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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La linea della 500e nello storico stabilimento di Mirafiori a Torino

Stellantis, nuovo stop dello stabilimento di Mirafiori. Il monito: le vetture non basta produrle, bisogna anche venderle

di Giorgio Ursicino

Non c’è pace sull’automotive. Le notizie poco liete arrivano a grappoli e lo scenario sembra fosco in tutto il Continente. In Germania si attendono con preoccupazione la manovre del Gruppo Volkswagen che ormai ha una necessità impellente di tagliare i costi e il sacrificio di qualche stabilimento appare ormai necessario per salvaguardare il funzionamento aziendale. Il cielo non è certo più sereno da questa parte delle Alpi e ieri è arrivata la comunicazione di un’ulteriore stop delle attività produttive di Mirafiori. La speranza è nelle nuove attività che potrebbero portare ossigeno, come la realizzazione delle trasmissioni automatiche per vetture ibride eDCT e l’impianto di economia circolare.

Le vetture, infatti, sembrano impantanate e non è così facile tirarle fuori dall’impasse. Nella fabbrica torinese si realizzano infatti la 500 elettrica e le Maserati che non attraggono più i consensi del mercato visto che le vendite sono crollate. Almeno nella Penisola dove la penetrazione del marchio Fiat è sempre stata forte e le richieste interne ritenute fondamentali per il successo del modello ed il funzionamento della relativa fabbrica che lo realizza. Per quanto riguarda i prodotti del Tridente non si è ancora placata la polemica per una mail aziendale inviata ai dipendenti per l’acquisto a prezzi agevolati. I sindacati e parte della politica sono insorti perché l’offerta è alquanto fuori luogo, fatta ad operai che non attraversano un momento facile per vetture di lusso decisamente fuori portata.

Lo stock della baby Fiat BEV è sufficiente per soddisfare le poche richieste d’acquisto e la produzione è stata fermata per un altro mese, almeno fino all’11 ottobre. Il campanello d’allarme è ancora più preoccupante se si considera che è in ballo la cifra di auto da produrre a fine decennio. Ipotizzare un numero di vetture assemblate certo si può, ma con l’aria che tira potrebbe significare molto poco se poi quelle vetture non trovassero collocazione sui mercati al momento opportuno. I veicoli vanno realizzati, ma contemporaneamente anche venduti, altrimenti il sistema va inesorabilmente in tilt. L’andamento della 500e ha subito una frenata alquanto inspiegabile. Finora, dall’inizio dell’anno, sono state consegnate in Italia poco più di 1.600 esemplari del gioiellino. Niente se si considera che il modello è stato pure incentivato con l’ecobonus. È difficile pensare che una vettura con questo apprezzamento possa mandare avanti uno stabilimento.

La frenata è stata quasi improvvisa. La vettura è ancora recente e spinta da brand (Fiat e 500) da sempre apprezzatissimi nel nostro paese. Anche la più recente 600e, che pur non è prodotta in Italia, non è decollata ed in quasi nove mesi è stata scelta da poco più di 600 clienti italiani. Non si tratta del fiacco mercato elettrico che non tira perché la nuovissima Fiat è preceduta in classifica da 15 modelli a batteria, molti dei quali più costosi ed esclusivi. Con la transizione il mercato è diventato ancora più difficile da interpretare, anche nel breve termine. Intanto i rappresentati dei lavoratori si agitano giustamente e chiedono un incontro Stellantis-Governo per affrontare la situazione.

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Venerdì 13 Settembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 14-09-2024 10:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA