In Giappone interesse ridotto per auto Usa nonostante accordo. I brand statunitensi sono solo lo 0,3% delle immatricolazioni
Nessuna certezza che l'accordo commerciale tra Tokyo e Washington sulle importazioni di auto giapponesi negli Usa, faccia accelerare nella direzione opposta l'interesse per le automobili americane sul mercato nipponico. Secondo le statistiche, infatti, i marchi statunitensi rappresentano appena lo 0,3% delle immatricolazioni nel Paese del Sol Levante. Al contrario, negli Stati Uniti vengono vendute ogni anno circa 6 milioni di vetture da sei case automobilistiche giapponesi, prodotte localmente e importate, con il comparto delle quattro ruote che nel 2024 ha contributo per il 28% di tutte le esportazioni giapponesi negli Stati Uniti. Dopo un intenso negoziato tra le due sponde, i due Paesi hanno raggiunto un accordo che fisserà al 15% i dazi sulle importazioni di auto nipponiche; il presidente Trump, tuttavia, ha criticato a lungo il fatto che in Giappone invece si vendano poche auto americane, attribuendo la colpa a quelle che ha definito «frodi non tariffarie», come le diverse norme sui veicoli.
Secondo gli analisti molte sfide rimangono legate alle differenze del mercato e allo sviluppo delle industrie automobilistiche nei due Paesi. Le automobili in Giappone sono inoltre sottoposte a controlli di sicurezza basati su standard applicati in 61 paesi e regioni, tra cui l'Unione europea, la Corea del Sud, la Tailandia e l'Australia. L'Associazione nazionale degli importatori di automobili (Jaia) ha comunicato che nel 2024 sono state importate e vendute circa 230.000 vetture straniere, pari a circa il 5% di tutte le vendite di auto nuove. Di queste, quelle americane rappresentano poco più di 16.000 unità, mentre la maggior parte delle auto importate sono di marca tedesca, con Mercedes che si assesta al primo posto, superando le 53.000 unità, seguono BMW e Volkswagen.
Tra le case automobilistiche statunitensi, Jeep si colloca al settimo posto con oltre 9.000 veicoli immatricolati lo scorso anno, mentre Chevrolet, Cadillac e Ford, hanno venduto solo poche centinaia di unità. Un altro fattore penalizzante sono le dimensioni, dicono gli osservatori: le auto americane sono considerate ingombranti e con un basso rendimento del carburante, non adatte alle strade giapponesi, dove prevalgono le minicar, note come «kei car», con prezzi più accessibili e costi di gestione inferiori. Sebbene alcune modifiche tariffarie potranno allentare le attuali restrizioni, affermano gli analisti, il futuro delle esportazioni di auto statunitensi dipenderà in gran parte dall'evoluzione delle relazioni tra le due nazioni, e dall'efficacia dei prossimi accordi commerciali nel medio e lungo termine.




