
Dacia, l'ad Le Vot: «Bigster tappa fondamentale. Nel 2026 una berlina e un'elettrica economica made in Europa»

Dacia, l'ad Le Vot: «Bigster tappa fondamentale. Nel 2026 una berlina e un'elettrica economica made in Europa»

Bigster, la Dacia cresce ancora. Aumentano tecnologia e contenuti. E c’è anche in versione ibrido a GPL

Dacia a tutto gas: il Suv Bigster prende la scia dell’icona Duster
Il passaggio dalle vetture low cost al cosiddetto best value for money (una proposta che rappresenta il miglior rapporto possibile fra la qualità e il prezzo di un prodotto) è stato assorbito da Dacia ben prima dell'avvento di un piano strategico Renaulution avviato nel 2021 e in scadenza nella seconda metà dell'anno. In attesa della presentazione ufficiale del nuovo programma strategico, denominato Futurama, che andrà a dettare la linea del gruppo Renault fino al 2030, la casa romena è pronta ad ampliare la propria gamma con l'introduzione sul mercato di nuovi modelli dotati di motorizzazioni di vario tipo. Una conferma, in tal senso, è arrivata direttamente da Denis Le Vot, amministratore delegato di un marchio in forte crescita a livello europeo nel primo trimestre del 2025.
«Il nostro brand è molto concentrato sull'Europa, con una quota di mercato che si estende anche ad alcuni paesi dell'Africa del Nord, come il Marocco, Israele e il Libano – ha dichiarato il manager francese nel corso di una tavola rotonda con i giornalisti italiani –. Con il nuovo Bigster, che per noi è stato uno step obbligatorio e una delle cose più intelligenti nella storia recente di Dacia, siamo passati dal segmento B al C, mantenendo sempre la nostra identità. Sappiamo che ogni anno oltre tre milioni di persone che decidono di cambiare auto guardano al segmento dei C-Suv. Fino a qualche anno fa le vetture di riferimento nel settore avevano un prezzo di listino di 36mila euro, mentre noi oggi proponiamo la versione base a 24.900 euro e la full hybrid a 29.900 euro. Già a partire dalla Duster, peraltro, abbiamo osato, come testimoniato da un design dalle forme più ruvide, con il nuovo logo e con colorazioni inedite per essere cool. Se queste cose vengono fatte bene si possono avere dei grandi cambiamenti senza investirci troppo».
Nel 2026 una berlina e un'elettrica economica. In un 2024 da record, con 676.340 veicoli venduti, Dacia ha riaffermato la propria presenza sul mercato grazie ai quattro modelli (Sandero, Duster, Jogger e Spring) di riferimento della gamma. «Il nostro marchio si nutre di tecnologie già presenti e comprovate dal gruppo Renault – ha sottolineato Le Vot –. Non abbiamo limiti di nessun tipo, ma non penso che (per una nuova vettura) andremo ad estendere la piattaforma Cmf-B fino ai 4 metri e 70. Ma nel segmento C non ci sono solamente i crossover». Il 2027 sarà l'anno della nuova Sandero, realizzata per la prima volta anche in versione full electric, ma il suo arrivo dovrebbe essere anticipato da un'altra berlina compatta. In attesa di scoprire nei dettagli la strategia futura del gruppo Renault, la casa di Mioveni ha già annunciato l'intenzione di avviare un piano sostenibile di elettrificazione che avrà il suo core business nelle vetture di segmento A e nei Suv. «Per il 2026 abbiamo già annunciato una piccola elettrica che verrà sviluppata nel giro di 16 mesi, con la produzione in Europa (a differenza della Spring che arriva dalla Cina) e un costo inferiore ai 18mila euro – ha aggiunto l'amministratore delegato dell'azienda –. Stiamo lavorando anche sulle versioni ibride, comprese le varianti a Gpl, della Duster e della Bigster a trazione integrale 4X4, con l'asse posteriore elettrificato e la trasmissione automatica».
Gli standard europei in discussione e l'impegno nel motorsport. Per anni Dacia ha ribadito l'intenzione di continuare a produrre e commercializzare vetture dotate di motore endotermico fino allo stop imposto dall'Unione Europea. I prossimi mesi potrebbero portare alcune novità su questo fronte. «È importante conoscere le regole del gioco – ha sottolineato Le Vot –. Sappiamo che nella seconda metà del 2025 ci sarà una revisione degli standard e delle normative a lungo termine. Per il gruppo Renault non c'è solamente il Cafe (il regolamento che impone una media di 93,6 grammi di CO2 per chilometro) e le questioni relative agli scarichi delle vetture, ma anche il Life Cycle Assessment (il ciclo di vita di una vettura e dei rispettivi componenti)». Oltre a non chiudere totalmente le porte alle motorizzazioni ibride plug-in («Dipenderà dal mercato. La tendenza c'è, anche per le range extender. È importante tenere accesso a tutte le tecnologie come sta facendo il gruppo Renault»), la casa romena guarda al futuro con rinnovato ottimismo anche grazie alla fedeltà dei suoi clienti. «Circa il 70% di loro rimangono con noi anche quando, dopo sette anni, devono cambiare la vettura – conclude Le Vot –. Ma abbiamo anche tante persone che si avvicinano a Dacia per il suo design e altri provenienti da brand premium che scelgono le nostre vetture meglio equipaggiate. Il nostro posizionamento sul mercato è unico. Non diciamo che a bordo delle nostre auto è presente un display per guardare film e video durante un viaggio, siamo molto più razionali. Il contenuto ha un valore, non è mai gratis». Il numero uno della casa romena non si è detto preoccupato per l'arrivo in massa di marchi cinesi in Europa e ha confermato l'impegno triennale nel mondo dei rally-raid con il team Sandriders (avviato in collaborazione con Prodrive) che ha chiuso la Dakar al quarto posto e l'Abu Dhabi Desert Challenge in prima posizione sempre con Nasser Al-Attiyah ed Édouard Boulanger.