FIRENZE - Hertz lancia E-xperience, il programma di noleggio che comprende solo auto elettriche e che ha l’obiettivo di accompagnare la transizione verso l’elettrificazione incontrando le tendenze del mercato, ma anche fornendo un punto di approccio ad un nuovo modo di muoversi che suscita ancora insicurezza.
Eppure già due terzi dei noleggi effettuati da Hertz potrebbe essere elettrico, senza bisogno di ricarica, perché la loro percorrenza non supera i 300 km, dunque al di sotto dell’autonomia concessa da una vettura a batteria di ultima generazione. “Per questo ci vediamo un po’ nel ruolo di promotori”, ha detto l’amministratore delegato di Hertz Italia, Massimiliano Archiapatti, e di “appassionati evangelizzatori”, come ribadito dal sales director, Massimo Scantaburlo.
A confermarlo il fatto che le prime Polestar 2 arrivate in Italia sono state proprio quelle di Hertz che con il costruttore svedese ha un accordo per approvvigionarsi di 65mila veicoli entro il 2027 al quale si aggiunge quello con Tesla per 100.000 unità dal valore di 4,2 miliardi di dollari e quello ancora più corposo con General Motors per 175mila pezzi. Il costruttore di Detroit non è più presente in Europa, dunque i pezzi forti della flotta elettrica di Hertz sono la Tesla Model 3 e la già citata Polestar 2.
Accanto possiamo trovare Peugeot e2008, DS2 e-tense Fiat 500e e anche mezzi commerciali, come Renault Kangoo EV e Nissan TownStar EV, che sono presenti nella flotta di Hertz dal 2014. Anzi, come ricorda Archiapatti, “alcuni di essi refrigerati sono stati i protagonisti nella logistica dei vaccini durante la pandemia da covid-19”. “L’esperienza che abbiamo accumulato con questi mezzi e con le aziende ci ha insegnato molto” ha aggiunto Scantamburlo spiegando come funziona E-xperience.
Il meccanismo è semplice e del tutto analogo a quello di un qualsiasi noleggio Hertz – giornaliero, settimanale o anche plurimensile – che, per livello di servizio, si pone nella fascia premium lasciando ai marchi Dollar e Thrifty gli altri segmenti di utenza. La tematica della ricarica è affrontata in modo molto semplice e trasparente. Il cliente non deve utilizzare card o registrazioni, ma il “gettone” attaccato al portachiavi della vettura che permette l’accesso al 98% dei punti di ricarica italiani, individuabili attraverso una app. Il pagamento avviene a consuntivo secondo i prezzi praticati dai singoli operatori, senza alcune sovrapprezzo.
Anche il problema di riconsegnare la vettura “rifornita” come previsto solitamente dai contratti di noleggio non deve preoccupare: non serve il pieno, ma basta che vi sia almeno il 75% e c’è anche la possibilità del Charge Purchase Option, un servizio di ricarica prepagata che permette al cliente di non fermarsi alle colonnine se non ha tempo. Nel caso si guidi una Tesla, che ha una rete di ricarica proprio capace di riconoscere la vettura attraverso lo stesso cavo di rifornimento, non è necessario utilizzare il token e l’importo viene fatturato ugualmente a consuntivo con modalità analoghe.
Nel frattempo Hertz sta potenziando la disponibilità dei suoi punti di ricarica che, per quanto riguarda quelli di proprietà, è già provvista per l’85% di colonnine con l’obiettivo non solo di arrivare al 100%, ma rafforzare le infrastrutture di ricarica interne al fine di fronteggiare il prevedibile aumento dei noleggi elettrici. Archiapatti non ha voluto dare numeri precisi, ma già poco meno del 20% della flotta di Hertz è elettrica e tale quota è destinata a salire, anche in considerazione degli elevati livelli di soddisfazione espresso dalla clientela che sceglie già di noleggiare elettrico con Hertz.