Lo stemma Ferrari davanti alla Borsa di New York durante i festeggiamenti dei 70

Ferrari aggiorna i nuovi massimi in Borsa a 106 euro. Da UBS target stellare a 160 dollari

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MILANO - Ferrari su nuovi massimi storici a Piazza Affari, anche grazie al giudizio favorevole di Ubs. I titoli della società del Cavallino Rampante, che sono arrivati a superare i 106 euro, stanno salendo dell’1,4%, attestandosi a quota 105,95 euro. La banca d’affari svizzera quest’oggi ha ribadito la raccomandazione di ‘Buy’ con target di rezzo a 160 dollari, in un report dal titolo “Il lusso che si muove più velocemente”. Il sogno del presidente Sergio Marchionne si è dunque avverato: al momento della quotazione della società, avvenuta a Wall Street nell’ottobre 2015 (poi successivamente nel gennaio 2016 a Milano) il ceo di Fca e presidente di Ferrari aveva detto che Ferrari doveva essere paragonata a una società del lusso e non al resto delle case auto. All’epoca le azioni erano state piazzate a 52 dollari.

Gli esperti di Ubs oggi sostengono che “Ferrari è un brand unico, con un numero limitato di competitor” i cui titoli possono arrivare a valere 160 dollari, applicando alla casa i multipli delle società del lusso come Hermes che vantano un rapporto tra ev ed ebitda a 16,5 volte. Del resto per Ubs il mercato non ha ancora ben messo in conto il potere che la casa può avere sul proprio listino prezzi e nemmeno la scarsa penetrazione del brand in alcuni mercati e fasce di clienti. Insomma Ferrari ha la possibilità di aumentare i volumi e vendere a prezzi più elevati. La banca d’affari si aspetta un progresso medio annuo del 9% dei volumi e un miglioramento del mix dei prezzi attorno al 3% entro il 2022. In tal modo nel giro di cinque anni Ferrari raggiungerà 2 miliardi di ebitda e un free cash flow attorno a un miliardo. Multipli di questo genere - è sottolineato nel report prodotto da Ubs - si trovano solamente nel settore dell’alto di gamma del lusso.

Un esempio su tutti è Hermes. Ubs scommette che Ferrari conquisterà nuove aree geografiche e anche nuove classi di clienti. Non va infatti dimenticato, hanno commentato gli esperti dell’istituto elvetico, che il brand è poco diffuso in Asia, dove la penetrazione è ancora inferiore al 20%. L’imminente lancio di nuovi prodotti potrebbe conquistare nuove fasce di mercato. ‘Ovviamente - ha ricordato Ubs - mantenere il carattere di esclusività è la vera sfida per la casà. D’altra parte, per Ubs, Ferrari ha spazio per crescere senza perdere smalto, considerando che ad oggi solamente lo 0,5% degli individui con un patrimonio superiore a 5 milioni di dollari possiede una Ferrari, mentre il 3% ha un orologio Patek Philippe, che alla fine è considerato il top di gamma nell’orologeria.

Dal 2020 in avanti Ubs ritiene che Ferrari potrà gestire meglio il mix dei prezzi, ottenenedone un contributo positivo del 3%, livello tra l’altro inferiore alla media di lungo periodo del settore del lusso attorno al 5%. Per Ubs nel 2022 l’ebitda margin di Ferrari si spingerà fino al 40% supportato anche dal fatto che la maggiore utilizzazione degli impianti di produzione innescata da un incremento dei volumi renderà più efficiente l’azienda. Questo controbilancerà i maggiori costi che la casa dovrà sostenete per i modelli elettrici e ibridi. Inoltre un ulteriore upside potrebbe derivare da perdite più contenute in Formula 1. Sullo sfondo rimane anche l’attenzione per l’investore day che la casa organizzerà a settembre.

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Lunedì 26 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 27-02-2018 22:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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