresa economica attraverso il nostro modello di business sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo sfrutteremo anche le numerose opportunità offerte dalla rete Hubject, al fine di creare una vera autostrada elettrica che attraversi il Continente, conducendo gli europei fuori da questo periodo difficile e verso una società davvero aperta».

La capogruppo, guidata dal ceo Francesco Starace, è la più grande utility europea in termini di Ebitda e vanta il maggior numero di clienti (74 milioni). La multinazionale italiana dell’energia ingloba anche Enel Green Power che è l’operatore privato del settore delle energie rinnovabili più grande al mondo, con una capacità gestita di oltre 46 GW generata da impianti solari, eolici, geotermici e idroelettrici in Europa, in America del Nord e del Sud, in Africa, Asia e Oceania.

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Martedì 9 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 12-06-2020 09:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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