
Descalzi (Eni): «Non siamo pronti per stop a motori endotermici. Un errore fare il pendolo nella transizione green»
Per lo stop ai motori endotermici «forse non si è pronti» perché «per definire una data bisogna fare un'analisi profonda delle conseguenze». Lo ha detto oggi l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a margine dell'Italian Energy Summit 2024 organizzato dal Sole 24 Ore, in corso a Milano. Rispondendo alle domande dei cronisti che gli hanno chiesto se fosse un bene il rinvio dello stop alle auto endotermiche, Descalzi ha risposto «probabilmente sì". «Una data non vuol dire nulla, bisogna capire se abbiamo tutti gli strumenti per rispettare questi obiettivi altrimenti continueremo a rinviare» ha poi aggiunto.
«Non possiamo fare il pendolo, prima tutti per la transizione poi tutti contro». Lo afferma l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi sottolineando che «i problemi non sono legati alla transizione e vengono da lontano». «La commissione Ue non è nuova - spiega all'Italian Energy Summit del Sole 24 Ore - è la stessa che nel tempo negli ultimi 5/10 anni ha costruito l'attuale scenario e i nodi vengono al pettine ed è abbastanza complicato scioglierli per chi li ha fatti». Secondo Descalzi «serve un po' più di ragionevolezza e servono i soldi, che non sono più quelli di 5 anni fa, per trasformare la transizione in un business economico, altrimenti sono solo parole». «Il primo grosso errore - incalza - è che una commissione politica non può fare solo scelte tecniche, deve limitarsi a dare obiettivi. Non abbiamo tenuto conto della competizione, abbiamo pensato che l'industria fosse un male e si è passati al terziario».
«Nel momento in cui la globalizzazione cade - argomenta - il terziario spende di più e non abbiamo più la capacità di produrre beni in Europa e in Italia». «Ora - conclude - la commissione si trova problemi molto grossi, parte dei quali è stata creata proprio da lei stessa». «Con il passaggio al terziario - conclude - non produciamo più le materie prime e i beni esportando la produzione, abbiamo ridotto le emissioni, ma in realtà le abbiamo solo esportate, non abbiamo fatto moltissimo».