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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Il contatto fra le Mercedes di Lewis Hamilton e la Red Bull di Max Verstappen

Mercedes risorge a San Paolo, doppietta con evidente superiorità: fa la differenza l'utilizzo delle gomme

di Giorgio Ursicino

Il circo della velocità strizza l’occhiolino, le Stelle sono tornate. Per carità, Stefano Domenicali e i suoi uomini sono super partes, è sicuro che non tifano per nessuno. Una terza squadra, però, che si inserisce nella lotta al vertice, facendo salire a sei le monoposto in grado di vincere tutte le gare, rischia di far saltare il banco il prossimo anno dopo aver battuto quasi tutti i record di presenze in circuito in questo scontato 2022. Non c’è niente da fare, le gare si vincono coccolando gli pneumatici e le Mercedes, in questo finale di stagione, sembrano aver trovato con tutte le mescole della coperture milanesi un feeling sublime. Le Frecce, non solo tornano alla vittoria, ma fanno doppietta, con il giovane George davanti al vecchio Lewis. Se la Germania sorride, il Regno Unito è euforico: era tempo che sui gradini più alti del podio non salissero due piloti britannici.

Le Ferrari chiudono terza e quarta, finalmente davanti alle Red Bull. Le Frecce d’Argento e le monoposto dominatrici della stagione, quando si spegne il semaforo, scattano con le Pirelli soft rosse nuove di pacca che si sono comportate magnificamente nella “sprint qualifying” di sabato. La Ferrari, invece, preferisce avviarsi con entrambe le monoposto con le medie gialle che hanno molto sofferto sulla Red Bull di Max Verstappen, impedendogli di resistere al rampante George Russell. Le Mercedes si avviano bene infilandosi in testa alla prima curva. Dietro le due vetture del team fresco bicampione del mondo insidiate però da un ottimo Norris con la sua McLaren. L’altra vettura di Woking, invece, a metà del primo giro, è protagonista di un altro patatrac, sempre con al volante il licenziato Ricciardo.

Daniel, avendo visto il suo compagno partire come una saetta, prova a superare in un punto quasi impossibile la Haas di Magnussen euforico per la sua prima partenza al palo sabato pomeriggio. La manovra, chiaramente, non riesce. Il razzo inglese colpisce quello americano, lo manda in testacoda e subito ne paga le conseguenze venendo colpito dal bolide del danese. Piloti illesi, ma entrambe le monoposto devono essere portate con il trattore dal carrozziere. Entra la safety car ed alla ripartenza accade l’iradiddio. Max, ingordo, prova ad affiancare Lewis. L’inglese, che sente odore di bottino pieno, non molla e le due vetture si toccano precipitando in ottava (l’olandese) e in nona posizione. La botta non è stata leggera, il baronetto imperatore è un po’ scosso e cerca di capire se la sua Freccia ha subito danni. Più malconcia la Red Bull dell’ex bimbo prodigio che ha l’ala anteriore pesantemente accartocciata.

Poco più avanti combattono Leclerc e Norris, con il predestinato determinato a riprendersi subito la posizione che ha perso al via. Quando è così Charles è un torello, ma c’è il rischio che veda troppo rosso. I due si toccano, la Ferrari finisce in testacoda e picchia contro le barriere. Il principino riparte, ma deve passare, come Verstappen, in garage a sostituire i pezzi danneggiati. Per la coppia dell’anno la gara è compromessa. Sia Max che Lando vengono penalizzati dai commissari di 5 secondi. Davanti giocano le Stelle contrastate solo da Sainz a Perez. George mena la danza con tanta autorità, Lewis recupera il tempo perduto e conquista virtualmente la seconda posizione. La Mercedes, però, come ha già dimostrato nella sprint qualifying, è sempre in netto vantaggio nella gestione delle gomme, soprattutto sul ritmo di gara.

O va più lunga con lo stesso treno, od è nettamente più veloce a parità di gomme quando iniziano avere un po’ di giri sulle spalle. A poco più di dieci giri dalla fine si blocca la McLaren del giovane inglese e la virtual safety car non basta per risolvere la situazione, serve una safety in carne e ossa. Nell’ordine sono incolonnati Russell, Hamilton, Perez, Sainz e un risorto Leclerc, mentre anche Verstappen è risuscitato dalle retrovie. Quando il Suv Aston Martin si toglie di mezzo, le redivive astronavi di Stoccarda se ne vanno un’altra volta ribadendo, se mai ce ne fosse bisogno, una netta superiorità. Almeno in questo finale di stagione e sulla splendida pista di Interlagos che favorisce i sorpassi come poche altre.

Il povero Checo, in lotta con il predestinato di Maranello per la seconda piazza nel Mondiale, è l’unico che, per la danza delle soste ai box, si ritrova con le gomme gialle contro tutti i rivali con le soft rosse. Così nulla ha potuto contro avversari che lo hanno risucchiato come un albatros ferito. Lo hanno sverniciato i due Cavallini, Alonso splendido quinto al traguardo ed anche il compagno di squadra che, superandolo, gli aveva promesso di ridargli la posizione prima della bandiera a scacchi se fosse stato dietro di lui. Cosa che puntualmente non ha fatto. Un vero cannibale purosangue. La stessa cosa, però, ha fatto lo spagnolo di Maranello che non ha rinunciato al podio per dare qualche punticino in più al monegasco. Ora Charles e Sergio si trovano a pari punti nella graduatoria iridata e ad Abu Dhabi ci sarà una sfida nella sfida.

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Lunedì 14 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 15-11-2022 09:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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