Un parco auto

Anfia-Federauto-Unrae, grido d’allarme all’unisono: «Senza interventi mirati sull’auto rischio chiusura per tante aziende»

  • condividi l'articolo

ROMA - In assenza di interventi mirati di sostegno, che il mercato possa recepire positivamente, si va incontro a un rischio di deindustrializzazione del Paese. È quando sostengono, in una nota congiunta, Anfia, Federauto e Unrae, esprimendo «sorpresa, delusione e, soprattutto, grande preoccupazione, la scelta del Governo, nel recente Decreto Rilancio, di limitarsi al rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni», un intervento «poco significativo per un’effettiva ripartenza del settore automotive nel nostro Paese».

 Il settore automotive italiano è «certamente impegnato a incoraggiare il processo di elettrificazione della mobilità», segnalano le associazioni, ma «i numeri che raccontano l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul settore automotive sono sotto gli occhi di tutti», con un crollo produttivo e di vendite. Per questo, è «incomprensibile come in Italia non si faccia nulla per salvaguardare la strategicità e la competitività di un comparto come l’automotive, che esporta oltre il 50% dei suoi prodotti, apprezzati in tutto il mondo per la carica innovativa e la qualità, e che in più occasioni ha dimostrato di fungere da traino per la ripresa produttiva di larga parte del sistema manifatturiero e quindi della nostra economia, e si preferisca andare incontro a un rischio di deindustrializzazione».

Per questo Anfia, Federauto e Unrae ribadiscono che «non è più rinviabile l’attuazione di un’importante campagna di incentivi per la rottamazione di auto e veicoli commerciali vetusti e l’acquisto di autoveicoli di ultima generazione, e per lo sviluppo infrastrutturale, nonchè la revisione della fiscalità sulle autovetture per un adeguamento a livello europeo». 

  • condividi l'articolo
Giovedì 21 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 23-05-2020 12:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti