Un'auto del futuro stilizzata

Futuro dell’automotive, per Unrae, Anfia e Federauto servono certezze e agenda interventi. Sostenibilità deve anche essere sociale

  • condividi l'articolo

 MILANO - Tre delle più importanti organizzazioni legate al mondo automotive - l’Unrae, l’Anfia e la Federauto - si sono pronunciate oggi - nell’ambito di un incontro organizzato da MIMO - sul tema del futuro della mobilità che, in tempi come gli attuali si traduce in un’affermazione ancora più precisa: che impatto avrà sugli utenti, sull’industria e sull’intera filiera della distribuzione e dell’assistenza la decisione del Parlamento Europeo di fissare al 2035 l’impossibilità di omologare (e quindi di vendere) auto non in grado di abbattere del 100% le emissioni di CO2. «Si tratta di una decisione che era attesa - ha detto Michele Crisci, presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri - e che ora dovrà passare al vaglio altri organismi europei e dai vari Stati membri.

Quella della Ue è un’affermazione ambiziosa, ma che era inevitabile». Parlando delle criticità per il settore rappresentato dall’Unrae, ha detto che «il punto delicato è rappresentato dal fatto che tutte le aziende, e quelle dell’ auto di più, hanno bisogno di certezze. L’importante è dunque che la decisione sia definitiva e tutti possano imboccare senza ripensamenti questa strada». Crisci ha ribadito che «occorre egualmente che i Paesi membri e i relativi governi adottino un’agenda di accompagnamento. La sostenibilità non può essere solo ambientale ma deve anche essere sociale ed economica, soprattutto per quei Paesi - come l’Italia - che sono distanti dalla tecnologia elettrica. Non solo riconversione industriale, ma anche piani di incentivazioni e revisione della fiscalità sull’auto».

  • condividi l'articolo
Sabato 18 Giugno 2022 - Ultimo aggiornamento: 11:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti