Mobilità sostenibile e sicura: che fare? Denunce e proposte dal SEM di EMC-Tv e Nuova Fiera di Roma

Mobilità sostenibile e sicura: che fare? Denunce e proposte dal SEM di EMC-Tv e Nuova Fiera di Roma

di Sergio Troise
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ROMA - Sicurezza stradale, manutenzione delle strade, svecchiamento del parco auto, incremento delle auto ecologiche: sono i temi che hanno caratterizzato il Safety & Electric Mobility EXPO (SEM), evento organizzato dalla Fiera di Roma in collaborazione con EMC Tv, il primo canale italiano interamente dedicato alla mobilità elettrica e sostenibile (canale 228 di Sky).

Vi hanno preso parte rappresentanti del settore privato ed esponenti delle istituzioni e delle agenzie pubbliche: due componenti ancora troppo distanti tra loro, con i primi impegnati in una corsa all’innovazioni tecnologica in grado di fornire strumenti e servizi all’avanguardia, capaci già oggi di modificare il nostro modo di spostarci in auto, in moto, in scooter, in bici; i secondi che invece accumulano ritardi su molti fronti, dall’ordinaria manutenzione delle strade all’ammodernamento delle infrastrutture necessarie per dare spazio a una mobilità sicura e sostenibile.

Tra le sconcertanti realtà emerse dal confronto svoltosi alla Fiera di Roma ha impressionato non tanto il ritardo sull’introduzione delle nuove tecnologie, quanto quello registrato nella gestione dell’ordinaria amministrazione, con gli strumenti tradizionali affidati alle pubbliche amministrazioni: negli ultimi 10 anni – pensate - le imprese deputate alla manutenzione delle strade italiane (500.000 km) hanno fatturato il 50% in meno. Ciò vuol dire strade abbandonate, sconnesse, con asfalti degradati, segnaletica invisibile, buche, dossi, sterpaglie, luci fulminate, guard-rail arrugginiti, muretti sventrati… Inevitabile, in tali condizioni, l’incremento dei rischi e degli incidenti.

Dal confronto tra esperti è emersa dunque la necessità di provvedere prima all’ordinaria amministrazione, poi all’innovazione. Con amarezza si è giunti alla conclusione che i sistemi di assistenza alla guida, le auto elettriche e le smart road sono le benvenute, ma prima di tutto si deve operare sulle road, le strade normali, quelle che percorriamo oggi in condizioni di rischio non accettabili. “Che senso ha guidare un’auto che mi avverte quando supero la linea di mezzeria se la linea di mezzeria non c’è o è sbadita per mancata manutenzione?” si è domandato Giuseppe Nucci, presidente di EMC Tv, impegnato in prima linea sul fronte della sicurezza e della mobilità sostenibile.

Ciò detto, l’incontro alla Fiera di Roma ha avuto comunque il merito di portare in primo piano quest’autentica emergenza. E ha ricordato a tutti che battersi per ridurre gli incidenti stradali è un dovere non più differibile: nell’ultimo anno i sinistri sono stati 175.000 e hanno fatto 3.300 vittime; in Italia, secondo i più recenti dati Istat, si contano 9 morti al giorno. Un bilancio drammatico, che getta un’ombra sinistra sull’operato della politica, clamorosamente in ritardo sia nell’ordinaria amministrazione sia nell’ammodernamento legato all’introduzione di nuove infrastrutture e nuove tecnologie.

Tra le misure da adottare per andare incontro alle esigenze individuate dal noto progetto Vision Zero, proiettato al 2050, si è parlato, nel corso del SEM, della necessità di introdurre da subito, per legge, l’obbligatorietà di alcuni dispositivi tecnologici di supporto alla guida, come i segnalatori di collisione preventiva, la frenata automatica, l’avviso di cambio corsia involontario ecc. (già presenti su molti veicoli, ma non su tutti). “In tal modo – sostengono gli esperti - si potrebbe operare una riduzione di oltre il 20% di incidenti e vittime”.

Sul fronte della mobilità sostenibile, il panel dedicato alla smart mobility ha mostrato come anche il car sharing e il bike sharing siano realtà disponibili e alla portata di tutti, ma in ritardo nella diffusione su larga scala. Nel corso dei lavori è stato ricordato che lo spostamento medio che si compie con l’auto in città si aggira intorno agli 8 km giornalieri, una distanza minima che dovrebbe invogliare non più all’acquisto dell’auto ma a scegliere, appunto, sistemi di spostamento intermodali, preferibilmente con veicoli a emissioni zero, come le auto elettriche.

«Ma tutto questo – è stato sottolineato una volta di più – potrà svilupparsi a patto che le città si attrezzino e che l’utente possa ad esempio utilizzare delle App che siano in grado di mostrare tutte le opzioni, compresa la possibilità di pagare con un sistema unico per tutti i mezzi». Qualche città, a dire il vero, è già bene avviata su questa strada e lo sono anche alcune case automobilistiche e certi fornitori di servizi. Ma la stragrande maggioranza è ancora indietro.

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Martedì 16 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 17-10-2018 16:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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