ROMA - La rivoluzione non può essere fermata e dunque il passaggio dal motore a combustione a quello elettrico «è un processo irreversibile», da effettuare «in base ai vincoli del regolatore europeo» e soprattutto «con cautela» perché non è esente da effetti potenzialmente negativi sull’occupazione. Ad affermare tutto ciò è il responsabile delle relazioni industriali di Fca, Pietro De Biasi, in un’audizione in commissione Lavoro della Camera sulla salvaguardia dell’occupazione nel settore dell’industria automobilistica. Sugli effetti del passaggio al solo motore elettrico, il manager Fca ha poi citato uno studio tedesco in base al quale, orientativamente, sull’intera filiera dell’automotive italiano (non quindi solo su Fca) ci sarebbero rischi per 30.000 posti di lavoro. Il processo di ibridizzazione, invece, secondo De Biasi, «non avrà un impatto occupazionale negativo». Il processo di ibridizzazione, invece, secondo De Biasi, «non avrà un impatto occupazionale negativo». «Il 90% degli utili di Fca sono realizzati nel mercato Nafta dove gli Stati Uniti giocano la parte del leone. Sarebbe irresponsabile se l’azienda non investisse nel mercato di gran lunga più redditizio».
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