Yamaha R7 - Prova Irace

Yamaha R7, in sella alla nuova sportiva per i piloti del futuro

di Francesco Irace
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ALMERIA – Sportività alla portata di tutti. È un po' questo il concetto attorno al quale è nata la Yamaha R7, moto tutta nuova che non rimpiazza nessun modello già esistente. Si pone a metà tra la R3 e la R6 ed è stata realizzata per le nuove generazioni di piloti alla ricerca di una sportiva facile con cui imparare e crescere (non a caso è disponibile anche in versione per Patente A2). È snella, proporzionata e oggettivamente bella da guardare. E da guidare, sia su strada che in pista. Delle R-Series più mature eredita il design, con gruppo ottico "twin eye" e fari a LED, e la posizione di guida. Il busto è inclinato in avanti e buona parte del peso è sui polsi del pilota: la postura, insomma, è di quelle che invitano a guidare allegri. L'acceleratore è di tipo tradizionale, non ci sono sistemi elettronici da settare ed è tutto nel polso di chi guida. 

Va detto, sulla carta l'assenza del controllo della trazione potrebbe far storcere il naso. In marcia però il motore è così docile e facile da gestire che difficilmente se ne può sentire il bisogno. Il bicilindrico è lo stesso della MT-07 – CP2 Euro5 da 689 cc da 73,4 cv a 8750 giri/min e 67 Nm a 6.500 giri/min – ma con un rapporto di trasmissione più corto. Ha una buona spinta ai medi e non spaventa mai chi è alle prime armi. Non va portato al limitatore, meglio cambiare prima. E per la pista, in optional, c'è anche un cambio elettronico Quick Shifter, che però funziona solo in salita. Agile, maneggevole e leggera (188 kg in ordine di marcia), la R7 è molto efficace tra le curve. È sempre precisa, sincera, equilibrata. Anche quando si alza il ritmo, resta lì, senza mai scomporsi. Merito di una ciclistica semplice ma al tempo stesso perfettamente assemblata: telaio in acciaio con supporto centrale in alluminio, forcella KYB da 41 mm regolabile in compressione ed estensione e mono KYB, anch'esso regolabile. 

Dunque, molto bene su strada. Favolosa in pista. Sì perché se alla lunga la posizione di guida, tra città, statali e passi di montagna, stanca, tra i cordoli invece il divertimento – una volta tanto – non è direttamente proporzionale alla fatica fisica. Si va al massimo senza sforzi. Se sei un esperto la potenza non può soddisfarti pienamente, inutile girarci intorno, ma la qualità della guida e dell'allenamento, assolutamente si. Se invece indossi una tuta per le prime volte, puoi fare i progressi giusti senza bruciare le tappe. Anche perché, sospensioni a parte, non c'è nulla da regolare: la bellezza della semplicità. E anche la frenata non è mai aggressiva, sebbene l'impianto si avvalga di un doppio disco da 298 mm con pompa e pinza radiale Brembo. E poi c'è un prezzo molto interessante: 8.999 euro f.c., con consegne previste da novembre. Due infine i colori disponibili – Icon Blue e Yamaha Black –, e tanti accessori per personalizzare ciascun esemplare.

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Giovedì 30 Settembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 20:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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