Auto: un mercato in frenata non solo in Italia. Pesa l'effetto diesel

Auto: un mercato in frenata non solo in Italia. Pesa l'effetto diesel

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

ROMA - l'Italia è in recessione e il settore dell'auto, da sempre indicatore infallibile dello stato di salute del Paese, ne risente in misura pesante. Lo certifica l'Istat con i dati sul fatturato e gli ordinativi di dicembre nel settore degli autoveicoli: i ricavi hanno segnato una diminuzione tendenziale del 7,5% (-3,1% nell'intero anno), mentre le commesse su base annua sono scese del 18,4% tendenziale e, nella media dell'anno, hanno registrato un calo del 2,3%. È in apnea il mondo dell'auto, che dopo un 2018 all'insegna della stabilità del mercato non riesce a consolidare le vendite e anzi lamenta perdite allarmanti registrate a gennaio. Una situazione preoccupante, in contrasto con i numeri della filiera, che raggruppa 5.700 imprese, fattura 100,4 miliardi, pari al 6% del Pil, coinvolge quasi 259.000 addetti (il 7,1% del settore manifatturiero), spende 1,7 miliardi di euro l'anno in ricerca e sviluppo e contribuisce per 74,4 miliardi di euro al gettito fiscale (2017). Sullo sfondo, la guerra dei dazi dichiarata da Trump e le tensioni tra Usa e Germania, che comportano inevitabili conseguenze anche per l'Italia: il nostro Paese, infatti, pur non essendo tra i leader dei costruttori di autoveicoli (dalle nostre catene di montaggio escono 740.000 unità/anno, contro 5,64 milioni della Germania, 2,29 milioni della Spagna, 1,67 milioni di Francia e Uk, 1,4 della Repubblica Ceca, 950.000 della Slovacchia) è grande produttore di componentistica e ha visto calare vertiginosamente la domanda di forniture all'industria tedesca, ridimensionatasi fino a ridurre a 1,1 milioni le unità prodotte tra novembre e gennaio, con un calo di 272.000 e con la prospettiva, a dir poco inquietante, di veder compromesse le esportazioni dall'intera Europa agli Usa.

La crisi produttiva ha avuto ripercussioni dirette sul mercato, con il coinvolgimento di gran parte dei Paesi europei. Basti rammentare che nel primo mese del 2019 l'Europa dell'auto ha perso il 4,6% delle immatricolazioni, con 23 nazioni su 31 in difficoltà, e che in Italia il calo è stato del 7,5%. Per effetto della ingiustificata demonizzazione del diesel, un calo molto forte lo hanno lamentato, in particolare, le vendite di vetture a gasolio (-31,4%), a vantaggio di quelle a benzina (+27,8%). Un problema, questo, che ha reso vulnerabile l'intera industria europea, trovatasi costretta ad assecondare l'evoluzione della domanda, orientata verso nuove tecnologie. Proprio in questa ottica a gennaio 2019 le ibride sono cresciute in Italia del 17,8% e le elettriche del 9,3%, mentre nel settore del gas si sono registrati un aumento dell'8,2% per il Gpl e un sensibile calo delle auto a metano (-46,1%).
 


 

  • condividi l'articolo
Martedì 26 Febbraio 2019 - Ultimo aggiornamento: 15:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA