Tavares: «Non è solo Stellantis a vivere difficoltà del settore. ci sono anche VW, Bmw, Mercedes e probabilmente non è finita»
BMW Serie 1 M135 xDrive, trazione integrale e motore biturbo da 300 cv per la sportiva bavarese
Bmw CE 02 e CE 04 sulle strade della Berlin Marathon. Scooter elettrici protagonisti della 50^ edizione
CASCAIS - Ci sono cose che è più facile dire che cosa non sono piuttosto che definirle o racchiuderle in categorie già note. È il caso della CE-02, il secondo mezzo elettrico di una BMW Motorrad che, appena passati i suoi primi 100 anni, non era mai stata così in forma: record di vendite nel mondo (209.257 unità, +3,1%) e record di vendite in Italia (16.163 immatricolazioni, +1,6%) dove il marchio tedesco domina incontrastato tra le due ruote oltre i 500 cc e nel segmento premium.
Ma torniamo alla CE-02. Ha qualcosa della bici pieghevole, con quelle ruote fa pensare anche alle fat bike e anche alla mitica Motozodiaco Tuareg utilizzata da Bud Spencer in “Altrimenti ci arrabbiamo” che, per inciso, aveva il motore di una motozappa che si avviava con il tirante. La CE-02 invece è elettrica ed è una BMW, ovvero quella delle R nude, delle K da turismo e dell’arcinota 1300 GS nel cui interasse la CE-02, con i suoi 1,97 metri di lunghezza, entra comodamente con le sue ruote più piccole della strapotente M 1000 RR.
La BMW ha però due grandi fortune: un marchio forte e trasversale e una storia nella quale la fedeltà alla tradizione si è sempre alternata a innovazioni forti, talvolta sconvolgenti. Ricordate la BMW Serie 7 E65, della Serie 5 E60 o la i3? D’accordo parliamo di automobili. Ma allora, parlando di moto e di qualcosa di più recente, vogliamo parlare della nuova GS? La BMW intervalla periodi in cui è prudente ad altri invece provoca. Non c’è dunque da stupirsi se la CE-02 sciocchi e perplima perché i geni e il marchio sono quelli e, se la BMW fa così, una ragione deve esserci e va sempre approfondita, anzi guidata.
Prodotta e sviluppata insieme alla TVS – azienda indiana con la quale BMW ha un accordo dal 2021 per mezzi a due ruote fino a 500 cc tra cui la G 310 R – la CE-02 ha un telaio in tubi di acciaio e cerchi lenticolari da 14” che calzano pneumatici anteriore 120/80 e posteriore 150/70. Davanti c’è una forcella telescopica rovesciata con steli da 37 mm ed escursione di 117 mm, dietro un monobraccio in alluminio con un mono ammortizzatore molto inclinato e con molla regolabile nel precarico. In questo caso l’escursione è di 56 mm. La ruota è nettamente a sbalzo e coperta da un parafango aderente, come una moto custom.
Il corpo centrale è piccolo, tutto concentrato sotto una sella che lo sovrasta del tutto e si inarca leggermente nella parte anteriore lasciando un vuoto che si potrebbe usare per una piccola borsa, anche la CE-02 non ha un vano neppure per una moneta. In optional si possono avere sacche posteriore di varia capacità da 16 a 29 litri che aggiungono un minimo di funzionalità rafforzando quel carattere custom che abbiamo già evidenziato. Sotto la sella c’è solo una piccola rientranza fornita di elastico per i documenti.
Un po’ di spazio potranno trovarlo chi prenderà la versione da 4 kW con una sola batteria nel pozzetto. Ha una capacità di 1,9 kWh, è composta da celle agli ioni di litio cilindriche 21700 della LG Chem ed è provvista di un caricatore di bordo da 0,9 kW con la spina nascosta da un tappo avvitabile che si trova su lato sinistro. In questa configurazione da ciclomotore (guidabile a 14 anni) la CE-02 pesa 119 kg, si ricarica in 182 min (20-80% in 85 min), raggiunge 45 km/h e ha un’autonomia di 45 km che raddoppia con la doppia batteria.
In questo caso il tempo di ricarica è di 312 min (20-80% in 165 min) che diventano 210 (102 per il consigliabile 20-80%). La versione da 11 kW ha di serie la doppia batteria che alza il peso a 132 kg – dal ché si deduce che un’unità singola pesa 13 kg – e porta la velocità massima a 95 km/h. Per entrambi i livelli di potenza la coppia del motore sincrono a magneti permanenti è di ben 55 Nm che arrivano alla ruota moltiplicati dal rapporto di trasmissione realizzato attraverso pulegge e una cinghia dentata.
Una spinta ragguardevole e immediata che risulterebbe pericolosa sui selciati cittadini, soprattutto se inumiditi dal mattino o dalla pioggia se non ci fosse un vigilissimo controllo di trazione che non può essere disinserito. La sorveglianza dell’elettronica riguarda anche la ruota anteriore il cui disco freno agisce attraverso la mediazione dell’ABS con l’impulso dato dal guidatore sulla leva di destra. Così come quella di sinistra, dedicata alla ruota posteriore, è regolabile nella distanza dalla manopola attraverso un registro a rotella.
L’assetto di guida è un altro aspetto interessante di questa CE-02. Il manubrio infatti è abbastanza verticale e aperto, largo il giusto e ci sono due coppie pedane nel cui spazio i piedi hanno piena libertà. Utilizzando quelle più avanti e mettendosi al centro della sella, si guida seduti, con le ginocchia ad angolo retto e le braccia tese. Se invece si usa la coppia più indietro, ci si ritrova in posizione d’attacco: distesi in avanti, con la testa tra i polsi, i talloni verso il basso e accucciati dietro un cupolino ridotto in realtà ad un fazzoletto di plexiglass.
La strumentazione è composta da un sottile display TFT da 3,5”. Grazie però ad un supporto, poco sotto si può sistemare il proprio smartphone e, scaricando un’apposita app con un cavetto USB-C, lo si trasforma nel secondo strumento di bordo sfruttandone in più tutte le funzionalità alle quali siamo abituati. Il faro a Led ha la forma di una plafoniera e sono keyless lo sblocco del manubrio e l’avviamento. Per quest’ultimo c’è una procedura di sicurezza attraverso due pulsanti sul blocchetto di destra.
Sulla parte alta del blocchetto di sinistra invece c’è il pulsante R: tenendolo premuto e ruotando la manopola dell’acceleratore la CE-02 fa la retromarcia. Non che sarebbe difficile farlo con le gambe, anche perché i piedi si appoggiano facilmente e il peso è tutto concentrato, facilissimo da gestire, ma questa ulteriore chicca permette davvero di entrare e di uscire da qualsiasi pertugio, salita o discesa che sia, massimizzando le dimensioni e la conformazione di un mezzo concepito per sgattaiolare nel traffico.
La CE-02 ci riesce perfettamente. Dal perfetto silenzio, scatta immediatamente, ma senza sfuggirti mai di mano e dimostra una guida solida, neppure troppo secca sulle buche e gli avvallamenti come la ridotta escursione della ruota posteriore farebbe supporre. Merito dell’altezza dello pneumatico e di un telaio che, così raccolto, riesce ad essere rigido e a sostenere bene anche una forcella ben tarata e progressiva, anche quando si pinza forte. La massa ben concentrata e il passo lungo si rivelano allora equilibratori naturali. Dunque sicurezza con divertimento, agilità e una sensazione di libertà difficilmente immaginabile.
Il sound è un semplice sibilo, poco entusiasmante. Ci si dovrebbe lavorare un po’. Si possono selezionare tre le modalità di guida: Flow con spinta e recupero di energia bilanciati, Surf per avere una buona risposta e scivolare senza freno motore e Flash per avere il massimo delle prestazioni. Quest’ultima è optional all’interno di un pacchetto che costa 700 euro e comprende i già citati supporti smartphone, il quick charger insieme alle manopole riscaldabili, al Bluetooth control, al Teleservice e alla sella Pro. Senza sovraprezzo si può avere anche la forcella in un più discreto nero.
Ma questa è l’unico regalo concesso dalla CE-02. Il prezzo di listino è infatti da BMW: 7.750 euro per la versione da 4 kW monobatteria e 8.850 euro per quella da 11 kW con batteria doppia. Intendiamoci: è superiore rispetto ad altri scooter elettrici che però offrono prestazioni inferiori, ma è anche meno di quello che molti spendono per il loro mezzo a due ruote da città. La CE-02 mette sul piatto un’originalità indiscussa e un carattere impossibile da trovare in qualsiasi mezzo, insieme ad un nome blasonato come quello di BMW.