BMW R 12 G/S - Prova Francesco Irace

BMW R 12 G/S: "tutto fumo e tanto arrosto": la nostra prova su strada in sella alla nuova enduro stradale bavarese

di Francesco Irace
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Altro che esercizio di stile: la nuova BMW R 12 G/S è apparenza ma anche sostanza. Sì perché se a guardarla sembra la classica "moto da bar", di quelle che vanno tanto di moda in questi anni, dall'aspetto un po' vintage e un po' offroad, ma "tutto fumo e niente arrosto", a guidarla invece si rivela una moto molto divertente, facile, performante e polivalente. 

Basta salirci sopra e percorrere i primi metri per capire che è in questo caso l'"abito fa il monaco". È una moto semplice, senza troppi fronzoli. Manubrio alto e largo, sella stretta, lunga e alta. Ciclistica perfetta per il doppio uso – on/off – con ruota anteriore da 21'' e posteriore a scelta tra il 17'' e il 18'', telaio tubolare in acciaio, sospensioni regolabili con 210/200 mm di escursione e l'elettronica che serve: ride by wire con tre mappe, controllo della trazione e ABS disinseribile. 

Dunque, unisce estetica vintage e tecnologia moderna. Richiama la vecchia iconica R 80 G/S. Per lei faro tondo a LED, parafango alto e strumentazione classica (ma se non dovesse piacere, tra gli accessori c'è anche un display TFT a colori). Nel cuore un Boxer da 1.170 cc (109 CV) raffreddato ad aria e olio, che può "girare" in Rain, Road ed Enduro. La sella è alta: si parte da 860 mm sulla versione stradale e da 875 mm sulla Enduro Pro che ha un cerchio da 18'' dietro, ma può arrivare a 895 mm scegliendo la sella Rally. Il peso si attesta sui 229 kg in ordine di marcia, ma in movimento se ne percepiscono decisamente di meno, merito del baricentro basso del Boxer e dell'ottimo bilanciamento dei pesi. 

Se non fosse per una seduta così alta, la R 12 G/S potrebbe andar bene perfino per un neofita, per quanto è facile da guidare. Ha una frizione morbida, un bel cambio (con quickshifter, che però è a pagamento) ed è molto maneggevole. Il motore non soffre i bassi regimi e, quando serve, regala un'erogazione molto vigorosa che aiuta a venir fuori anche dai tornanti più stretti in un soffio. La guida alta dà una sensazione di grande controllo e anche il feeling tra le curve è molto elevato: la moto vuole farsi guidare rotonda, senza frenate all'ultimo metro, che comunque la forcella Marzocchi regolabile da 45 mm a steli rovesciati digerirebbe benissimo. Spinge, va forte, ma non affatica.

In off-road poi sorprende ancora di più. È molto a proprio agio e mette anche chi non è un endurista in condizioni di divertirsi senza troppi affanni. La sella è stretta e la guida in piedi è comoda e naturale. La ruota da 18'' dietro aiuta, e anche il manubrio rialzato di 20 mm (con i riser) della versione Enduro Pro fa il suo. E poi c'è una mappa motore specifica che libera la moto da tutti i controlli e lascia che sia il pilota a gestire derapate e frenate con la ruota posteriore bloccata. E con due borse si presta bene anche al turismo, al netto di una protezione aerodinamica non pensata per i lunghi spostamenti autostradali.

Insomma, una gran bella sorpresa. Proposta in tre tinte – nera, beige e bianca/blu/rossa – con prezzi da 17.900 euro. E può far al caso sia del nostalgico con tanti anni di esperienza che del motociclista più giovane, attento alle performance, che non vuole passare inosservato. 

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sabato 21 giugno 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA