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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Verstappen è un fenomeno, Hamilton diventa pentacampione

Lewis come Fangio, un gigante. Hamilton chiude al quarto posto il Gran Premio del Messico e conquista il suo quinto titolo mondiale. Ora davanti a lui c’è solo sua maestà Michael Schumacher che di campionati di Formula 1 ne ha messi in bacheca ben sette. Ma l’ex ragazzo britannico, ormai uomo maturo e pilota di grande esperienza, un suo posto nella leggenda del motorsport se lo era conquistato da tempo, a suon di sorpassi spettacolari e di record, alcuni strappati proprio a Schumi. Un predestinato Lewis, un talento nato per vincere e coltivato da bambino dalla passione del papà che per anni lo ha accompagnato sulle piste di mezzo mondo. Istinto, grinta, velocità, coraggio, tutte doti naturali, ma anche una capacità di apprendere e di accumulare esperienza fuori dal comune che hanno consentito all’inglese di costruirsi una forza mentale e una capacità di evitare gli errori quasi disumane.

Qualità che quest’anno, ma un po’ anche nel 2017, hanno fatto la differenza con Sebastian Vettel, l’unico altro campione ad avere attualmente una monoposto in grado di lottare per il mondiale. L’inglese nel 2018 ha centrato nove pole e vinto altrettanti gran premi, portando rispettivamente il suo totale in carriera a 81 e 71, ma ha chiuso i giochi con due gare d’anticipo soprattutto perché non ha commesso il minimo errore, mentre l’avversario ferrarista di manovre sbagliate ne ha messe in fila almeno 4 o 5. Lewis ha approfittato anche delle più piccole occasione per massimizzare il bottino, ha fatto la differenza in particolare sul bagnato dove però la Ferrari è apparsa meno a suo agio della Mercedes.

Si è difeso quando era il caso di accontentarsi e questo per i puledri purosangue come lui (e come Sebastian) è forse un esercizio più difficile di spingere sempre al massimo. Ha lavorato in perfetta sintonia con il suo box, seguendo al millimetro le strategia suggerite anche quando non si sono rilevate le migliori. Ha gradito assai la formazione messa in campo da Toto Wolff che invece di affiancargli un driver ostico come Rosberg lo ha fatto proteggere da un compagno ubbidiente e leale come Bottas (Valtteri quest’anno non ha mai vinto). Devastante quando è stato il momento di affondare il colpo con la Ferrari che dopo Spa non ha azzeccato gli sviluppi giusti, mentre le Frecce d’Argento hanno trovato il modo di gestire la temperatura delle gomme posteriori eliminando il fastidioso blistering.

Dal Gran Premio di Germania il 22 luglio (Seb in testa sotto l’acqua ha sbattuto) a quello del Giappone il 7 ottobre il britannico ha dominato sei gare su sette ed a Spa è arrivato secondo. Un filotto che avrebbe tritato chiunque. Vettel è stato falloso, ma è andato in tilt per la pressione quando si è accorto di non avere più la vettura migliore. Nessuna polemica, grande fair play fra Maranello e Stoccarda, ma ci sono stati anche momenti di tensione che possono aver influito sul risultato. Prima le batterie della Rossa, poi i cerchi delle ruote forati delle Stelle, ritenuti «limitatamente illegali» dalla Fia. Un colpo di reni che il fenomeno di colore ha magistralmente sfruttato.

La gara è stata dominata da un superbo Max Verstappen con la Red Bull su questa pista in grande forma. Per l’olandese è il secondo trionfo consecutivo su questa pista, prima di lui nessuno era mai riuscito a fare una doppietta consecutiva in Messico. Le Ferrari hanno corso bene, sono salite sul podio con Sebastian davanti a Kimi. Disastrose le Mercedes, nel giorno della festa per loro è stata la peggiore gara dell’anno: Bottas, quinto, è finito doppiato, Hamilton ha evitato la beffa per poco.

Le Frecce d’Argento hanno corso come già ad Austin con i cerchi delle ruote con i fori chiusi e come in Texas sono andati in crisi con le gomme. Ma questa volta è stato un vero disastro ed emerge qualche dubbio di come sarebbe andata se la soluzione fosse stata vietata fin dall’inizio. Con i punti guadagnati Maranello si avvicina a Stoccarda nella classifica Costruttori dove il titolo deve essere ancora assegnato. La distanza fra i due team è di 55 punti su un totale di 96 ancora disponibile e con le Stelle cadenti e la Red Bull così in palla tutto può ancora accadere.

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Lunedì 29 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 16:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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