
Dazi su auto Ue, possibili perdite miliardarie e posti di lavoro. E Ferrari alza i prezzi

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Una catastrofe, un disastro. La decisione, annunciata dal presidente americano Donald Trump, di alzare al 25% i dazi sulle auto importate in America rappresenta una doccia gelata per i costruttori europei, bersagliati da pesanti vendite in Borsa. Questo perchè gli Stati Uniti sono infatti un «mercato chiave» per le quattro ruote del Vecchio Continente, che nel 2024 ha esportato quasi 750.000 auto per un valore di 38,5 miliardi di euro, secondo i dati dell'Associazione europea dei costruttori automobilistici. Secondo un'analisi del consulente Kearney, i dazi potrebbero provocare «perdite rapide di diversi miliardi di euro e mettere a rischio fino a 25.000 posti di lavoro in Europa».
E una volta esauriti i loro stock, i produttori dovranno inevitabilmente aumentare i prezzi, a partire da quest'estate, limitando di fatto le vendite. Sebastien Amichi di Kearney avverte che, sebbene sia piu facile aumentare i prezzi per modelli di fascia alta, come le auto tedesche, il livello dei dazi previsti «annienta» l'equilibrio economico dell'importazione di veicoli. Secondo Bank of America, i prezzi potrebbero aumentare mediamente di 4.500 dollari per ciascun veicolo. Ferrari intanto ha gia annunciato un aumento del 10% su alcuni dei suoi modelli venduti negli Stati Uniti.
Le ripercussioni potrebbero farsi sentire presto anche nelle fabbriche europee, con la possibile perdita di posti di lavoro temporanei a partire dal prossimo settembre, avverte appunto l'esperto di Kearney. Tra i produttori tedeschi, Volkswagen, Bmw e Mercedes sono i più colpiti, in quanto rappresentano quasi i due terzi delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Dopo aver registrato gia risultati finanziari deludenti nel 2024, principalmente a causa del calo delle vendite in Cina, se la proposta di Trump fosse confermata, queste aziende potrebbero vedere dimezzarsi le loro vendite negli Stati Uniti, stando a Capital Economics.
Questo scenario sarebbe considerato «un colpo mortale al libero scambio», come ha dichiarato la federazione dei costruttori automobilistici tedeschi. Audi e Porsche, i marchi di lusso del gruppo Volkswagen, producono tutti i loro modelli fuori dagli Stati Uniti. Tuttavia, il gruppo potrebbe decidere di localizzare la produzione di alcuni veicoli nelle sue altre fabbriche, ma questo richiedera almeno 18 mesi. Bmw e Mercedes esportano principalmente veicoli di dimensioni medie (Mercedes GLC e Classe C, BMW Serie 4), ma hanno anche stabilimenti negli Stati Uniti (in Alabama e Carolina del Sud) dove producono Suv di grandi dimensioni, molto amati dai consumatori americani (BMW X5, Mercedes GLE).
Questi modelli, quindi, potrebbero essere in parte esenti dai nuovi dazi, ma l'export di questi Suv verso altri mercati potrebbe diventare meno conveniente se altri paesi decidessero di aumentare le proprie tariffe in risposta. Per quanto riguarda Stellantis, quinto costruttore mondiale, la societa e particolarmente esposta al mercato nordamericano, dove realizza la maggior parte dei suoi profitti con marchi come Jeep, Dodge e Ram. Il gruppo ha molte fabbriche in Messico e Canada, che potrebbero essere fortemente influenzate dai dazi imposti su questi Paesi. Stellantis esporta anche alcune Jeep «made in America» e vende negli Stati Uniti veicoli come la Fiat 500, Alfa Romeo, Maserati e il Dodge Hornet, prodotto in Italia. Anche Jaguar Land Rover, costruttore britannico, potrebbe risentirne, dato che l'America del Nord rappresenta un quarto delle sue vendite. Infine, Volvo, di proprieta svedese e cinese, ha una fabbrica in Carolina del Sud e potrebbe decidere di spostare la produzione o persino i fornitori in altre parti del mondo, come indicato dal CEO Jim Rowan.
Ferrari, nel frattempo, ha annunciato che aggiornera la sua politica commerciale sulla base delle informazioni preliminari relative all'introduzione dei dazi sulle auto dell'Ue negli Stati Uniti. La casa di Maranello ha confermato che per gli ordini effettuati prima del 2 aprile 2025 le condizioni commerciali rimarranno invariate. Tuttavia, per i modelli attualmente disponibili, l'introduzione dei nuovi dazi si tradurra in un aumento massimo dei prezzi del 10%, in coordinamento con la rete di concessionari. Nonostante le incertezze, Ferrari ha pero confermato i suoi obiettivi finanziari per il 2025, pur prevedendo un possibile calo dei margini di redditivita di circa 50 punti base.