
Ferrari vara nuova Corporate Identity. Il primo showroom a cambiare pelle è la storica sede di Samocar a Roma

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Ferrari ridisegna la propria Corporate Identity e modifica la rete dei concessionari mondiali. Cambiano filosofia, spazi e modalità di approccio con i clienti, la 'famiglia Ferrari'. Il primo showroom a cambiare pelle è la storica sede di Samocar, a due passi da via Veneto, a Roma. Poi, nel giro di un paio d'anni, verranno le altre duecento circa in tutto il mondo. A inaugurare la filiale, Enrico Galliera, chief marketing and commercial officer di Ferrari, e il presidente del Coni Giovanni Malagò, qui nei panni di dealer principal, e che nell'occasione ha rivestito soprattutto il ruolo di memoria storica del Gruppo: suo padre Vincenzo nel 1957 fu tra i fondatori della prima concessionaria del Cavallino . Il mondo cambia, la digitalizzazione è imperante, ma l'esperienza di acquisto e possesso di una Ferrari rimane unica. Così Galliera spiega cosa sia alla base dell'operazione: l'unicità si accompagna al senso di appartenenza dei ferraristi, alla necessità di accogliere il digitale - e quindi il nuovo simulatore di guida e tutto quanto l'online può offire - ma accompagnato dalla gioia dei sensi: l'odore della pelle, i colori, i suoni...
«Tra i nostri obiettivi - spiega Galliera - c'è quello di creare la 'famiglia Ferrari', perché chi compra un'auto del Cavallino non è soltanto un cliente. E chi vive l'emozione dell'acquisto, deve continuare a gioirne il più possibile anche frequentando gli altri acquirenti, confrontarsi con chi vive la medesima esperienza... Ecco perché - prosegue - nei nuovi showroom ci sono spazi di incontro e di svago'. Quanto al layout, l'ispirazione è alle auto che hanno fatto la storia di Ferrari. Spazio al racconto, agli aneddoti e alle emozioni con Malagò, che ha ricordato gli inizia dell'avventura di Samocar. Aperta in via Pinciana nel 1957, dieci anni dopo la fondazione della Scuderia Ferrari, le prime vetture venivano guidate una ad una da Maranello a Roma dal padre Vincenzo. I clienti, ha ricordato ancora, erano persone già avvezze alle auto da corsa, perché 'nei primi anni quelle erano'. Un primo ricordo professionale risale al 1997 quando, per i 50 anni del Cavallino, Malagò organizzò un mega evento allo Stadio dei Marmi, a Roma dove furono esposte 300 Ferrari provenienti da tutto il mondo. Special guest Michael Schumacher al 'Gp di Caracalla', con le monoposto sui sanpietrini.
«Arrivò una marea umana - racconta Malagò - sembrava una finale di Champions...'. E poi gli anni dell'apertura di nuove sedi a Prato e in Emilia-Romagna, quelli del mulitbranding di alta gamma di Samocar, fino al ritorno, più di recente al monomarca Ferrari. Commosso, infine, il ricordo di Galliera e Malagò parlando del capostipite Vincenzo: nel 2010, nonostante la pesantissima crisi finanziaria e gli inviti diretti di Maranello, decise di non chiudere Via Pinciana e di investire un'altra volta: 'Non tradisco Ferrari - rispose - né le persone che lavorano qui'. Il resto è storia.