«Le auto con motore a combustione interna (ICE) che rientrano nell’ambito di applicazione delle norme sulle emissioni Euro 7 rappresenteranno solo il 10% di quelle sulle strade europee nel 2035. Nonostante i benefici ambientali minimi, la proposta Euro 7 rischia di esercitare un’inutile pressione finanziaria sui consumatori e distogliere gli investimenti dalle tecnologie a emissioni zero». Lo comunica in una nota Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto. «Le norme sulle emissioni riguardano la vendita di nuove auto ICE nell’UE da quando si applica Euro 7, che dovrebbe essere intorno al 2026/27.
Di conseguenza, le auto che rientrano nell’ambito di applicazione di Euro 7 costituiranno solo il 10% di quelle sulle strade dell’UE nel 2035. Uno studio recente stima che cio si tradurra in una riduzione al massimo del 4% delle emissioni di ossidi di azoto (NOx)». «Nonostante i benefici ambientali minimi, gli standard Euro 7 avrebbero ripercussioni significative sugli investimenti dei consumatori e dei produttori in tecnologie a emissioni zero», continua Acea. «Ad esempio, secondo le stime di alcuni produttori, il prezzo medio al consumo di un’ auto nuova potrebbe aumentare di 2.000 euro , esercitando ulteriori pressioni finanziarie sui consumatori europei gia alle prese con gli alti costi dell’energia e le pressioni inflazionistiche».