Un tecnico Bosch mentre esegue un controllo di qualità costruttiva nella nuova fabbrica di Dresda

Bosch risponde al crisi dei chip con una fabbrica da un miliardo di euro. Il nuovo impianto inaugurato a Dresda

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L'importanza dei semiconduttori nell'industria dell'elettronica di consumo e, soprattutto, dell'automobile è purtroppo evidenziata da diversi mesi dalla carenza di prodotto e dai conseguenti rallentamenti (o stop) delle linee di montaggio delle maggiori Case costruttrici. Più che giustificata dunque la soddisfazione espressa oggi da Volkmar Denner, Ceo di Bosch, nell'annunciare che il completamento della nuova modernissima fabbrica di chip a Dresda - nella cosiddetta Silicon Saxony - è stata completata in anticipo di sei mesi mesi rispetto ai programmi e sarà in grado di produrre i primi semiconduttori per la filiera automotive entro settembre. Durante una cerimonia che ha visto la presenza 'virtuale' della cancelliera Angela Merkel e della vice presidente della Commissione europea Margrethe Vestager e quella in studio del presidente della Sassonia Michael Kretschmer, Denner ha ribadito che essendo frutto di un investimento pari a circa un miliardo di euro, "la nuova struttura produttiva di Destra costituisce il più grande investimento singolo negli oltre 130 anni di storia di Bosch". Lo ha sottolineato anche la cancelliera Merkel, in un intervento da Berlino, ricordando che il sostegno al programma della fabbrica di Dresda è arrivato dal piano Important Project of Common European Interest (IPCEI) on Microelectronics varato dalla Ue nel 2018 e di cui hanno beneficiato Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna per "eliminare il gap in questo settore tra l'Europa, l'Asia e gli Stati Uniti".

In forma di microchip, i semiconduttori rappresentano un mercato globale da 400 miliardi di dollari sono presenti oltre che nelle auto praticamente in tutti i dispositivi tecnici, come smartphone, televisori e wearable per il fitness. Nelle auto il loro valore passerà dai 120 euro per veicolo del 1998 ai 600 del 2023. Quindi più comprensibile la soddisfazione di Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea, che parlando della 'operazione Silicon Saxony, ha ribadito come "i semiconduttori che verranno prodotti da Bosch a Dresda "contribuiranno a rafforzare la competitività dell'Europa come culla di innovazioni all'avanguardia". A fare i complimenti a Bosch per questa iniziativa sono intervenuti alcuni dei grandi dell'industria automobilistica, come John Ellkann di Stellantis, Mary Barra di GM, Ola Kaellenius di Daimler, Oliver Zipse del Gruppo Bmw, a cui si sono uniti i numeri uno di Texas Instruments, di Infineon, di Intel, di Nvidia e di STMicroelectronics. "La nuova fabbrica rappresenta un elemento importante della rete di produzione dei semiconduttori - ha dichiarato Michael Kretschmer, presidente della Sassonia - con essa Bosch rafforza la posizione della Germania come sede di tecnologia e business. Direttamente e indirettamente creerà molti nuovi posti di lavoro in un settore a fortissima crescita.

Questo investimento da un miliardo di euro rafforza la Silicon Saxony e l'intero settore europeo dei semiconduttori". Già 250 persone stanno lavorando nei 72.000 metri quadri di superficie della fabbrica di Dresda ma il numero degli occupati arriverà a circa 700 unità quando le opere di costruzione saranno completate e la fabbrica occuperà tutti gli spazi previsti. Nessun altro fornitore del settore automotive come Bosch si dedica così intensamente alla microelettronica dagli Anni '50. Dal 1958 il gruppo produce autonomamente i propri semiconduttori. Nello stabilimento di Reutlingen, le linee di produzione forniscono circuiti integrati ed estremamente complessi dal 1970. Solo per le sue fabbriche di wafer di Reutlingen e Dresda, Bosch ha investito oltre 2,5 miliardi di euro da quando è stata introdotta la tecnologia di produzione per i 200 mm, nel 2010.

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Venerdì 11 Giugno 2021 - Ultimo aggiornamento: 10:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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