La Ferrari non graffia in Qatar, ma tiene il Mondiale Costruttori aperto. A Losail festeggia il cannibale, niente affatto sazio del quarto titolo Piloti consecutivo acchiappato alle luci di Las Vegas una settimana fa. Charles, però, pur non potendo contare su una Rossa superiore agli avversari, combatte come un leoncino e riesce ad agguantare un buon secondo posto che, insieme alla frittata cucinata da McLaren, consente di spostarsi nella vicina Abu Dhabi con un ritardo di soli 21 punti rispetto al team inglese. Sarebbero potuti essere molti di più, perché le monoposto papaya ne avevano già 30 prima della partenza del GP e, per come si era messa la corsa, potevano aumentare, rendendo quasi superflua l’ultima tappa nell’Emirato in programma domenica prossima.
La squadra di Woking aveva due vantaggi nella serata del Golfo: partiva avanti in griglia ed anche sul passo gara era un po’ più consistente della SF-24. Norris viaggiava secondo in tranquillità, anzi metteva pressione a Max. Charles si trovava in zona Piastri, mentre Carlos navigava addirittura più indietro. Conclusione, il ritardo sarebbe dovuto aumentare e non diminuire e l’obiettivo era solo quello di non far festeggiare gli inglesi nei locali di Doha. Invece, all’improvviso, la corrida si è capovolta. Uno specchietto si era staccato da qualche monoposto proprio sul rettilineo principale e si era andato a posizionare all’interno del punto di staccata, praticamente l’unico tratto che consente il sorpasso a Losail. Il direttore di corsa esitava ed esponeva la bandiera gialla.
Norris, che era in scia a Verstappen, non alzava il piede come prevede il regolamento e Max si lamentava via radio perché il rivale si avvicinava. Il retrovisore veniva colpito da una vettura andando in mille pezzi e sia Hamilton che Sainz foravano sui detriti. A quel punto veniva spedita in pista, un po’ tardivamente, la safety car per fare pulizia avvantaggiando i piloti che non si erano fermati a cambiare le gomme. Poco cambiava. Lando era davanti a Charles, Oscar precedeva Sainz, il Mondiale era andato. Invece, arrivava la stangata sulla McLaren dell’inglese: uno “stop and go” di dieci secondi per non aver rallentato con la bandiera gialla. Con le vetture così compattate la manovra spediva Norris fuori gara.
Sul terzo gradino del podio saliva Piastri, poi Russell, Gasly e la seconda Ferrari di Carlos. Nel finale, con gomme dure bianche, l’inglesino di Woking mostrava tutto il potenziale del suo bolide che gli avrebbe consentito di sfidare l’olandese negli ultimi giri. Lando segnava più volte il giro veloce e riusciva a riprendersi almeno il punto del decimo posto che rendeva reale anche quello aggiuntivo per la tornata più rapida. Anche Russell veniva penalizzato di 5 secondi per essere andato troppo veloce in regime di safety car, ma la sua posizione non è cambiata.
Secco il commento di Norris: «Arrabbiato? No, non ho visto la bandiera e non ho rallentato. Colpa mia, penalizzazione giusta». Resta il dubbio se fosse sincero o polemico. Leclerc, che ha dovuto fare tutta la gara senza poter bere perché la borraccia non funzionava, era molto contento: «Sono soddisfatto, abbiamo fatto il massimo: nessuno di noi sperava di ripartire dal Qatar più vicini alla McLaren». Nella differenza che ha mostrato la Red Bull fra gara Sprint ed il Gran Premio, c’è la conferma di quanto siano sensibili le monoposto attuali: sabato Max è arrivato ottavo beccando mezzo secondo al giro, ieri l’unico che sembrava tenere il suo passo era l’amico Lando.