Hyundai raggiunge i 100 milioni di veicoli prodotti. Traguardo raggiunto a 57 anni dalla sua fondazione
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Più che una transizione, è un’autentica rivoluzione quella che sta imponendo al mondo dell’auto la sfida probabilmente più impegnativa della sua storia: il cammino verso una mobilità più rispettosa dell’ambiente – oggi quasi universalmente riferita alla propulsione elettrica – riguarda infatti tutti i costruttori e tutti i mercati, ma assume un peso e un’urgenza particolari in Europa, dove la normativa che fissa al 2035 lo stop alla vendita di auto termiche è stata rimessa in discussione – ma non cancellata – proprio al momento del voto decisivo.
Una situazione fluida sulla quale abbiamo avuto modo di confrontarci a Madrid con Michael Cole, da quasi tre anni al vertice di Hyundai Motor Europe dopo una lunga e brillante carriera interna al gruppo coreano, con ruoli di grande rilievo nei ranghi dei “cugini” della Kia. Un manager attento a tutto ciò che si muove nel continente, dove guida e rappresenta un marchio tra i più impegnati sul fronte della mobilità “green”. La “Strategy 2025”, annunciata nel dicembre del 2019 e aggiornata un anno dopo, è infatti espressione di un programma ambizioso che entro il 2025 punta a fare di Hyundai il costruttore con il più ampio portafoglio di vetture elettriche del mercato, capace di vendere nell’anno 560.000 veicoli a elettroni. Solo un passo verso un traguardo più lontano (2040), ma anche più prestigioso: conquistare la leadership mondiale delle vetture elettriche, con una quota del relativo mercato compresa tra l’8 e il 10%.
Un sguardo rivolto al futuro che non dimentica il presente, come dimostra la risposta alla domanda sulle sfide che attendono il brand in questo 2023: «In questo momento la nostra priorità è rappresentata dalla catena della fornitura nell’ottica della soddisfazione del cliente. Come tutti i costruttori, ci stiamo impegnando per fare in modo che il cliente non debba aspettare troppo a lungo la vettura che ha ordinato. È comunque una bella sfida, anche perché è difficile prevedere una soluzione immediata di questo problema, che potrebbe anche trascinarsi fino all’anno prossimo». Una realtà articolata e storicamente complessa come quella europea è destinata probabilmente a condizionare anche il tema della mobilità sostenibile verso la quale emergono delle evidenti differenze anche culturali che determinano diverse velocità nella diffusione della propulsione elettrica, con Italia e Spagna nelle posizioni di retroguardia.
«I Paesi del Nord Europa – dice il numero uno di Hyundai Europe – sono più avanti anche in funzione di interventi pubblici che non necessariamente si riflettono sul prezzo di vendita dell’auto, me seguono altre strade, come il Regno Unito che ha rinunciato a incentivare l’acquisto a fronte di benefici fiscali che si manifestano dopo che l’auto è stata comprata. Per quanto riguarda i mercati del Sud, come l’Italia, è fondamentale lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, mentre dal punto di vista dei costruttori come Hyundai sarebbe interessante elettrificare i segmenti più piccoli che su quei mercati sono spesso i più popolari».
Meno influente potrebbe invece rivelarsi il “balletto” sulla scadenza del 2035 che comunque, dice Cole, «noi intendiamo rispettare anche per motivi che prescindono dai settori industriali, ma riguardano temi come il riscaldamento globale e l’inquinamento che richiedono interventi rapidi. Diverso è il discorso sulla neutralità tecnologica avanzato per esempio dall’Italia: lo condividiamo anche per la grande esperienza nell’uso dell’idrogeno, che continuiamo a studiare come soluzione complementare per auto di dimensioni più grandi, oltre che per i mezzi pesanti come i nostri camion Xcient a fuel cell che già viaggiano sulle strade tedesche e svizzere. Altri puntano su biocombustibili e carburanti sintetici. Sono tutte strade che vale la pena di esplorare».
A proposito di strade, Hyundai sembra avere imboccato quella giusta. Lo confermano i primi dati del mercato Europeo, che nel 2022 le hanno attribuito una quota record del 4,6% e in febbraio 2023 parlano di un +11% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una crescita superiore alla media del mercato, che pure resta lontano dai valori del pre-pandemia. Anche l’Italia partecipa alla “festa” salutando nel Tucson il C-Suv più venduto, oltre alla conquista del settimo posto nella classifica dei brand più venduti alla clientela privata
«Il 16% di auto elettriche – conclude il presidente – sul totale delle vendite europee è il livello più alto tra i generalisti. Un risultato che ci soddisfa anche perché più delle quote, è la qualità delle vendite che ci sta a cuore».