Un parco auto

Anfia, mercato interno debole e filiera produttiva in difficoltà. Unrae, bene valutazione su incentivi paneuropei

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Il mercato auto italiano "apre il 2025 con il segno meno (-5,9%), registrando il sesto calo mensile consecutivo. E’ evidente che le politiche europee continuino a impattare la nostra realtà nazionale, con un mercato interno debole – ricordiamo che l’anno appena trascorso ha chiuso a -0,5% sul 2023 e a -18,7% sul 2019 – e una filiera produttiva in difficoltà". Lo ha detto Roberto Vavassori, presidente di Anfia, commentando i dati sulle immatricolazioni di gennaio e sottolineando che questi elementi "rimarcano la necessità di adottare un piano europeo di guida razionale verso gli obiettivi del 2035, come discusso anche in occasione del Dialogo strategico sul futuro dell'industria automotive europea avviato lo scorso 30 gennaio dalla Presidente della Commissione Ue".

Secondo Vavassori, "bisogna intervenire in fretta, agendo su più fattori: prevedere flessibilità nella regolamentazione sui target emissivi, stimolare il local content europeo e incentivare l’innovazione tecnologica della filiera per proteggerne e accrescerne la competitività nello scenario globale". Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, quelle a benzina vedono il mercato di gennaio in calo del 17%, con quota di mercato al 26,9%, le diesel calano del 41,6%, con quota al 9,6% (prima volta sotto il 10%). Le autovetture mild e full hybrid crescono del 10,6% nel mese, con una quota del 44,6%. Le vendite di auto ricaricabili (Bev e Phev) aumentano del 65,6% a gennaio e rappresentano l’8,6% del mercato del mese (a gennaio 2024 era il 4,9%).

“È un dato positivo che si stia valutando l’introduzione di incentivi paneuropei, anziché affidarsi solo a misure nazionali che creano una frammentazione del mercato. Inoltre, accogliamo con favore la disponibilità della Commissione a introdurre della flessibilità nell’applicare le sanzioni per lo sforamento dei target sulle emissioni di CO2. Chiediamo che questi interventi vengano definiti con tempestività e chiarezza, per evitare il rischio di effetti irreversibili”. Lo sottolinea il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, commentando i dati delle immatricolazioni di auto a gennaio. In ambito nazionale, l’Unrae ribadisce l’urgenza di misure concrete per sostenere la transizione e il rinnovo del parco circolante. “L’attuale regime fiscale sulle auto aziendali è inadeguato e penalizzante rispetto agli altri paesi europei ” , afferma Michele Crisci. “Diviene sempre più urgente rivedere la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, oltre a ridurre il periodo di ammortamento a 3 anni. Solo così sarà possibile accelerare il passaggio verso veicoli a basse e/o zero emissioni, incentivando pertanto le imprese a investire in una mobilità più sostenibile. Anche la recente modifica della normativa sul fringe benefit, che rischia addirittura di premiare anche le motorizzazioni più emissive, necessita di aggiustamenti: va reimpostata in base alle emissioni di CO2 come la precedente, con una progressività più graduale nelle aliquote per non tradursi unicamente in un aumento del gettito fiscale”.

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Mercoledì 5 Febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA