TORINO - Il mercato dell’ auto dell’Europa occidentale (Ue+Efta+Regno Unito) continua a registrare un andamento positivo. In aprile - secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei - sono state immatricolate 964.932 auto con una crescita del 16,1% sullo stesso mese del 2022. Il consuntivo dei primi quattro mesi si chiude invece con 4.201.918 immatricolazioni e una crescita del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il gruppo Stellantis ha immatricolato nel mese di aprile in Europa Occidentale (Europa, Efta e Regno Unito) 169.022 auto, l’8,2% in più dello stesso mese dell’anno scorso. La quota di mercato è pari al 17,5% a fronte del 18,8%. Nei primi quattro mesi dell’anno il gruppo ha venduto 744.205 auto, con una crescita del 9,4% sullo stesso periodo del 2022. La quota scende dal 19% al 17,7%.I dati sul mercato auto europeo «confermano l’andamento favorevole delineatosi da agosto per effetto di una maggiore disponibilità di auto grazie al miglioramento delle forniture di componenti essenziali per la produzione di auto».
Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. «Nonostante la ripresa in atto - sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor - le vendite nell’Europa Occidentale sono ancora molto lontane dai livelli ante-crisi. Le immatricolazioni del primo quadrimestre sono in calo del 23,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè alla situazione precedente la crisi da coronavirus. Per tornare alla normalità, è necessario superare anche gli altri fattori di freno, in particolare l’impatto psicologico e concreto della guerra in Ucraina e la ricomparsa dell’inflazione che ha inciso pure sui prezzi di listino delle auto. Sta inoltre emergendo in molti dei principali paesi, e anche in Italia, un nuovo elemento di preoccupazione. La ripresa in atto interessa soprattutto gli acquisti delle aziende piuttosto che quelli dei privati. Per quanto riguarda l’Italia nel primo quadrimestre, rispetto allo stesso periodo del 2022, le immatricolazioni a privati sono aumentate dell’11,3%, mentre il resto del mercato è cresciuto del 46,5%. Il quadro è analogo negli altri maggiori mercati dell’Europa Occidentale.
E una delle ragioni viene indicata nell’incertezza nella scelta di una nuova auto legata alla prospettiva della transizione energetica che induce molti privati a rimandare acquisti già maturi. Tra i cinque maggiori mercati europei - osserva Quagliano - quello che ha la quota dell’elettrico più alta nel quadrimestre è proprio il Regno Unito con il 15,4%, seguito dalla Francia con il 14,8%, dalla Germania con il 14,3%, dalla Spagna con il 4,5% e dall’Italia con un misero 3,7% che, nel contesto dell’Europa Occidentale, fa si che peggio dell’Italia facciano solo Croazia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia».